attualità

Presto dei referendum non ce ne ricorderemo più

13 Giugno 2025

Canio Trione

Finalmente questa pietosa sceneggiata dei referendum è finita; ed è finita come si pensava dovesse andare. Qualcuno dei promotori si è positivamente meravigliato di cotanta affluenza e si dice moderatamente soddisfatto. Anche lui era certo di una affluenza minore e cioè non credeva in questi referendum! Allora perché sono stati avviati e hanno fatto spendere tanti soldi ai contribuenti? È solo disprezzo per il bilancio pubblico così radicato tra i fruitori dei “diritti” propugnati dai sindacati (diritti che spesso andrebbero chiamati privilegi)? Perché tanto accanimento contro le piccole imprese e autonomi che altro non sono che dei lavoratori rimasti disoccupati? Lavoratori autonomi però privi di diritti che invece sono garantiti ai loro dipendenti e gravanti sui loro conti? I lavoratori autonomi sono lavoratori di serie B? dove sono i sindacati di questi lavoratori che oggi sono i veri “contraenti deboli”?

 Peraltro se si voleva dimostrare la forza elettorale di certa sinistra bastava indire un referendum che chiedesse agli italiani se concordano con l’abolizione delle leggi e leggine che permettono al nostro esecutivo di sostenere economicamente stati belligeranti (senza che se ne veda la utilità). Peraltro se è vero che certa sinistra fa fuoco e fiamme per dimostrare la sua contrarietà alle numerose violazioni del diritto internazionale nelle guerre in corso perché non profittare di questo strumento di democrazia diretta che evidentemente considerano utilissimo? Per entusiasmare gli italiani bastava chiedere loro un parere sui genocidi, sulle guerre, sull’euro o sulla Unione Europea e il promotore sarebbe diventato il più suffragato di sempre disarcionando la destra e la Meloni… una leggenda. Invece se la prendono con le imprese e gli imprenditori “fai da te” privi di diritti (o privilegi), di rappresentanza e di santi in Paradiso.

Quale interesse è così grande da indurre la sinistra a rinunziare alla ipotesi di meritare una barcata di voti e seppellire la destra forse per sempre?

  Il fatto è che, sembra, che questi politicanti siano convinti che governare significa comporre gli scontri tra interessi contrapposti. Per esempio lavoratori contro padroni anche se questi ultimi sono più lavoratori di tutti e sono quelli che danno lavoro (e quindi soldi) ai lavoratori dipendenti e soldi allo stato per pagare stipendi e tasse e previdenza e diritti ai dipendenti pubblici…che poi sono sempre loro stessi tranne alcune numerose lodevoli eccezioni. Invece ai politicanti va spiegato che governare significa dare alle Istituzioni un ruolo non certo venale ma ideale: in Parlamento devono convergere idee non interessi. È ovvio che dentro una idea vi sono interessi ma sono interessi non di qualcuno a detrimento d’altri ma rispondenti ad una idea di vita e di futuro pensati per avere più giustizia e più felicità per tutti. E, francamente, accanirsi sui deboli -gli autonomi- sapendo che sono deboli, ammantandosi di frasari totalmente inadatti significa raccogliere questi pietosi risultati.

 Un sindacato siffatto -avrà pensato la gente- non merita alcuna considerazione e non si sa come mai esiste e come mai ha diritto di entrare nelle questioni delle imprese minori; e la sinistra sta pagando amaramente questo atteggiamento pilatesco tenuto verso il sindacato laddove la società si è evoluta profondamente nonostante la sinistra e i suoi diritti. Certamente anche la destra deve rifondarsi ma quando si sta al governo riesce difficile per più ragioni. Risultato? I cittadini più avveduti non vanno a votare né ai referendum, né mai…e i politicanti sopravvivono grazie a coloro che votano in cambio di qualcosa ….e rimaniamo sempre nello stesso stagno di acque maleodoranti.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore