L’Italian Food che fa tendenza
La “Tre giorni” per la promozione delle regioni del Sud si è conclusa proprio a Napoli, con la partecipazione viva e sentita di numerosi membri dei paesi esteri come Bulgaria, Germania, Inghilterra e Svizzera.
L’evento è stato svolto il 9 Settembre presso i saloni del Palazzo dei Congressi della Mostra di Oltremare, ed è stato promosso ed organizzato da Isnart, Unioncamere e Ministero dei Beni Culturali e Turismo.
Nel corso della Conferenza Stampa di apertura sono stati affrontati i diversi aspetti che caratterizzano questo importante segmento produttivo.
Il settore dell’Enogastronomia rappresenta il quarto elemento che spinge un viaggiatore (turista) a scegliere una destinazione più tosto che un’altra, il cibo ingenera le stesse emozioni che possono essere prodotte ammirando uno scenario, un panorama e perché no, un quadro d’autore. Il nostro cibo racconta la nostra storia, la nostra cultura, le nostre radici, un importante motivo per salvaguardare gli antichi metodi di produzione, ma soprattutto per salvaguardare originalità e provenienza dei materie prime e dei trasformati. E’ in atto una vera e propria guerra alla contraffazione (nonostante, limiti e divieti imposti dall’Europa).
I prodotti contraffatti non danneggiano solo la nostra economia, essi danneggiano più di ogni altra cosa la nostra storia. Quindi non semplicemente un azione meramente economica, la tutela della qualità e della provenienza dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole è essenzialmente un fatto culturale. Pochi sanno che all’ora di pranzo, nel mondo circa 3 mln di persone di fare una esperienza enogastronomica italiana, il compito dei produttori e di chi è preposto ai controlli è di far si che queste persone abbiano sempre più voglia di mangiare, bere, assaporare italiano. Il Work-Shop superando ogni ragionevole aspettativa ha prodotto molte opportunità di “scambi” particolare interesse da parte degli operatori internazionali presenti verso prodotti di nicchia, quali: fichi, olio, trasformati del pomodoro e molti delle tantissime varietà di “vini” provenienti da vitigni autoctoni campani. Non sono mancati momenti ludici e culturali, ma anche esperienze enogastronomiche offerte in alcuni rinomati ristoranti napoletani. Un lungo viaggio attraverso la Storia, il cibo e i profumi di una terra di mare ricca di sapori unici e di ospitalità.
La Campania si presenta ai buyers, tour operator, giornalisti e food blogger del Regno Unito, Germania, Bulgaria e Svizzera nel corso della tre giorni dedicata alla regione del Sud Italia nell’ambito dell’iniziativa internazionale “ItalianfoodXp” realizzata dall’Isnart, l’istituto italiano di ricerche turistiche delle Camere di Commercio italiane in collaborazione con il ministero per i Beni Culturali e il Turismo. Circa quaranta i produttori campani selezionati, 26 strutture ricettive e 15 tour operator incontreranno, presso il Centro Congressi della Mostra d’Oltremare, la delegazione di quattro dei dodici Paesi europei selezionati per il mercato della Campania per rafforzare gli scambi commerciali e i flussi turistici grazie a “ItalianfoodXP”, l’iniziativa di promozione delle produzioni enogastronomiche certificate delle regioni del Sud Italia che sta coinvolgendo nel Regno Unito, Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Repubblica Ceca, Polonia e Bulgaria fino ad ottobre, circa 400 produttori under 40 selezionati con bando pubblico, la rete dei Ristoranti Italiani nel mondo certificati da Isnart, le Camere di Commercio italiane all’estero e oltre 400 tra buyer, professionisti del food e del turismo, giornalisti, stakeholder e istituzioni italiane e straniere.
Il roadshow estero ha preso il via lunedì 5 settembre a Londra e proseguirà fino a metà ottobre in 15 città europee, mentre Napoli è la prima tappa delle iniziative nelle sei regioni del Sud dove sono previsti incontri professionali e tour in alcune località turistiche.
