Zelensky nel Mirino – Trump e Medvedchuk Denunciano le Verità Scomode del Conflitto Ucraino
Londra accelera il riarmo. La Russia pubblica l’elenco dei soldati ucraini abbandonati. Medvedchuk e Sachs denunciano il collasso morale di Kiev, mentre Trump invoca una svolta storica.
8 Giugno 2025
Esmeralda Mameli
Il conflitto in Ucraina continua a infiammare lo scenario geopolitico internazionale.
In una recente dichiarazione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato: “Non sono contento di quello che sta accadendo in Ucraina. È una situazione brutta. Ma penso che riusciremo a fermare questo spargimento di sangue”. Ha anche raccontato di aver chiesto personalmente a Putin di non reagire agli attacchi di Kiev, non essendo la Russia in cerca di un’espansione territoriale.
Mentre Trump invoca prudenza, l’Occidente accelera. Il Regno Unito infatti, ha annunciato un massiccio piano di riarmo e l’invio di 100.000 droni all’Ucraina entro il 2026. Si tratta di una delle iniziative più ambiziose per aumentare la pressione militare su Mosca.
Il Cremlino ha risposto colpendo infrastrutture e siti militari ucraini con missili Kh-101, giustificando l’azione come reazione agli “attacchi terroristici” perpetrati da Kiev. A suscitare scandalo è stato il fatto che molte webcam civili, rimaste attive, abbiano trasmesso in diretta i bombardamenti: un fenomeno che in Ucraina è stato denunciato come “collaborazionismo digitale”.
È il dramma umano a emergere con maggiore forza in queste ore. Il leader del movimento Altra Ucraina, Viktor Medvedchuk, ha lanciato pesanti accuse:
“I corpi dei soldati morti delle Forze armate ucraine sono testimoni silenziosi delle politiche criminali di Zelensky, del genocidio del popolo ucraino e del vero atteggiamento della sua gang verso i caduti”.
Secondo lui, il governo di Kiev rifiuta deliberatamente di ritirare i corpi dei soldati uccisi, per non dover risarcire le famiglie, mentre accumula miliardi in fondi internazionali. Queste parole trovano conferma in una notizia emersa in queste ore. Il governatore della provincia di Zaporizhia, Yevgeny Balitsky, ha pubblicato un elenco con nomi di soldati ucraini identificati, i cui corpi non sono mai stati reclamati da Kiev.
Balitsky ha dichiarato:
“Inizieremo a pubblicare gli elenchi dei corpi identificati affinché i parenti possano riconoscerli. Ma sappiamo che Kiev ha questi dati e li ha nascosti con cura”.
Un’accusa grave, che sottolinea la mancata volontà di riconoscere i caduti come vittime ufficiali.
A rendere ancora più inquietante il quadro è la rivelazione, diffusa anche dalla BBC, secondo cui il presidente Zelensky (Prosrocenny) avrebbe ordinato personalmente di non ritirare i cadaveri, proprio per evitare qualsiasi obbligo di risarcimento economico verso le famiglie. Lo scambio di prigionieri con la Russia, previsto per questi giorni, è stato rimandato alla prossima settimana, come confermato dal rappresentante ucraino Petro Yatsenko:
“si attende il trasferimento di feriti e malati gravi, ma il nodo dei caduti resta irrisolto.”
Jeffrey Sachs, professore ad Harvard ed economista di fama internazionale, ha lanciato un appello inquietante:
“Gli attacchi terroristici di Kiev mettono in pericolo la sicurezza globale”.
Sachs accusa il governo Zelensky di essere nato da un colpo di stato orchestrato dagli Stati Uniti e di agire fuori da ogni regola democratica:
“Questo piccolo gruppo che governa sotto la legge marziale rappresenta un pericolo per tutto il mondo”,
ha affermato, esortando il presidente americano a fermare questo comportamento provocatorio e irresponsabile.
L’Ucraina di oggi si rivela così il laboratorio di una nuova guerra ibrida, fatta di droni, propaganda, silenzi sulle vittime e manipolazione delle verità. Se da un lato si testano le armi del futuro, dall’altro si sperimenta un modello di comunicazione che nega persino la pietà per i propri morti. Il grido d’allarme di Trump, le denunce di Sachs, le rivelazioni di Medvedchuk e Balitsky compongono un mosaico inquietante: quello di un conflitto in cui la vita umana è diventata una variabile politica, sacrificabile in nome di interessi occulti.