Cronaca estera

Istanbul 2 – Negoziati Russo-Ucraini. Bluff Geopolitici e Scontri Diplomatici

La ripresa del dialogo tra Mosca e Kiev si consuma tra ritardi, delegazioni sbilanciate e assenze eccellenti. Putin e Zelensky giocano una partita a scacchi sul Bosforo, ma nessuno vuole davvero perdere.

16 Maggio 2025

Esmeralda Mameli 

ISTAMBUL- Il grande giorno è arrivato. A Istanbul si riaccendono i riflettori sulla trattativa più complessa e simbolica del decennio. Russia e Ucraina tornano al tavolo, almeno sulla carta, per quello che alcuni hanno già ribattezzato “Istanbul 2”, richiamando i colloqui del 2022.

L’atmosfera è tesa. Le delegazioni si muovono a scacchi, in un clima carico di attese, ma povero di concretezze.

Il primo colpo di scena non tarda ad arrivare. I negoziati non partono come previsto. Slittano, si rinviano, forse anche si svuotano. Le autorità di Kiev non si presentano all’orario stabilito. La stampa affolla la zona, costringendo la polizia turca a chiudere le strade vicine al Bosforo. Solo nel pomeriggio la situazione si sblocca, ma restano incognite pesanti sulla reale volontà di entrambe le parti.

La NATO, nella figura del Segretario Rutte, sottolinea che la Russia ha inviato una delegazione “di basso livello“, mentre Zelensky, dopo aver chiesto per mesi di riaprire i colloqui, vola in Albania senza mettere piede nella sala negoziale. Un paradosso che rafforza le accuse del Cremlino, secondo cui Kiev farebbe di tutto per impedire la firma di un accordo.

Sul piano simbolico, Putin marca il territorio. Non sarà a Istanbul, lasciando Zelensky — come scrive la stampa russa — “ad aspettarlo all’altare“. Una mossa di poker che spiazza la diplomazia e delude anche l’ex presidente Trump, il quale a sua volta rinuncia al viaggio. I segnali sono chiari: Mosca è disposta a trattare, ma alle proprie condizioni. E se la pace non sarà firmata oggi, sarà colpa degli altri.

Le dichiarazioni russe sono dure: l’Ucraina vuole discutere solo un cessate il fuoco, mentre Mosca pretende una strategia globale. I bombardamenti sui territori russi, afferma Miroshnik, continuano proprio mentre Kiev parla di pace. Non ci sono bozze di documento condiviso, né ipotesi strutturate di risoluzione. Solo un teatrino diplomatico, o forse un’esplorazione preliminare, che potrebbe essere abortita prima ancora di nascere.

Sul tavolo resta il fallimento simbolico di Zelensky. Istanbul, da speranza di pace nel 2022, oggi si trasforma nel segno tangibile della mancata lungimiranza. Le richieste di allora prevedevano la messa in sicurezza di infrastrutture strategiche come Zaporizhzhya. Oggi il fronte avanza e la possibilità di salvare territori diminuisce a ogni giorno che passa.

La seconda giornata dei negoziati, prevista per oggi, potrebbe offrire qualche spiraglio, grazie alla mediazione di Turchia e Stati Uniti. Saranno presenti, tra gli altri, il ministro degli Esteri turco Fidan, Marco Rubio per Washington, e rappresentanti di rilievo da entrambi gli schieramenti.

Ma la domanda resta: siamo di fronte a un vero negoziato o a un nuovo atto di un dramma geopolitico già scritto?