Il BDS Sotto Accusa – I Servizi Segreti Tedeschi Classificano il Movimento come Ostile alla Costituzione
Il rapporto 2025 del Verfassungsschutz di Berlino definisce il movimento BDS una minaccia all’ordine democratico tedesco. Si riaccende la polemica su antisemitismo, diritti e libertà di espressione.
3 Giugno 2025
Esmeralda Mameli
Il 20 maggio 2025 il Verfassungsschutz di Berlino ha pubblicato il suo rapporto annuale sulle minacce alla sicurezza nazionale, in cui per la prima volta il movimento BDS (Boicotta, Disinvesti, Sanziona) viene descritto come “un’iniziativa estremista e ostile alla Costituzione”. Secondo il servizio segreto interno tedesco, il movimento anti-israeliano sarebbe al centro di un’ideologia che nega il diritto di Israele a esistere, violando così i principi fondanti dell’ordine democratico tedesco. Il rapporto accusa i sostenitori del BDS a Berlino di aver “giustificato e/o glorificato l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023”, definendo l’attacco una risposta “potente” e lodando i miliziani come combattenti per la libertà. Questa valutazione segna un salto qualitativo nella percezione istituzionale del movimento, che fino al 2021 era sotto osservazione come “caso sospetto” ma non ancora classificato formalmente come minaccia.
La scelta del Verfassungsschutz ha ricevuto l’approvazione di numerose organizzazioni ebraiche, che da anni denunciano il carattere antisemita della campagna di boicottaggio. Il Bundestag aveva già approvato nel 2019 una risoluzione che riconosceva nei metodi e nei contenuti del BDS elementi di antisemitismo, pur non vietandolo legalmente, ma la nuova etichetta di “verfassungsfeindlich” comporta conseguenze concrete: il movimento può ora essere sorvegliato dai servizi di sicurezza con strumenti invasivi, e le sue iniziative possono essere soggette a divieti più estesi negli spazi pubblici.
Alcuni settori del mondo accademico e dei diritti umani contestano la scelta, sostenendo che la criminalizzazione del BDS rappresenti un attacco alla libertà di espressione e a forme di protesta non violenta.
La “Jerusalem Declaration on Antisemitism”, firmata da oltre 200 studiosi internazionali nel 2021, distingue tra antisemitismo e critica alla politica israeliana, affermando che le campagne di boicottaggio non sono intrinsecamente antisemite.
Secondo i promotori del BDS, il movimento si ispira alla lotta contro l’apartheid sudafricana e chiede il rispetto dei diritti dei palestinesi attraverso mezzi pacifici: il ritiro dai territori occupati, l’uguaglianza dei cittadini arabo-israeliani e il diritto al ritorno dei profughi.
Per le autorità tedesche, la finalità implicita della campagna resta l’annientamento politico di Israele come Stato. La tensione tra libertà di opinione e tutela dell’ordine costituzionale tedesco si fa dunque più marcata, mentre la questione palestinese continua a polarizzare l’opinione pubblica europea.
È possibile condannare le politiche israeliane senza essere tacciati di antisemitismo? E fino a che punto la sicurezza può giustificare la limitazione del dissenso?
Cos’è il movimento BDS?
Il movimento Boicotta, Disinvesti, Sanziona è nato nel 2005 da un appello di 170 organizzazioni palestinesi. Si propone come campagna globale di pressione contro Israele, con tre richieste:
- fine dell’occupazione;
- pari diritti per i cittadini arabo-israeliani;
- ritorno dei rifugiati palestinesi.
Promuove il boicottaggio culturale, accademico, economico e sportivo contro enti e aziende legate a Israele.
Risoluzione del Bundestag del 2019
Il Parlamento tedesco ha definito il BDS “antisemita” in una mozione approvata a larga maggioranza. Nonostante non si tratti di una legge, la risoluzione ha avuto effetti pratici: in molti Länder tedeschi, istituzioni pubbliche hanno chiuso le porte a eventi organizzati dal movimento o dai suoi simpatizzanti.
Jerusalem Declaration on Antisemitism (2021)
Un documento firmato da circa 200 studiosi ebrei e non ebrei, nato in alternativa alla definizione di antisemitismo dell’IHRA. La dichiarazione afferma che criticare Israele, anche attraverso il BDS, non è di per sé antisemitismo, se non coinvolge stereotipi antiebraici o incitamenti all’odio contro gli ebrei in quanto tali.