Overtourism e Comunità locali – Opportunità Economica o Minaccia?
Napoli, 14 Novembre 2024
Esmeralda Mameli
La storia ci ricorda come nel corso del tempo gli uomini abbiano iniziato a spostarsi da una località all’altra per svariati motivi.
In epoca romana i patrizi, gli equites, i senatori e i nobiles amavano recarsi verso località di villeggiatura, come Pompei e Baia, per riposarsi e godere di momenti di svago.
Nel Medioevo le persone si recavano verso luoghi sacri come Roma, Gerusalemme, Santiago de Compostela, dando vita alle primordiali forme di pellegrinaggio religioso.
Fu il Grand Tour, che dette vita al turismo moderno tra il XVII e il XVIII secolo. Un viaggio educativo intrapreso dai giovani aristocratici europei, soprattutto di origine inglese, che aveva lo scopo di completare la loro formazione culturale mediante la visita diretta alle città d’arte italiane, francesi e tedesche.
Nel XIX secolo la Rivoluzione industriale con la nascita delle ferrovie permise alle persone di muoversi con più facilità e a costi contenuti per partecipare a fiere, incontri d’affari, effettuare viaggi culturali o di studio, ecc. Ciò favorì l’avvio al turismo di massa che raggiunse la sua esplosione nel XX secolo grazie all’espansione delle linee aeree commerciali e alla crescita dell’economia globale.
In questo contesto, il turismo si pone come un’industria primeggiante, capace di evolversi e di diversificarsi.
Il turismo sostenibile sta avendo una forte eco, poiché cerca di ridurre il degrado ambientale favorendo un equilibrio tra turisti e comunità locali. Soddisfacendo le esigenze dei turisti, il turismo sostenibile, promuove la conservazione dell’ambiente mediante il risparmio idrico ed energetico, la realizzazione di strutture che rispettino gli standard ecologici, il rispetto per le culture e i prodotti locali, l’incentivo all’uso di mezzi di trasporto che riducono l’impatto sull’ambiente e migliorino la qualità della vita nelle aree urbane e rurali.
Il turismo esperenziale consente l’interazione dei viaggiatori con le persone del posto per apprenderne la storia, le tradizioni, l’enogastronomia, l’artigianato e gli stili di vita mediante la partecipando a laboratori, corsi di cucina ed escursioni.
Il turismo digitale favorisce l’uso di internet per la prenotazione di alloggi, voli e attività turistiche. Le innumerevoli applicazione aiutano i viaggiatori a pianificare il loro itinerario, a trovare punti di ristorazione, a ottenere traduzioni simultanee, a condividere le loro esperienze, a verificare le recensioni, a effettuare tour virtuali di musei, città storiche o attrazioni turistiche, e così via.
Il turismo può avere un’incidenza diversa sulle destinazioni visitate, divenendo una risorsa preziosa per lo sviluppo socio-economico delle comunità locali. E’ di sicuro un’importante fonte di incremento delle entrate locali e nazionali; favorisce il miglioramento delle infrastrutture urbane come strade, trasporti pubblici, porti, aeroporti e delle strutture culturali e ricettive come teatri, parchi, musei; preserva la conservazione di siti storici, culturali e naturali; incentiva lo sviluppo delle attività locali. Di contro, l’eccessivo numero di turisti può essere causa di sovraffollamento, di riduzione della qualità della vita per gli autoctoni costretti a fronteggiare traffico, file interminabili, innalzamento dei prezzi degli affitti, riduzione della disponibilità degli alloggi, degrado ambientale, incremento degli sfratti e gentrificazione.
In molte città italiane si sta assistendo a manifestazioni di protesta conto l’overtourism. Movimenti di cittadini denunciano come città turistiche come Napoli, Roma, Firenze, Bologna siano ormai invivibili. Gli attivisti segnalano la trasformazione delle città in mete turistiche che non tengono conto delle esigenze di vivibilità dei residenti, pertanto, chiedono un maggior controllo, da parte delle istituzioni, del numero dei visitatori per minimizzare gli effetti negativi del turismo di massa.