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Gaza Sotto Assedio – Gli Stati Uniti Bloccano la Tregua ONU, mentre gli Aiuti diventano Strumento di Guerra

L’ennesimo veto Usa paralizza il Consiglio di Sicurezza. “Gaza Humanitarian Foundation” si rivela un’operazione militare travestita da ONG: 102 civili uccisi mentre cercavano cibo.

5 Giugno 2025

Esmeralda Mameli 

Il 4 giugno 2025 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito per votare una risoluzione proposta dai dieci membri non permanenti (E10) che chiedeva un “cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” nella Striscia di Gaza, oltre al rilascio degli ostaggi e alla revoca delle restrizioni umanitarie. Quattordici voti favorevoli su quindici. Ma gli Stati Uniti hanno detto NO!

Si è trattato del primo veto della nuova amministrazione Trump. L’ambasciatrice ad interim, Dorothy Shea, ha bollato il testo come “inaccettabile”, accusandolo di non condannare esplicitamente Hamas e di “premiare la sua intransigenza”. Un copione già visto: era stato Joe Biden a bloccare un’analoga risoluzione nel novembre scorso.

Mentre la diplomazia internazionale si infrange contro il veto americano, sul terreno continuano i massacri. A Khan Younis, un drone israeliano ha colpito una tenda di rifugiati presso la scuola Al-Innawi: 12 vittime, tra cui donne e bambini, secondo il portavoce della protezione civile di Gaza, Mahmoud Bassal. Altri 4 morti sono stati registrati in altre aree della Striscia.

Il 3 giugno, vicino a un centro di distribuzione di aiuti umanitari, 27 palestinesi sono stati uccisi da colpi d’arma da fuoco sparati dai militari israeliani. Secondo l’esercito, si trattava di “colpi di avvertimento” per tenere lontani i sospetti che avrebbero potuto minacciare la sicurezza dei soldati. La Croce Rossa ha confermato le vittime e l’IDF ha annunciato un’indagine interna, promettendo di “scoprire la verità”.

La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), ONG incaricata da Israele e Stati Uniti della distribuzione degli aiuti nella Striscia, è finita al centro delle polemiche.

Fondata da ex agenti della CIA e contractor militari, con sede nel paradiso fiscale del Delaware, GHF ha introdotto sistemi di riconoscimento facciale per “identificare cellule di Hamas” tra i civili affamati. I suoi centri sono sorvegliati da mercenari israeliani e americani armati.

Secondo l’ONU, GHF rappresenta “un’operazione militare mascherata da iniziativa umanitaria”, motivo per cui l’organizzazione internazionale ha rifiutato qualsiasi collaborazione. Il bilancio delle sue attività è drammatico: 102 palestinesi uccisi mentre cercavano cibo.

Il direttore esecutivo della GHF, Jake Woods, si è dimesso, definendo “incompatibile” il modello operativo con l’etica degli aiuti umanitari. “Controllare la popolazione affamata con lo screening biometrico e accusare Hamas dei morti è una strategia militare, non un’azione umanitaria”, ha dichiarato.

Il 5 giugno, GHF ha annunciato la sospensione delle operazioni a Gaza per “lavori di manutenzione e riparazione”. Nessuna data certa di riapertura è stata comunicata. Il blackout umanitario prosegue.

La crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli catastrofici. Ospedali bombardati, civili in fuga, fame, sete, blackout elettrici. Secondo le agenzie internazionali, l’intera popolazione è a rischio sopravvivenza, ma mentre la comunità internazionale chiede una tregua, le logiche geopolitiche sembrano prevalere sulla vita. Gli aiuti diventano strumento di guerra. I rifugi, obiettivi militari. E la speranza, sempre più lontana.

Quello che accade a Gaza non è solo un conflitto. È un test per l’umanità, per il diritto internazionale, per la verità. E mentre i civili muoiono tra le tende e le macerie, il silenzio o il veto dei potenti parla più forte delle bombe.


Cos’è il veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU

Il veto è il potere di bloccare una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, anche se approvata dalla maggioranza. Questo potere è detenuto esclusivamente dai cinque membri permanenti del Consiglio: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito.
Ogni volta che uno di questi Paesi vota “NO”, la risoluzione non può essere adottata, indipendentemente dal numero di voti favorevoli.

🔹 Il veto è spesso oggetto di critiche perché può paralizzare decisioni su crisi umanitarie e conflitti.
🔹 Nel caso di Gaza, gli Stati Uniti hanno esercitato il veto per impedire l’approvazione di una risoluzione che chiedeva il cessate il fuoco immediato e l’accesso umanitario alla popolazione civile.