Il Capolavoro Perduto di Artemisia Gentileschi torna alla Luce – Il Getty Museum presenta “Ercole e Onfale”
Scampato all’esplosione di Beirut, il dipinto inedito della pittrice barocca rinasce grazie a un restauro straordinario. In mostra a Los Angeles, poi in Ohio e infine di nuovo in Libano.
23 Maggio 2025
Esmeralda Mameli
Un inedito capolavoro di Artemisia Gentileschi torna a nuova vita grazie a un restauro senza precedenti al J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Dal 10 giugno al 14 settembre 2025, la tela “Ercole e Onfale” sarà il fulcro dell’esposizione “Artemisia’s Strong Women: Rescuing a Masterpiece”, dedicata alle eroine femminili ritratte dalla pittrice barocca.
Il dipinto, attribuito ad Artemisia e databile agli anni Trenta del Seicento durante il suo soggiorno napoletano, raffigura Ercole mentre fila con il fuso, simbolo della sua sottomissione alla regina Onfale, punizione per l’uccisione di Ifito. Un soggetto potente e carico di significati, in linea con l’opera dell’artista che fece della forza femminile uno dei suoi tratti distintivi.
La tela era custodita nello storico Palazzo Sursock di Beirut ed è miracolosamente sopravvissuta alla tragica esplosione del porto libanese del 4 agosto 2020, che provocò oltre 200 vittime e devastò gran parte della capitale. Gravemente danneggiata da detriti e frammenti di vetro, l’opera giunse al Getty Museum nel 2022 in condizioni critiche.
“È uno dei progetti più complessi e toccanti a cui abbia lavorato”, dichiara Ulrich Birkmaier, capo restauratore del Getty. Insieme al collega italiano Matteo Rossi Doria, ha realizzato un intervento meticoloso che ha permesso di rifoderare la tela, rimuovere i vecchi restauri e ricostruire le aree mancanti. “È stato come ricomporre un gigantesco puzzle”, ha commentato Birkmaier.
Il direttore del Getty Museum, Timothy Potts, sottolinea l’importanza storica della riscoperta:
“La scoperta dell’Ercole e Onfale di Artemisia Gentileschi è stata un evento epocale per la storia dell’arte. Siamo onorati di aver potuto riportarlo al suo splendore e di mostrarlo accanto ad altre opere che celebrano il potere femminile”.
Dopo l’esposizione californiana, il dipinto sarà ospitato dal Columbus Museum of Art in Ohio fino alla primavera del 2026. In seguito, tornerà al Getty come prestito a lungo termine, prima di fare definitivamente ritorno a Beirut nel restaurato Palazzo Sursock.
Con questa operazione, “Artemisia Gentileschi Ercole e Onfale” diventa simbolo di resilienza, memoria e bellezza che sopravvive alla distruzione. Un omaggio alla forza delle donne e dell’arte contro ogni devastazione.
Chi era Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1654 circa) è considerata una delle più grandi pittrici del Barocco italiano. Figlia del pittore Orazio Gentileschi, fu una delle prime donne ad affermarsi nel mondo dell’arte, dominato all’epoca da uomini. La sua pittura, influenzata da Caravaggio, è celebre per l’intensità drammatica e la forza espressiva con cui rappresenta figure femminili eroiche, spesso tratte dalla Bibbia e dalla mitologia. Sopravvissuta a violenze e pregiudizi, ha trasformato la sua arte in un potente atto di emancipazione e affermazione personale. Oggi è riconosciuta come un’icona del femminismo ante litteram e una delle artiste più importanti della sua epoca.
Le opere più celebri di Artemisia Gentileschi
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Giuditta che decapita Oloferne (1612–13): una delle sue tele più potenti, dove la protagonista biblica compie un atto di violenza salvifica. Espressione di ribellione e forza femminile.
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Susanna e i vecchioni (1610): primo dipinto noto dell’artista, realizzato a soli 17 anni. Denuncia la molestia attraverso lo sguardo e la tensione del corpo femminile.
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Cleopatra (c. 1620): la regina egizia è ritratta nel momento della morte, in una posa tragica e intensa, simbolo di orgoglio e autodeterminazione.
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Maria Maddalena in estasi (c. 1620–25): una rappresentazione profonda e spirituale del pentimento e della redenzione, lontana dalla sensualità stereotipata.
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Esther davanti a Assuero (c. 1630–35): un’opera di grande teatralità in cui la regina Esther rischia la vita per salvare il suo popolo.
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Lucrezia (c. 1620): raffigurazione del suicidio della matrona romana dopo la violenza subita, simbolo di onore e dignità.