Le Fiabe del Centrino: vernissage di Barbara Karwowska al Centro Studi Pietro Golia di Napoli
Napoli, 21 giugno 2019
COMMUNICATO STAMPA
Le Fiabe del Centrino: vernissage di Barbara Karwowska al Centro Studi Pietro Golia di Napoli
Giovedì 4 Luglio 2019, alle ore 18:00, presso il Centro Studi Pietro Golia di Napoli, si svolgerà l’inaugurazione della mostra dal titolo “Le Fiabe del Centrino”, personale dell’artista Barbara Karwowska. Al vernissage della nota pittrice polacca saranno presenti: Maurizio Vitiello (Sociologo e Critico d’Arte), Luigi Branchini (Presidente del Centro Studi Pietro Golia) e Ivan Guidone (Giornalista e Curatore della Mostra). Nel corso dell’inaugurazione della mostra – che terminerà il 4 Agosto – sarà presente anche la Karwowska che leggerà al pubblico alcuni stralci di fiabe collegati ai suoi quadri.
Il titolo della personale, “Le Fiabe del Centrino”, deriva da un motivo decorativo molto caro all’artista (usato a mo’ di aureola o corona nei suoi quadri) e dalla sua ispirazione ad alcune fiabe popolari napoletane quali “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile.
Come il tessuto ricamato, così il centrino dipinto dalla Karwowska assume una duplice funzione: decorativa e protettiva. Il primo lavoro nel quale comparve questo motivo decorativo venne realizzato nel 1999 e si trattava de “Il Rosario”, un dipinto di grandi dimensioni composto da 27 tele e due pannelli, donato alla Villa Colombaia di Luchino Visconti ad Ischia. Il centrino assume così un significato simbolico, vuole proteggere il mondo interiore delle personalità ritratte dalla Karwowska.
Le opere esposte vedranno altri due elementi ricorrenti: la corona e la girandola. La corona diviene il simbolo della potenza interiore, mentre la girandola, quello della fanciullezza e dell’innocenza, rappresentato anche come un mezzo per affrontare con leggerezza le difficoltà della vita e per ritornare un po’ bambini. Evocatrice di leggerezza e movimento la girandola diviene nel “Il Trionfo della Pace” anche il simbolo della serenità. Le tele sono essenzialmente tricromatiche, realizzate con l’utilizzo del marrone, del viola e del bianco. Il marrone, colore dell’artigianato e della natura, rappresenta la vitalità intesa come equilibrio tra corpo e mente; il viola aumenta il mistero e la magia delle sue opere; il bianco invece oltre a conferire luminosità, indica la purezza e la spiritualità del processo creativo.
Al Centro Studi Pietro Golia saranno esposti 9 dipinti di grande formato, tra i quali 6 opere ispirate delle fiabe popolari napoletane:
• C’era una volta il Re di Vallepelosa, che aveva una figlia chiamata Zoza (anno 2013, olio su tela, 150×100 cm);
• Arre Cacaore! Il racconto dell’orco (anno 2013, olio su tela, 150×100 cm);
• La faccia di capra (anno 2014, olio su tela, 150×100 cm);
• La mortella (anno 2014, olio su tela, 150×100 cm);
• La Gatta Cenerentola (anno 2014, olio su tela, 150×100 cm);
• La malinconica principessa Zoza (anno 2013, olio su tela, 150×100 cm).
Durante la personale della Karwowska, saranno esposti anche alcuni ritratti di personaggi collegati al suo mondo delle fiabe (Giambattista Basile, Roberto De Simone, eccetera…) e la serie di quadri “Sembrano finestre”, cotituite da 16 tele piccole di 20×20 cm. Riferendosi proprio a questa serie di quadri, la scrittrice Ornella della Libera scrive: «Sembrano finestre, volti affacciati alle finestre del mondo (anche quello virtuale), che guardano, smarriti, sorpresi, intimiditi, insicuri, con rispetto, con timidezza, con educazione l’altro, il diverso, la situazione che sta accadendo, scrutano, scorgono, sbirciano, quasi come se volessero guardare senza essere visti, come se volessero essere fantasmi, invisibili al mondo che invece vuole essere visto, essere protagonista, al centro dell’ attenzione. Loro no. Non sono morbosi voyeurs della vita degli altri: i loro visi sono incompleti, non hanno e non mostrano la loro identità completa, non vogliono essere riconosciuti ed essere riconoscibili. Sono frammenti di vita, frammenti d’identità incomplete, sono pezzi di mosaico di vita, pezzi di puzzle che solo l’Amore può definire, completare.»