Vaticano pronto a ospitare i negoziati di pace tra Russia e Ucraina – Papa Leone XIV conferma l’apertura alla mediazione
Dopo una serie di colloqui internazionali, la Santa Sede conferma la disponibilità ad accogliere i prossimi incontri di pace. Meloni ringrazia il Papa e coordina il fronte europeo con Zelensky e i principali leader UE.
21 Maggio 2025
Esmeralda Mameli
La possibilità concreta che i prossimi negoziati di pace tra Russia e Ucraina si svolgano in Vaticano prende forma dopo la conversazione telefonica tra Papa Leone XIV e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo una nota ufficiale diffusa da Palazzo Chigi, il colloquio ha avuto al centro “i prossimi passi da compiere per costruire una pace giusta e duratura in Ucraina”.
Meloni ha ringraziato il Pontefice per la sua disponibilità e per il costante impegno nel favorire un clima di dialogo. Il colloquio con Papa Leone XIV è stato preceduto da una telefonata tra la premier italiana e il presidente americano Donald Trump, nonché da contatti con i principali leader europei.
Dalla Casa Bianca e da Bruxelles era infatti emersa la proposta di chiedere ufficialmente alla Santa Sede di fare da sede neutrale per i prossimi incontri tra Mosca e Kiev. “La conferma della disponibilità del Santo Padre ad accogliere in Vaticano i colloqui è stata accolta con gratitudine dalla presidente del Consiglio”, si legge nella nota.
In seguito al confronto con Papa Leone XIV, Meloni ha intensificato il coordinamento con Volodymyr Zelensky e con i leader europei Emmanuel Macron, Alexander Stubb, Keir Starmer, Friedrich Merz e Ursula von der Leyen. Tutti hanno convenuto sulla necessità di mantenere una linea comune in vista di un possibile cessate il fuoco.
Il ruolo dell’Italia come mediatore torna centrale. Durante l’ultima call con Trump, dopo il colloquio tra lo stesso Trump e Vladimir Putin, Meloni avrebbe ribadito la necessità che Europa e Stati Uniti svolgano un ruolo attivo nella trattativa. Un approccio multilaterale, che eviti il rischio che i negoziati restino confinati a un fronte bilaterale senza garanzie esterne.
Dietro le quinte della diplomazia, restano tuttavia tensioni non secondarie. La recente frizione tra Meloni e Macron a Tirana, durante una riunione dei Volenterosi, ha lasciato strascichi. Era previsto un bilaterale tra Meloni e Zelensky, ma il presidente francese avrebbe anticipato l’incontro portando con sé il leader ucraino, all’insaputa della premier italiana. Un episodio che ha generato malumori e successive scuse da parte di Zelensky.
Secondo fonti europee, Meloni starebbe valutando con attenzione i propri rapporti con i partner orientali. La recente stretta di mano con il romeno George Simion e le voci di un possibile endorsement al polacco Karol Nawrocki hanno attivato una moral suasion da parte di Bruxelles, che teme uno sbilanciamento politico.
Meloni sembra rafforzare la sua centralità nella gestione del dossier ucraino, anche grazie alla ritrovata sintonia con Washington. Il Times, in un articolo dal titolo ironico ma significativo – “Pazzi per Meloni” – sottolinea come la premier italiana sia diventata una figura centrale e ricercata nei summit internazionali.
Con la disponibilità del Vaticano, la diplomazia si rimette in moto. Un segnale forte di apertura in un conflitto che dura da oltre tre anni. Tocca ora a Russia e Ucraina dare seguito a questa apertura diplomatica. E a chi, come il Pontefice, continua a credere che la pace, con coraggio e visione, si possa ancora costruire.