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Coop Alleanza Rimuove Prodotti Israeliani e introduce la Gaza Cola – Etica, Boicottaggio e Solidarietà

La più grande cooperativa di consumatori italiana elimina dagli scaffali articoli provenienti dalle colonie israeliane nei territori occupati e lancia la Gaza Cola, bibita simbolo della resistenza palestinese. Tra valori etici, scelte commerciali e reazioni contrastanti.

1 Luglio 2025

Esmeralda Mameli 

Coop Alleanza 3.0, la più grande tra le cooperative di consumatori del sistema Coop, con oltre 350 punti vendita in otto regioni italiane (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia e Basilicata), ha annunciato la rimozione dagli scaffali di alcuni prodotti israeliani, in particolare quelli provenienti da insediamenti situati nelle colonie ritenute illegali nei territori palestinesi. Contestualmente, ha deciso di introdurre nei propri supermercati la “Gaza Cola”, una bibita gassata lanciata da un’iniziativa solidale palestinese per sostenere la popolazione di Gaza.

La scelta è stata comunicata dopo la riunione del Consiglio di amministrazione della cooperativa, avvenuta il 21 giugno scorso, sulla base di una valutazione della Commissione Etica interna. A spingere verso questa direzione sono stati anche diversi soci e attivisti, che da tempo sollecitavano un intervento in linea con la campagna internazionale di boicottaggio nei confronti di prodotti legati all’occupazione israeliana dei territori palestinesi. A essere ritirati dagli scaffali sono stati, tra gli altri, prodotti come le arachidi e la salsa tahina di importazione israeliana, ma anche i noti gasatori Sodastream, già in passato al centro di controversie per la localizzazione dei propri stabilimenti industriali.

Al posto di questi articoli, Coop Alleanza ha introdotto la Gaza Cola, una bibita ideata nel 2023 dall’attivista palestinese Osama Qashoo, oggi rifugiato a Londra. Prodotta in Polonia e distribuita dal Regno Unito, la Gaza Cola si presenta con lo slogan “Il gusto della libertà” e si propone come alternativa solidale alle multinazionali del settore. Tutti i ricavi derivanti dalla vendita della bevanda sono destinati alla ricostruzione dell’ospedale Al-Karama, nella Striscia di Gaza, bombardato durante i recenti attacchi. La bottiglia, in etichetta, riporta una dedica alle vittime civili e ai rifugiati palestinesi, rendendola un simbolo del sostegno internazionale alla causa umanitaria.

Secondo quanto dichiarato dalla stessa Coop, “non si può restare indifferenti di fronte alle gravi violenze in corso a Gaza e al blocco degli aiuti imposto dal governo israeliano”. La cooperativa ha specificato che la sua non è una presa di posizione politica, bensì un atto coerente con i propri valori fondativi e con l’impegno per la responsabilità sociale e i diritti umani. La decisione si inserisce, infatti, in un più ampio progetto di solidarietà denominato “Coop for Refugees”, volto a sostenere popolazioni in fuga da guerre e persecuzioni in diversi contesti geopolitici, tra cui anche Ucraina, Libano e Sudan.

La mossa ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, molte associazioni, clienti e attivisti hanno salutato positivamente l’iniziativa, definendola un esempio concreto di etica nella grande distribuzione e un segnale importante di attenzione ai diritti dei popoli oppressi. Dall’altro, non sono mancate critiche e accuse di strumentalizzazione politica o marketing opportunistico, con alcuni consumatori che hanno minacciato il boicottaggio dei punti vendita Coop. Sui social, il dibattito è acceso: c’è chi considera la scelta coraggiosa, chi la reputa ipocrita e chi teme conseguenze commerciali e diplomatiche.

Resta ora da capire se la scelta di Coop Alleanza resterà un caso isolato all’interno del sistema Coop o se verrà estesa anche ad altre cooperative del gruppo, come Unicoop Firenze, Coop Lombardia o Nova Coop. In ogni caso, l’introduzione della Gaza Cola e la rimozione dei prodotti israeliani rappresentano un precedente significativo: un’azione simbolica, ma dal forte impatto mediatico, che rilancia il ruolo della grande distribuzione nei temi etici e geopolitici contemporanei.