cronaca

ANCORA FIAMME NEL CAPANNONE DELLA ECO – X

Paura amianto – nuove fiamme e rischio diossina, si registrano i primi malori. ” valori dell’Aria entro i limiti”

Fondi, 07 Maggio 2017

Sabato sera, intorno alle 20.45 si sono sprigionate nuove fiamme dalla fabbrica Eco – X. Inevitabile l’ansia diffusa tra i residenti che girano con mascherina protettive per non respirare aria addensata da possibili veleni. Tutto era iniziato venerdì mattina, l’allarme era scattato alle 08.20 , quando dal sito di stoccaggio di rifiuti speciale e ferrosi, si era levata una densa colonna di fumo nero, che aveva invaso la Pontina. Il violento incendio, le cui cause sono ancora da accertare, il sito di stoccaggio di rifiuti speciali Eco X, all’altezza del chilometro 33 della via Pontina Vecchia . Il gigantesco incendio è esploso questa mattina all’interno del capannone della “EcoX” di Pomezia, la società che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti industriali e speciali. Il rogo è divampato nel magazzino dell’impresa che si trova su via Pontina Vecchia al km 33.381 gravi ripercussioni sul traffico. La colonna di fumo nero, era  visibile da Pomezia fino a Torvaianica  composta in larga parte da diossina che come si sa è il prodotto principale della combustione delle materie plastiche. La Asl ha allertato i sindaci dei Comuni avvolti dalla nube tossica: “Spostamenti solo se necessari e finestre di case, scuole e ospedali chiuse”. Incendio a Pomezia: nuove fiamme e rischio amianto. A due giorni dall’inizio del rogo la situazione sembra aggravarsi. Anche se secondo la Regione Lazio e Arpa, la situazione sembra essere sotto controllo: “I valori dell’aria, dopo l’incendio di Pomezia, sembrano essere entro i limiti di legge. Insomma, i dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria situate nel comune e nella provincia di Roma e quelli rilevati dal mezzo mobile posizionato nel centro abitato di Albano Laziale non hanno evidenziato superamenti dei limiti previsti”. Tantissimi i cittadini che hanno accusato difficoltà respiratorie, bruciore a gola ed occhi. Allertati tutti gli ospedali della zona. Anche se l’Asl ancora non prende una posizione. Insomma nulla che sia, ufficialmente, riconducibile all’emergenza in corso ma comunque situazione da monitorare. Incendio a Pomezia: nuove fiamme e rischio amianto. Ansia anche per i prodotti che portiamo sulle nostre tavole. I laboratori del ministero dell’agricoltura hanno controllato campioni di frutta e verdura nelle zone di Fondi, Cisterna e Latina, dove sono coltivate zucchine, pomodori, ortaggi e i kiwi, orgoglio locale esportato in tutto il mondo. A rischio anche fagioli, fave, piselli, e ciliegie, pesche e albicocche. La aree più interessate sono Aprilia e Latina, Pomezia e le coltivazioni a campo aperto di patate, lattuga e zucchine di Ardea saranno esaminate nei laboratori. E poi c’è la diossina provocata dalla bruciatura dei rifiuti è una sostanza altamente tossica (oltre che cancerogena) e contaminando acqua, terreno e piante, passa quindi nel grasso degli ovini e di conseguenza nel loro latte e nella carne.  Tutta colpa della nube nera scaturita. Tappati in casa gli abitanti di Pomezia hanno tempestato il centralino del comando dei vigili urbani per chiedere informazioni. Ma c’è preoccupazione anche tra i cittadini del quadrante sud di Roma. Al momento, tuttavia, i dati della qualità dell’aria rilevati dalle centraline di Eur Fermi e Cinecittà a Roma, rientrano nei limiti di legge. Se dovesse instaurarsi un processo a carico di eventuali responsabili dell’accaduto – dichiara il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci – il Comune di Pomezia si costituirà parte civile per ottenere il risarcimento di eventuali danni ambientali, alla salute pubblica e di immagine. Siamo certi che gli organi competenti lavoreranno al meglio al fine di tutelare la nostra Città e i nostri concittadini”.  Preoccupante il dato delle correnti al suolo e alle altezze di 1500 e 3000, dalle quali si evince che le particelle della nube dovrebbero propagarsi in direzione EST-SUDEST al suolo, SUD-EST in quota, quindi principalmente verso Ciociaria, Agropontino, alta Campania.