Oltre 200 ristoranti italiani in 12 Paesi europei con 9 milioni di clienti l’anno, selezionati tra gli oltre 2000 certificati all’estero con il marchio Ospitalità italiana coinvolti nell’iniziativa, e 200mila persone che tra settembre e ottobre potranno vivere le emozioni dei prodotti, dei piatti tipici delle 6 regioni del Sud Italia e scoprire le località turistiche. Si tratta della prima iniziativa internazionale che mette insieme i territori e le località turistiche delle sei regioni meridionali e l’eccellenza della produzione certificata (Dop e Bio), attraverso un’azione di promo-commercializzazione off e on line.
E’ attiva una piattaforma multimediale (www.italianfoodxp.it) e una pagina Facebook multilingue per tutte le nazioni coinvolte con la possibilità di condividere tutti i contenuti sui social network. I produttori selezionati, inoltre, potranno far conoscere il proprio brand ai clienti dei ristoranti attraverso link ai menu realizzati durante le settimane tematiche del food delle regioni meridionali, organizzate in collaborazione con le Camere di Commercio italiane all’estero, e i clienti potranno acquisire informazioni sui prodotti dei piatti proposti e scoprirne la zona d’origine anche per una futura vacanza, accompagnati dall’apposita app dell’iniziativa che li guiderà in percorsi enogastronomici e turistici di eccellenza.
Per un’intera settimana, nel periodo settembre-ottobre, in ciascun Paese i ristoranti italiani certificati proporranno un menu del Mezzogiorno ispirato alla cucina tipica del Sud Italia.
Nell’ambito della settimana in alcuni ristoranti sono previsti eventi interamente dedicati al Sud, con serate di animazione, presentazioni e degustazioni di prodotti certificati insieme alla promozione delle località turistiche del Mezzogiorno, con la partecipazione di operatori agroalimentari locali, giornalisti, stakeholder e autorità locali e italiane. “Questa iniziativa internazionale mette insieme per la prima volta la promozione dei territori turistici e quella dei prodotti a marchio d’origine e bio meridionali, attraverso una piattaforma multilingue realizzata dall’Isnart che si integra con la rete dei ristoranti italiani presenti nei dodici paesi europei selezionati e certificati Ospitalità italiana”. Lo ha affermato Maurizio Maddaloni, presidente dell’Isnart, che ha aggiunto: “Saranno due mesi, settembre e ottobre, dove in Europa il food parlerà italiano e avrà l’accento e il sapore inconfondibile delle regioni del Sud, con la garanzia di una certificazione di filiera che unisce produttori, prodotti e ristoratori.”
IL TOUR IN CAMPANIA
Alla scoperta dei Campi Flegrei e della città sepolta di Ercolano
La Solfatara, la porta di ingresso degli “inferi” già famosa nell’epoca imperiale romana come dimora del dio Vulcano e i Campi Flegrei, un grande attrattore naturalistico di rara bellezza e ancora da scoprire e da valorizzare in chiave di sviluppo turistico, oltre alla full immersion nel centro storico di Napoli, sono le tappe principali del tour dedicato agli operatori stranieri che partecipano alla tappa in Campania di “ItalianfoodXp”. Gli scavi di Ercolano e una “scalata” sul Vesuvio per ammirare il golfo di Napoli e le sue perle, Capri, Ischia e Procida completano la roadmap di Napoli e dintorni a disposizione della delegazione internazionale.
LA SOLFATARA
I Romani dell’epoca imperiale già conoscevano la Solfatara. Strabone (66 a.C. -24 d.C.) ne dà la più antica testimonianza scritta giunta fino a noi, nella sua “Strabonis geographica”, indicandola con il nome “Forum Vulcani”, Dimora del dio Vulcano, ingresso per gli Inferi.
La Solfatara apre ufficialmente alla visita nell’anno 1900, pur essendo sin da tempi remoti meta di escursioni per i noti fenomeni vulcanici, per la cura delle acque sulfuree e per le stufe calde; era infatti compresa tra le quaranta più famose terme dei Campi Flegrei sin dal Medioevo.
