Cultura e Inclusione: La Sfida dell’Analfabetismo nel Mondo Moderno.
Napoli, 3 Novembre 2024
Esmeralda Mameli
La lotta all’analfabetismo ha seguito un percorso lungo, articolato che ha coinvolto i governi, la Chiesa, le organizzazioni internazionali, le comunità locali, gli insegnanti e i volontari che nel corso dell’ultimo secolo si sono dati come comune obiettivo quello di garantire il diritto e il dovere all’istruzione per quelle fasce più deboli della popolazione e in quelle zone più rurali del pianeta. Un iter che ha dovuto plasmarsi al decorso del tempo, ai cambiamenti sociali, economici e tecnologici ancora in atto.
In Italia nel 1859 la legge Casati rese obbligatoria la frequenza dei primi due anni della scuola elementare.
Nel 1923 la Riforma Gentile innalzò l’obbligo scolastico fino a 14 anni.
L’ esigenza di competenze sempre più specifiche e settoriali nel mondo del lavoro spinse anche altri paesi ad imporre l’obbligo scolastico per garantire un minimo di istruzione per i dipendenti.
Tra gli anni ’50 e ’60 vennero introdotti veri e propri programmi per adulti con lo scopo di alfabetizzare la popolazione.
In Italia dal 1960 al 1968 venne trasmesso dalla RAI il programma televisivo organizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione “Non è mai troppo tardi” condotto dal maestro Alberto Manzi a cadenza trisettimanale. Il successo della trasmissione si deve al fatto che oltre 1 milione e mezzo di spettatori riuscì ad ottenere la licenza elementare seguendo lezioni televisive.
L’agenzia ANSA scrive: ” Manzi parlava e disegnava, sorrideva, guardando negli occhi chi era a casa davanti alla tv, rivolgeva domande curiose a un vasto pubblico fatto anche di bambini e bambine che andavano a scuola, ma che al pomeriggio rimanevano davanti allo schermo.”
Oggi nei paesi sviluppati l’analfabetismo è quasi totalmente debellato pur se emerge una nuova forma di analfabetismo: l’analfabetismo funzionale.
Individui funzionalmente analfabeti pur avendo acquisito le competenze base di letto-scrittura e calcolo non sono in grado di comprendere testi, informazioni mediche, articoli di giornali, documenti ufficiali, manuali di lavoro, cartine stradali, ecc. Non sanno interpretare e utilizzare tabelle, grafici, hanno scarso senso critico, non sanno usare le informazioni in modo efficace nella vita quotidiana.
Pertanto, è necessario che la scuola si ponga un ulteriore obiettivo: consentire agli alunni meno brillanti di raggiungere l’alfabetismo funzionale.
L’alfabetizzazione civica di una società permette ai cittadini di comprendere i testi e i documenti base per avere cittadini competenti. Cittadini competenti interagiscono nel tessuto socio- politico, colgono opportunità lavorative, comprendono le indicazioni sanitarie, usano la tecnologia.
L’ apprendimento continuo è fattore essenziale per promuovere un ambiente culturale inclusivo.