Italia, miliardi per vaccini e fondazioni – Filantropia globale e crisi interna
Il governo Meloni stanzia altri 400 milioni per progetti vaccinali internazionali. Tajani: «È un dovere morale». Ma in patria aumentano critiche e contraddizioni.
30 Giugno 2026
Esmeralda Mameli
Nel pieno delle difficoltà economiche interne e con una sanità pubblica al collasso, l’Italia conferma la sua partecipazione alla “filantropia globale” destinando centinaia di milioni di euro a iniziative internazionali in campo vaccinale. Un gesto definito “nobile” dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ma che in molti leggono come l’ennesima contraddizione di un sistema politico che da un lato denuncia mancanza di fondi per i bisogni nazionali, dall’altro trova risorse ingenti da devolvere all’estero. Durante il Forum mondiale dei vaccini tenutosi a Parigi lo scorso 20 giugno, Tajani ha annunciato con fierezza un contributo italiano di 150 milioni di dollari all’iniziativa AVMA – African Vaccine Manufacturing Accelerator – promossa da Gavi e Unione Africana per aumentare l’autosufficienza vaccinale del continente africano. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere il 60% di produzione autonoma di dosi entro il 2040, favorendo al contempo l’industria farmaceutica italiana. Pochi giorni dopo, il 26 giugno, il governo Meloni ha ufficializzato anche un contributo di 250 milioni di euro alla Gavi Alliance, la fondazione sostenuta da Bill e Melinda Gates, per il periodo 2026-2030. Una continuità perfetta con le scelte già avviate dai governi precedenti: la Gavi, era stata infatti finanziata anche dal governo Renzi e successivamente sostenuta, fino ad oggi, da diverse forze politiche – inclusi esponenti del PD e del Terzo Polo – che ne rivendicano il valore umanitario.
È proprio questa continuità bipartisan che genera oggi un senso diffuso di disagio nell’opinione pubblica: i cittadini si vedono sempre più spesso privati di servizi essenziali – dalla chiusura dei piccoli ospedali, alla carenza di medici e infermieri, fino alle infrastrutture scolastiche fatiscenti – mentre lo Stato italiano investe cifre da capogiro in iniziative sovranazionali. A ciò si aggiunge la crescente spesa per gli armamenti, che alimenta un clima di diffidenza nei confronti delle scelte governative. Per molti, l’Italia appare pronta a “regalare miliardi” per armi e vaccini, ma lenta e reticente quando si tratta di rispondere alle emergenze interne, dal lavoro precario alla povertà crescente. Il paradosso politico è evidente: un esecutivo che fa del sovranismo la propria bandiera sceglie di rafforzare la cooperazione internazionale sotto l’egida di fondazioni private e programmi multilaterali.
Secondo i dati ufficiali, dal 2006 ad oggi l’Italia ha versato alla Gavi Alliance oltre 1,2 miliardi di dollari. Solo tra il 2021 e il 2025 il contributo è stato pari a 816 milioni, a cui vanno aggiunti gli oltre 400 milioni appena confermati tra AVMA e Gavi per il prossimo quinquennio. Una cifra enorme, che suscita inevitabilmente interrogativi sulla trasparenza, sulla coerenza politica e sulla reale utilità per l’Italia. Tajani, da parte sua, ha motivato l’investimento parlando di “una scelta morale” e di un impegno volto a garantire sicurezza sanitaria, stabilità e riduzione delle migrazioni. Ma il messaggio rischia di non attecchire in un Paese dove milioni di persone faticano a curarsi e dove le famiglie affrontano ogni giorno l’erosione del potere d’acquisto.
Non è un caso che le proteste più accese provengano proprio da settori sociali tradizionalmente vicini alla maggioranza, oggi delusi da uno Stato che sembra guardare più a Bruxelles e a New York che a Palermo, Napoli o Taranto. E non è un caso che lo stesso Premier Meloni, pur evitando proclami su questi temi, abbia autorizzato in silenzio gli stanziamenti, lasciando ai ministri più moderati il compito di giustificarli. Così, mentre i media mainstream celebrano l’Italia come “faro della salute globale”, crescono i dubbi e le domande su quali siano, davvero, le priorità di una classe politica che si dice al servizio degli italiani.
Mentre Gavi ringrazia. Ĺ l’Italia paga.
GAVI ALLIANCE
Nome completo: GAVI – Global Alliance for Vaccines and Immunization
Fondata nel: 2000
Sede: Ginevra, Svizzera
Fondatori principali: Fondazione Bill & Melinda Gates, OMS, UNICEF, Banca Mondiale
Missione dichiarata: Aumentare l’accesso ai vaccini nei Paesi a basso reddito, riducendo le disuguaglianze sanitarie e rafforzando i sistemi sanitari locali.
Modello di finanziamento: Partenariato pubblico-privato. Riceve fondi da governi, fondazioni filantropiche, aziende farmaceutiche e organismi internazionali.
Principali partner: OMS, UNICEF, Banca Mondiale, CEPI, G7, G20, Unione Africana, Unione Europea, fondazioni private.
Attività chiave:
Finanziamento di campagne vaccinali in oltre 70 Paesi
Sviluppo di programmi per la produzione autonoma di vaccini nei Paesi in via di sviluppo
Promozione dell’equità vaccinale attraverso meccanismi di acquisto centralizzato
Contributi dell’Italia:
Oltre 1,2 miliardi di dollari erogati dal 2006
816 milioni stanziati per il periodo 2021–2025
250 milioni appena confermati per il periodo 2026–2030
Critiche e controversie:
Scarsa trasparenza nella gestione dei fondi
Conflitti di interesse con le case farmaceutiche
Dipendenza dei sistemi sanitari locali da fondi esterni
Ruolo crescente delle fondazioni private in decisioni sanitarie pubbliche, ma anche come emblema delle contraddizioni
Sito ufficiale: http://www.gavi.org
Gavi è spesso citata come simbolo di filantropia globale tra potere privato e governance pubblica della salute.