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PRESIDIO E RACCOLTA FIRME DAVANTI AL TRIBUNALE DI NAPOLI

Nuova Avvocatura Democratica conduce la battaglia contro i vertici dell’Ordine forense – Una battaglia di civiltà

Napoli, 09 gennaio 2017

Animatori dell’iniziativa gli avvocati aderenti a :“Nuova Avvocatura Democratica”, ai microfoni di Sinapsi News  il presidente di NAD, avv. Salvatore Lucignano, e il responsabile della Segreteria di Napoli avv. Riccardo Marco Pinto ,. “Una battaglia che non riguarda solo tutti gli avvocati, ma che colpisce anche i cittadini, una battaglia di civiltà oltre che di chiarezza, impensabile che con un “decretino” votato in seno all’Ordine Nazionale, abbiamo visto lievitare gli stipendi dei vertici dell’Ordine di ben 20 euro per il presidente che già percepiva un premio annuo di 72 mila euro, ora “adeguato” a 92 mila circa, stessa sorte per i vari livelli ed in proporzione a stipendi e mansioni. Se si pensa che moltissimi colleghi, fanno fatica a coprire le spese di “iscrizione e di “mantenimento” all’ordine, mi riferisco ai costi legati alla “cassa” previdenziale, per molti divenuti inaccessibili, con il grave rischio di non poter più esercitare la professione se non si è in regola con i pagamenti di tutti gli “emolumenti associativi”. Così l’avv. Riccardo Marco pinto, ad integrare quanto affermato dal responsabile della segreteria Napoletana, l’intervento del responsabile nazionale di NAD avv. Salvatore Lucignano rincara la dose , in due giorni abbiamo raccolto ben 2.500 firme, un segnale indiscutibile  che il problema è molto sentito,  stiamo portando avanti questa importante battaglia contro quella che può essere tranquillamente definita la “Casta” forense, in pratica i vertici delle istruzioni della categoria, i quali si sono dimostrati non solo egoisti, ma anche insensibili ai gravissimi problemi che affliggono giovani avvocati, che  devono far fronte non solo ad una crisi generale e generalizzata , ma anche a costi esorbitanti che spesso li costringono a doversi cancellare dall’ albo, mentre dall’altro canto assistiamo a scelte “discutibili” che vedono i  vertici di categoria assegnarsi stipendi e prebende faraonici. Siamo decisi ad andare avanti fino a quando non avremo risposte chiare e precise, alcuni colleghi hanno iniziato uno sciopero della fame già da due giorni, ci ferisce l’insensibilità dei vertici che , ignorando la grave situazione di crisi del comparto, creano pesanti situazioni di conflitto, voglio ricordare che le cariche istituzionali dell’avvocatura non sono uno strumento finalizzato al lucro di pochi, ma i garanti degli interessi di tutti. Questa battaglia come avevo precedentemente chiarito, continua Lucignano, non è la battaglia degli avvocati, ma anche dei cittadini, stiamo infatti sensibilizzando appunto a questi ultimi, ai quali vogliamo far capire che la politica forense abbia si sia snaturata, dove chi ha la responsabilità del buon andamento della categoria non tiene assolutamente  conto delle condizioni di crisi che colpiscono molti colleghi, i quali si vedono sempre più frequentemente costretti a rinunciare alle indennità, costringendoli a promuovere uno sciopero della fame per vedere ascoltati i propri problemi. Questo presidio andrà avanti, è presidiato 24 ore, andremo avanti senza sosta, se necessario fino a conseguenze estreme se necessario: è una battaglia di civiltà, chi è al vertice deve comprendere che deve rinunciare a delle indennità inopportune e irriguardose nei confronti di chi si sacrifica quotidianamente per poter pagare le quote di adesione e assistenziali. Abbiamo raccolto l’appello di colleghi di altre regioni che stanno portando avanti la stessa battaglia, la protesta è finalizzata a regolamentare le indennità di carica e i gettoni di presenza che i componenti della Cassa Previdenziale Forense e i membri del Consiglio Nazionale Forense si sono, a nostro avviso inopinatamente aumentati. Mi piace ricordare che quelle cariche non possono essere considerate alla stregua di una professione (una prestazione d’opera), ma un servizio che l’Ordine ha l’obbligo di somministrare ai colleghi. Abbiamo dato vita a questa iniziativa di lotta alla mezzanotte del 27 gennaio, precisa Lucignano, e abbiamo registrato già migliaia di adesioni , molto importante il passaparola , i colleghi stanno diffondendo la notizia e stiamo raccogliendo la solidarietà di tantissimi. Siamo giunti al secondo giorno di digiuno, come già precisato , siamo  fermamente decisi ad andare avanti, lo faremo a qualunque costo e non sospenderemo la lotta finchè non avremo risposte precise.

Ilaria M.C. Angrisano

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