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Intervista esclusiva al Ministro del Turismo Daniela Santanchè: “ Sospendere le prove sarebbe dannoso per i 30mila candidati che hanno investito tempo e risorse”.

Il bando di guida turistica 2025 non si ferma

Antonio Russo

1 Luglio 2025

Come Virgilio guida Dante attraverso i misteri dell’Inferno, così le guide turistiche accompagnano i viaggiatori alla scoperta delle meraviglie italiane. Oggi, però, chi sogna di diventare guida si trova davanti a un momento di cambiamento e incertezza: la riforma, attesa da oltre dieci anni, ha introdotto nuove regole e avviato un bando che coinvolge circa 30.000 candidati. Nnmagazine.net ha intervistato il Ministro del Turismo Daniela Santanchè per fare chiarezza su quanto sta accadendo, in particolare sul ricorso al TAR del Lazio e sull’udienza fissata per il 14 ottobre 2025. Tanti gli interrogativi e le preoccupazioni degli aspiranti professionisti, mentre – secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore – le prove si svolgerebbero a metà settembre, compatibilmente con la disponibilità delle sedi, che potrebbero essere sette: Milano, Torino, Roma, Chieti, Napoli, Catania e Cagliari.

 

 

 

 

 

 

 

 

A suo avviso, questa riforma migliorerà l’offerta turistica italiana o c’è ancora spazio per aggiustamenti?

“Le guide turistiche rappresentano un pilastro fondamentale per la nostra industria: questi professionisti sono il principale biglietto da visita per chi viene a visitare l’Italia alla scoperta di luoghi, storia e cultura.

E la riforma che abbiamo introdotto, attesa da dieci anni, va a conferire e riconoscere la giusta dignità e la giusta professionalità a queste figure assolutamente essenziali e irrinunciabili per il benessere del comparto, nonché per la custodia, la trasmissione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale.

Considerando la frammentazione regionale che caratterizzava la categoria, era necessario definire un ordinamento professionale univoco e uno standard omogeneo dei livelli prestazionali, anche in linea con il PNRR, con interventi mirati di formazione e aggiornamento professionale, oltre che uno strumento di contrasto all’abusivismo a tutela di turisti e operatori.

La riforma, infatti, introduce la piattaforma digitale ENGT, la cui area privata consente alle guide già in possesso del titolo di registrarsi, ottenere un QR Code univoco e operare legalmente su tutto il territorio nazionale, mentre la parte pubblica permette ai turisti e agli operatori di trovare facilmente guide abilitate e di conoscere le loro specializzazioni e competenze linguistiche.

Un risultato che costituisce una svolta per questa categoria professionale e per l’intero settore, e che è stato possibile raggiungere grazie alla fattiva collaborazione tra Ministero e associazioni delle guide turistiche, portando l’industria a un livello successivo in quanto a qualità dei servizi offerti”.

Come ha dialogato il Ministero con il mondo delle guide?

“Il Ministero, sia a livello politico che a livello tecnico, dialoga costantemente con le associazioni di categoria per accogliere le loro esigenze e le loro necessità, spunti e input, nell’ottica di una riforma coesa e coerente, adeguata e solida, efficace, ad esempio nell’ambito dei futuri corsi di aggiornamento e di specializzazione. Questa è però un’impostazione che vale sempre, non soltanto in merito alla riforma delle guide, è nel nostro DNA, perché ci consente di intercettare, accogliere, conoscere e analizzare le istanze, le idee, le difficoltà e le criticità che il settore vive quotidianamente. Abbiamo un rapporto costante con le Associazioni e le Regioni, che alimentiamo in una dimensione orizzontale e paritetica, e che ci ha permesso – in particolare – di mettere a punto una riforma aderente alla realtà delle guide”.

“I circa 30 mila candidati al bando temono di essere messi in difficoltà la situazione. Cosa si sente di dirgli per rassicurarli? Il ricorso al TAR da parte di alcune associazioni di categoria è un segnale forte. Si aspettava una contestazione di questo tipo?

Su questo punto facciamo chiarezza: non si tratta di “alcune associazioni” di categoria, ma di una sola, tanto che in generale abbiamo ricevuto consensi e apprezzamenti per l’impegno, l’attenzione e il lavoro svolto, da tutte le altre con cui dialoghiamo, come ad esempio Federagit.

Vorrei ricordare, per altro, che il decreto ministeriale contenente il nuovo Regolamento è un progetto chiave per il PNRR, che ha destinato finanziamenti significativi al settore del turismo, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la competitività del settore turistico. E, ai fini dell’adozione del Regolamento, abbiamo ascoltato e ci siamo confrontati con tutte le associazioni di categoria, inclusa la ricorrente, e sono stati raccolti i pareri favorevoli di tutti gli organi competenti, come la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, il Consiglio di Stato e la Commissione Europea.

Inoltre, precisiamo che il bando non è stato sospeso in sede cautelare e che l’ordinanza emessa riguarda esclusivamente la fissazione dell’udienza, senza perciò compromettere l’efficacia dell’atto, per cui nulla osta a che la procedura prosegua. Peraltro, il TAR del Lazio ha segnalato che il ricorso iniziale potrebbe essere respinto perché notificato in ritardo, e questo potrebbe avere conseguenze anche sulle contestazioni successive aggiunte al ricorso.

Sospendere le prove d’esame, in attesa della sentenza del TAR, sarebbe dannoso per il settore turistico e, soprattutto, per i circa 30.000 candidati che hanno investito tempo e risorse nella preparazione per ottenere una qualifica professionale. Anche le associazioni di categoria hanno chiesto al Ministero del Turismo di non interrompere la procedura.

La prosecuzione degli esami è preferibile per non vanificare il lavoro svolto e per evitare il rischio di richieste di risarcimento danni da parte dei candidati, qualora il ricorso venisse respinto.

Inoltre, la complessità organizzativa dell’esame – che prevede tre prove in più sedi – rende impossibili ulteriori rinvii, pena il ritardo biennale di una procedura che per legge dovrebbe essere annuale.

La soluzione più sensata è procedere celermente con la prova scritta, pronti a gestire le decisioni del TAR, pensando ai 30.000 candidati in attesa”.

 

 

 

 

 

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore