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La potenza dei nuovi inizi: chiudere cicli con gratitudine, aprirsi all’evoluzione

La potenza dei nuovi inizi: chiudere cicli con gratitudine, aprirsi all’evoluzione

09/05/2025
Sharon Persico

C’è un momento, spesso silenzioso e sottile, in cui qualcosa dentro di noi sussurra che è tempo di cambiare pelle. Non sempre coincide con un evento esterno. A volte è solo un respiro diverso, un’intuizione che affiora, una parte di noi che non ha più voglia di restare dove si trova.

È in quei momenti che ci troviamo davanti a una soglia: quella tra il “prima” e il “dopo”. E attraversarla richiede presenza.

Chiudere un ciclo non significa dimenticare o negare. Significa riconoscere ciò che è stato, con onestà e gratitudine, anche se è stato difficile, anche se ha lasciato ferite. Significa vedere il disegno più grande, onorare ciò che ci ha insegnato, e poi, con dolcezza, lasciarlo andare.

Ogni ciclo che si conclude prepara il terreno per una nuova semina. Ma non si può seminare su un campo già colmo. Serve fare spazio, togliere le erbacce, potare ciò che non nutre più. Serve fidarsi del vuoto, quel momento sospeso che spesso fa paura, ma che è sacro. È lì che l’anima respira, si rigenera, si prepara.

La Luna Nuova ci ricorda tutto questo. Non illumina, non mostra: invita all’interiorità. È la notte fertile in cui la terra accoglie il seme, silenziosa. Così anche noi, in questi giorni, possiamo onorare un nostro ciclo che si chiude, con un piccolo rituale di gratitudine, una lettera, un pensiero, un gesto simbolico.

Perché la vera magia del nuovo inizio nasce proprio da una chiusura consapevole. E ogni volta che diciamo “grazie” a ciò che è stato, stiamo già aprendo le braccia a ciò che può essere.