Colpo di grazia all’olio italiano. I “cecchini” sono ancora quelli del PD

Goffredo Bettini e Alessia Mosca.
Goffredo Bettini e Alessia Mosca.

Sono Alessia MoscaGoffredo Bettini i deputati (manco a dirlo) del PD  a capitanare la delegazione sul voto all’importazione senza dazi di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia. Questa ulteriore quota si aggiunge alle 56.700 tonnellate annue già previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia e sarà in vigore per due anni.

Un aumento del 40% di importazione di olio distruggerà irrimediabilmente la produzione olivicola del Sud Italia. Si ripete così lo stesso schema che ha portato ad annientare la produzione di arance italiane. Sono in molti oramai a credere che dietro l’invasione dell’olio tunisino ci sono precisi interessi economici in gioco: l’obiettivo sarebbe quello di affossare i piccoli e medi produttori del Sud Italia, mentre alle grandi multinazionali e alla GdO (Coop in primis) viene data la possibilità di comprare a prezzo stracciato l’olio extraeuropeo per poi spacciarlo Made in Italy, come in passato già appurato dalle inchieste della magistratura.

Poco importano alla Mogherini, che ha ideato il piano, le conseguenze economico-sociali di questa politica suicida. Il Ministro per gli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale sembra rispondere a pieno,  giorno dopo giorno, a quello che è meglio conosciuto come “Piano Kalergi”, un progetto che vede sempre più nitida la sostituzione dei popoli europei (in primis quelli mediterranei) con i nuovi schiavi, di gran lunga “più a buon mercato”. I popoli nord africani.

In questo macro contesto si inseriscono ulteriori dinamiche “minori” ma non per queste non degne di nota, difatti, oltre agli enormi stanziamenti (solo nel 2011 l’Europa ha stanziato per la sola Tunisia, nel programma di macro assistenza finanziaria ben 800 milioni di euro, mentre nel 2015 sono stati erogati altri 100 milioni di euro, una prima tranche di un prestito complessivo di 300 milioni), talune “operazioni mirate” vengono fatte esclusivamente a beneficio di ben determinate figure politiche. Eclatante nella fattispecie è il caso che vede ricoprire il ruolo di primo ministro tunisino da tale Habib Essid, l’attuale maggior produttore di olio del paese ex direttore esecutivo del Consiglio Oleico Internazionale. Da qui il forte sospetto che questa importazione senza dazi doganali sia nei fatti un “favore” al potente uomo politico e non un aiuto al popolo tunisino.

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