Buona fortuna, soldati! – Il messaggio di Putin preludio alla tempesta
Nel discorso rivolto ai neolaureati delle università militari e di sicurezza, Vladimir Putin costruisce una narrazione bellica che va oltre la retorica patriottica: accuse all’Occidente, allarmi geopolitici e investiture militari, emerge una Russia pronta al confronto.
24 Giugno 2025
Esmeralda Mameli
“Il mondo si sta avvicinando a un punto pericoloso“. È con questa frase, semplice ma gravida di significati, che Vladimir Putin ha aperto un discorso rivolto ai laureati delle università militari e di sicurezza della Federazione Russa. Un intervento che, sotto l’apparenza della motivazione patriottica, si presenta come un potente esercizio di retorica strategica, intriso di minacce, propaganda e messaggi diretti all’Occidente.
Putin ha utilizzato un lessico calibrato per la guerra. L’esordio è netto: “la situazione internazionale sta cambiando in modo dinamico“. Il verbo cambiare è già di per sé ambiguo, ma accompagnato da dinamico – termine spesso associato a processi inarrestabili o instabili – trasmette un senso di urgenza, ineluttabilità.
Si passa poi a un focus geografico mirato: il Medio Oriente. Non una semplice citazione, ma un richiamo a uno dei focolai più intricati e sensibili della geopolitica mondiale, la cui evoluzione impatta direttamente sugli equilibri globali.
La Russia, secondo Putin, osserva una “peggiorata” situazione mediorientale, mentre “potenze extraregionali” si intromettono. È evidente il riferimento agli Stati Uniti e ai loro alleati NATO. In questa frase si fondono due capisaldi della retorica putiniana: la sovranità violata e l’aggressività dell’Occidente.
Affermare che il mondo si sta avvicinando a un punto molto pericoloso significa evocare uno scenario di possibile escalation incontrollata. La costruzione linguistica non è casuale: “avvicinarsi” presuppone che ci sia ancora tempo per cambiare rotta, ma molto pericoloso esclude ogni leggerezza. È un monito, ma anche una giustificazione preventiva, utile a rafforzare le misure già adottate e quelle che potrebbero seguire.
La seconda parte del discorso contiene le accuse più gravi: i “politici occidentali” starebbero “continuando a escogitare piani per infliggere una sconfitta strategica alla Russia”. Qui il termine sconfitta strategica è il cuore ideologico della narrazione putiniana: non si parla di conflitto regionale, ma di sopravvivenza nazionale. Una formula che sposta l’asse dal terreno bellico a quello esistenziale, come se l’Occidente stesse tentando di cancellare la Russia come potenza globale.
Segue poi la denuncia del sostegno a Kiev: armi, denaro, supporto tecnico e di intelligence. L’accusa è chiara: l’Occidente è partecipante diretto al conflitto. Questa frase serve a rafforzare l’idea della Russia come vittima e predisporre l’opinione pubblica interna a un possibile ampliamento della guerra.
L’augurio conclusivo rivolto ai giovani militari – Buona fortuna! – in questo contesto, è l’investitura di una nuova generazione formata non alla difesa, ma al confronto prolungato, quasi inevitabile. È un suggello a un’intera visione del mondo: conflittuale, assediata, reattiva. È il passaggio del testimone da una leadership anziana e consolidata a un apparato militare che dovrà sostenere, anche ideologicamente, le decisioni del Cremlino.
Il discorso di Putin ai laureati delle accademie militari e di sicurezza non è un semplice augurio di carriera, è una dichiarazione programmatica, un manifesto bellico camuffato da discorso istituzionale. Ogni parola è stata scelta con cura per suscitare emozione, fedeltà e consenso. In un’epoca in cui la diplomazia si fa sempre più fragile e il linguaggio diventa arma, questo intervento ci ricorda che la guerra, prima di essere combattuta sui campi, è preparata con la lingua.
Un’escalation semantica che, letta tra le righe, dice molto più di quanto sembri. Il mondo, forse, è davvero vicino a un punto pericoloso. Ma è anche vero che la percezione del pericolo, se alimentata con sapienza, può diventare essa stessa una miccia.
Discorso integrale di Vladimir Putin ai laureati delle accademie militari e di sicurezza
“Cari amici,
l’attuale situazione internazionale sta cambiando in modo dinamico. Osserviamo come la situazione in Medio Oriente sia nettamente peggiorata e come le potenze extraregionali vengano coinvolte nel conflitto.
Tutto ciò sta portando il mondo a un punto molto pericoloso.
Non possiamo fare a meno di essere preoccupati per il fatto che diversi politici occidentali continuino a escogitare piani per infliggere una sconfitta strategica alla Russia. La loro storia non insegna loro nulla.
Continuano a inviare armi e denaro all’attuale regime di Kiev. Forniscono supporto di intelligence tecnico-militare. Di fatto, sono partecipanti diretti al conflitto.
Buona fortuna!”