Non vi era viaggiatore del ‘700 e ‘800 che non inserisse la Solfatara tra le sue escursioni nell’ambito del cosiddetto “Grand Tour”, viaggio di istruzione per i giovani delle famiglie nobili europee.
Intorno al 1900 è stato organizzato all’interno della Solfatara anche uno stabilimento termale come testimoniano sia un foglio pubblicitario sia una stampa illustrativa dell’epoca. In questo “bagno termale” era possibile curarsi con i fanghi, data l’esistenza di una fangaia naturale, e con le acque sulfuree nonché fare i bagni di vapore nelle cosiddette stufe.
I CAMPI FLEGREI E L’ANFITEATRO FLAVIO
La città di Pozzuoli fu il porto di Roma verso l’Oriente. A Pozzuoli sono numerose le tracce di edifici monumentali di epoca romana, tra le quali l’antico mercato (Macellum) chiamato “Tempio di Serapide”, il Tempio di Augusto, trasformato poi in Duomo della città e recentemente restaurato, grandi edifici termali, tratti di strade romane, ampie necropoli monumentali (tra cui la necropoli di via Celle), e ben due anfiteatri di cui l’Anfiteatro Flavio è il terzo più grande d’Italia. Il collegamento dei Campi Flegrei con Napoli avveniva attraverso la Crypta Neapolitana, galleria scavata nella roccia di tufo in epoca romana. All’ingresso della crypta si trova un colombario di epoca imperiale identificato come la tomba del poeta Virgilio.
LE STUFE DI NERONE E LE TERME FLEGREE
Oltre alle più famose sorgenti termali presenti su tutta l’isola di Ischia, sulla terraferma sono rinomate le Terme di Agnano, a carattere soprattutto terapeutico; quelle Puteolane e infine a Lucrino frequentatissime per relax e terapie sono le “Stufe di Nerone”, dove oltre gli impianti moderni per le immersioni, vi sono le saune che corrispondono agli impianti antichi di epoca romana, e il “Lido Nerone – Lo scoglio”, dove è possibile immergersi nelle acque bollenti in apposite vasche situate sulla spiaggia).
IL LAGO D’AVERNO
Il lago d’Averno, che occupa una caldera vulcanica spenta, aveva una vantaggiosa posizione strategica e in epoca romana per un breve periodo fu utilizzato insieme al vicino lago di Lucrino come porto militare dell’antica Roma, base chiamata Portus Julius. Sul lago d’Averno spicca il rudere di una grande sala termale romana chiamata Tempio di Apollo. Una grotta artificiale realizzata in epoca romana veniva erroneamente considerata la grotta della Sibilla Cumana. Altresì la leggenda vuole che questa fosse l’ingresso agli inferi descritto da Virgilio nel sesto libro dell’Eneide in cui si reca l’eroe Enea.
ERCOLANO
La città romana di Ercolano, distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fu riportata alle cronache della storia nel Settecento grazie alle esplorazioni borboniche. Provvisto di mura modeste, il centro abitato fu costruito su un pianoro vulcanico a strapiombo sul mare posto ai piedi del Vesuvio, limitato sul lato orientale e su quello occidentale da due torrenti; due insenature fluviali vi costituivano approdi naturali e sicuri. Nonostante la storia plurisecolare gli scavi hanno rimesso alla luce solo una parte della città antica, cosicché gran parte dell’antica Herculaneum rimane ancora sepolta sotto terra, custodendo tra l’altro tutta l’area forense, gli edifici sacri e civili con i loro preziosi arredi ed apparati decorativi. Attualmente la gran parte del parco archeologico visitabile è costituita, ad eccezione delle terme e della palestra, da abitazioni private di età imperiale, caratterizzate da una grande varietà tipologica: case con impianto tradizionale, caseggiati plurifamiliari, grandi residenze che sviluppano parte dei loro quartieri in posizione dominante sul mare ed a cavallo delle mura. Questo il programma che è stato offerto alla nutrita delegazione della Stampa Internazionale, ora non ci resta che raccogliere i frutti.