Artespettacolo

VI PRESENTIAMO GIO’ DI SARNO CANTAUTRICE DALLA VOCE INCONFONDIBILE

Una  voce inconfondibile, un marchio indelebile nella cultura napoletana

Roma, maggio 2017

Si chiama Giò Di Sarno,   Giovanna (Giò) Di Sarno nasce a Ottaviano (NA) e cresce a Poggiomarino, paese di sole vesuviano. Si trasferisce a  Roma, dove vive da oltre vent’anni. Giovanissima, abbandona la provincia    spinta da una insopprimibile vocazione per il canto. Roma è il primo approdo dove spera di realizzare il suo sogno d’arte e entrare a far parte del più vasto orizzonte dell’universo musical. Vince la sua scommessa e grazie alla sua caparbietà mista all’amore per l’arte oggi dopo una lunga e faticosa “gavetta” è divenuta una straordinaria artista poliedrica: attrice, cantante, autrice, ha raggiunto il successo grazie alla sua voce inconfondibile accompagnata da una arte, espressiva e gestuale unica nel suo genere .  . Il primo recital in cui si esibisce da protagonista è Cocktail, una miscellanea di canzoni che porta in due tournée per riproporlo successivamente negli spazi artistici delle crociere sull’Achille Lauro. In questo iniziale periodo artistico, a conferma di una natura tanto ironica quanto divertita, Giò si esibisce con il nome d’arte Crazy Jo. L’incontro con il maestro e compositore Enrico Di Napoli, che la sollecita e l’avvia a misurarsi anche come cantautrice, segna una svolta per un sino ad allora inesplorato e più completo itinerario professionale. Il primo risultato è la sua scanzonata Mattinata blues, composizione di qualche anno fa che sembra anticipare, con insinuante leggerezza, la precarietà del momento vissuto dai giovani di oggi. Questo è anche il periodo in cui Giò è chiamata a esibirsi a teatro con gli spettacoli Sono la rossa (ironica divagazione sul tema della bellezza delle donne) e Ricomincio da me (antologia di celebri brani di prosa e di letture poetiche). Grazie a questi crescenti successi, insieme al suo manifesto amore per la Spagna, nasce Spagnapoli, mix di classici della grande tradizione partenopea in versione spagnola. Tra le tante canzoni tradotte per l’occasione si segnalano, tra le altre, Indifferentemente, Maruzzella e specialmente Quisiera saber (testo che con idea originale è scritto inizialmente in spagnolo e successivamente riproposto in napoletano con il titolo Vulesse sape’). E questo è l’oggetto (e il periodo) con cui Giò supera brillantemente il confine esclusivo delle precedenti esperienze. Qualche anno dopo, un indice di popolarità all’altezza delle grandi star della canzone nazionale Giò lo attinge con una propria rivisitazione di Maracaibo, la cui interpretazione spopola in tutte le latitudini televisive e radiofoniche. Popolare anche all’estero oltre che in Italia, al suo attivo decine di opere teatrali, spettacoli musicali, tra cui: il musical Cantanapoli. Vero e proprio carosello napoletano dove Giò, raggiante protagonista, moltiplica il suo eclettismo artistico esibendosi, oltre che nel repertorio di cantattrice di caratura partenopea (vedi le esecuzioni del drammatico monologo ’E figlie so’ ffiglie, dalla Filomena Marturano di Eduardo, e della bellissima Viento’e mare, pezzo che, manco a dirlo, porta lasua firma) anche la trascinante Le Mantellate, il noto testo di intonazione romana di Giorgio Strehler. Questa consacrazione dell’artista Giò Di Sarno, comprovata dal suo personale successo in Cantanapoli, rappresentato in prestigiosi cartelloni romani come quelli del Sistina, della Quercia del Tasso, dell’Auditorium della Musica e del Salone Margherita Bagaglino nonché, in giro per l’Italia, in piazze come Fiuggi, Pompei, Cassino e tante altre, non smorza ma illumina retrospettivamente anche alcune tappe significative della sua carriera costellata nel corso di tutti questi anni di altri e significativi appuntamenti. In breve sintesi: le tournée in Germania, Canada e Spagna con esibizioni in teatri di Francoforte, Toronto, Montreal, Madrid, Siviglia, Granada; lo spettacolo teatrale Risate di gioia: omaggio a Gabriella Ferri (Roma, Teatro 10), in cui precisamente nell’interpretazione di La toppa (testo di Pasolini) Giò si misura con successo con la grande cantante romana; Napoli … ma non solo, recital di canzoni, poesie e monologhi; conduzione di trasmissioni televisive: Millevoci, programma musicale trasmesso da 320 emittenti, Storie d’Amore (Teleuniverso, stagioni 2011 e 2012), L’Emigrante (programma con ospiti diplomatici, politici e intellettuali, ideato, scritto e condotto dalla stessa Giò su Radio Ies).I suoi video fanno registrare migliaia di visualizzazioni su YouTube; con  brani come Maruzzella, cantata in spagnolo, Maracaibo, all’attivo moltissimi pezzi della musica napoletana, tra questi “Bammenella” una struggente intrpretazione,è decisamente popolare anche in teatro dove ha calcato le scene con  – l’applicazione in grado di riconoscere una canzone dopo il suo ascolto – almeno per quanto riguarda la Francia, l’Italia, la Grecia e molti altri paesi europei. Nei suoi lavori – che spaziano da toni malinconici e romantici, spesso cupi e nostalgici, ad altri più energici – è possibile fin da subito individuare delle costanti: in primo luogo la voce, forte e delicata allo stesso tempo, limpida e con un’ottima estensione; poi la presenza di un “timbro” inconfondibile che si fissa nella testa e  le orecchie.

Autrice e autrice  di brani  coinvolgenti, forti, sempre nuovi e freschi, dai testi profondi e dalle note decise, che vengono poi sovrastate dalla sua voce potente, che conquista. Una voce che risulta ancora più possente nelle performance dal vivo dell’artista: la cantautrice, infatti, a nella lunga intervista si è conclusa con l’anticipazione di un nuovo impegno artistico che a breve sarà presentato.