Giustiziano il dissidente tedesco-iraniano Jamshid Sharmahd. Berlino dispone la chiusura dei consolati iraniani.
Napoli, 31 Ottobre 2024
Esmeralda Mameli
In risposta all’esecuzione del dissidente tedesco-iraniano Jamshid Sharmahd avvenuta lo scorso 28 ottobre, la Germania ha disposto la chiusura dei consolati iraniani sul suo territorio.
Sharmahd era noto per il suo attivismo e la sua opposizione al regime iraniano.
Venne arrestato in Iran nel 2020 con l’accusa di essere coinvolto in attività contro il governo che svolgeva attraverso una rete di media. Fu associato al Tondar, un gruppo di opposizione considerato dal regime iraniano di stampo terroristico. Dopo un lungo e farraginoso processo legale Sharmahd venne condannato a morte. Ciò suscitò grandi preoccupazioni a livello internazionale specie riguardo alla tutela dei diritti umani e al trattamento riservato ai prigionieri politici in Iran. Gli appelli degli attivisti affinchè il governo iraniano rispettasse i diritti del prigioniero e garantisse un giusto processo sono giunti accorati da tutto il mondo.
“Non si tratta di un’esecuzione, ma dell’omicidio extragiudiziale di un ostaggio”, ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore dell’ong Iran human rights (Ihr), che ha sede in Norvegia.
“L’esecuzione di Sharmahd è uno scandalo che condanno con la massima fermezza”, ha affermato sul social network X il cancelliere tedesco Olaf Scholz, sottolineando che “non ha avuto la possibilità di difendersi durante il processo”.
“Quanto è accaduto dimostra ancora una volta la natura disumana del regime di Teheran”, ha dichiarato la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, aggiungendo che Berlino aveva spiegato a Teheran più volte “che l’esecuzione di un cittadino tedesco avrebbe avuto gravi conseguenze”.
La scelta della Germania sia sul piano diplomatico sia su quello politico appare complessa e ha generato opinioni contrastanti. Mentre da un lato c’è chi sostiene la presa di posizione di Berlino considerandolo un segnale forte di protesta contro la violazione dei diritti umani e l’uso della pena di morte in Iran, dall’altra parte c’è chi ritiene che la chiusura dei consolati potrebbe ulteriormente compromettere le relazioni diplomatiche riducendo le opportunità di dialogo tra i due paesi.