Sfratti e Giustizia al Contrario – La Cassazione Blocca le Espulsioni degli Abusivi. CMI: “Ora lo Stato tutela i criminali”
Una relazione dell’Ufficio massimario della Cassazione solleva dubbi sul protocollo Italia-Albania e invita a frenare gli sfratti per “evitare sofferenze”. La Confederazione Meridionalisti Identitari accusa: “Così si legittima il crimine”.
30 Giugno 2025
Esmeralda Mameli
Un Paese in cui la sofferenza degli occupanti abusivi pesa più dei diritti dei legittimi proprietari. Un Paese in cui la Cassazione invita a riflettere prima di sfrattare, perché chi occupa “potrebbe soffrire”. Un Paese in cui l’illegalità sembra ottenere protezione istituzionale mentre lo Stato appare sempre più impotente. L’Italia, oggi, è tutto questo.
Nella sua ultima relazione, l’Ufficio massimario e ruolo della Corte di cassazione, lo stesso che aveva sollevato perplessità sul decreto Sicurezza, interviene ora sull’accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori e, soprattutto, sulla questione degli sgomberi. Secondo il documento, la procedura accelerata prevista dall’articolo 10 per il rilascio degli immobili occupati abusivamente potrebbe generare “gravi disagi sociali”, in quanto l’occupante “difficilmente potrebbe trovare un nuovo alloggio in poco tempo”.
Una tesi che ha sollevato un vespaio politico. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, “le toghe rosse difendono chi occupa casa” e il riferimento al cosiddetto Ius Salis è una frecciatina diretta a chi, secondo lui, giustifica l’illegalità in nome di un presunto diritto alla sofferenza. Ancora più duro l’intervento di Maurizio Gasparri (Forza Italia): “Forse gli uffici della Cassazione sono stati occupati dai centri sociali”.
Ma è dalla Confederazione Meridionalisti Identitari – CMI, forza politica ispirata a un progetto autonomista e identitario per il Mezzogiorno, che arriva una delle denunce più nette.
INTERVISTA A SERGIO ANGRISANO Giornalista e Coordinatore Nazionale di CMI
“Finalmente la giustizia si schiera apertamente dalla parte dei criminali”, afferma senza giri di parole Sergio Angrisano, Giornalista e Coordinatore nazionale della Confederazione Meridionalisti Identitari. “Chi occupa abusivamente un immobile non potrà essere sfrattato perché – udite udite – potrebbe soffrire. Siamo arrivati al paradosso più assoluto”.
Angrisano paragona questa situazione a quella del diritto alla legittima difesa, più volte messo in discussione: “Così come chi entra in casa per rapinare non può essere fermato, altrimenti rischi di dover pagare i danni al criminale, adesso anche chi ti occupa l’abitazione viene protetto dallo Stato. Non conta se perdi casa tua, i tuoi beni, i ricordi di una vita. Conta solo la ‘sofferenza’ dell’abusivo”.
Per il leader di CMI, si tratta di un vero intervento politico: “La magistratura politicizzata, pur di opporsi alle decisioni dell’esecutivo, entra a gamba tesa nella dialettica istituzionale. Questo episodio mostra ancora una volta quanto sia profonda la spaccatura tra potere giudiziario e potere esecutivo”.
Nel mirino di Angrisano anche l’ipocrisia istituzionale: “Si parla tanto di emergenza abitativa, ma si giustificano i reati. Lo stesso Stato che non riesce a garantire un tetto ai cittadini onesti finisce per premiare chi infrange la legge. È l’Italia al contrario, dove i valori sono capovolti. Come non dare ragione a chi dice che viviamo in un mondo alla rovescia?”
Il riferimento al cosiddetto Ius Salis, evocato ironicamente dai rappresentanti di governo, chiude il cerchio: “Oggi si normalizza l’occupazione e si legalizzano comportamenti devianti in nome di una presunta inclusività. Ma così – conclude Angrisano – l’Italia è diventata il pagliaccio d’Europa”.
Il programma di CMI, difende la legalità, la sovranità nazionale e una giustizia vicina al cittadino, si scontra frontalmente con l’approccio “umanitario” della Cassazione, che in nome di un principio astratto rischia di generare nuovi conflitti sociali. E mentre si continua a discutere nelle aule dei palazzi romani, nel Mezzogiorno e nelle periferie d’Italia, a pagarne le conseguenze sono sempre gli stessi: cittadini onesti e famiglie in difficoltà.