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Russia, il tempo in cui anche la poesia infrange la legge

C’è chi ama giocare a pallone, mio figlio ama recitare poesie”. Queste non sono le parole del genitore di un poeta della nostra tradizione letteraria, bensì il resoconto così semplice, eppure per nulla scontato, del padre di Oscar, un bambino di soli 8 anni che per sconfiggere, o quanto meno superare, le proprie difficoltà linguistiche, trova conforto ed aiuto nei componimenti in versi.

Ma ciò che fa scalpore non è affatto la precocità di tale passione, quanto il fatto che, proprio a causa del suo bisogno di recitare in pubblico, il piccolo Shakespeare è stato arrestato dagli agenti della polizia di Mosca.

Lo scenario

Ci troviamo in una delle zone centrali della città, nei pressi del Vecchio Arbat, ed Oscar, in compagnia della matrigna Cristina che lo osserva tranquilla, è nel pieno della sua messa in scena in piazza, dinnanzi agli occhi dei passanti. Ad un tratto, a rompere l’atmosfera, interviene la pubblica sicurezza, la quale, accortasi che quell’azione può essere considerata elemosina attività illegale in Russia – procede all’arresto di entrambi, che vengono poi  trattenuti per ben otto lunghe ore prima di essere rilasciati.

La scena è riportata in un videodiventato virale nella rete internazionale, in cui protagonisti sono i poliziotti e la donna, che, strattonata, cerca invano di difendere il bambino, dovendo tuttavia presentarsi come “conoscente”, giacchè in Russia non esiste, o quantomeno non si usa, il termine “matrigna” e/o affini.

È sì vero che, vedendo il piccolo darsi tanto da fare nel recitare quei versi, non poche persone lasciavano un’umile mancia, come segno di affetto, per cui Oscar poteva dar l’idea di un reale mendicante, fatto sta che la vicenda ha comunque smosso i cuori dei cittadini, ed a seguito della visualizzazione in massa del filmato, unito alla richiesta di accertamenti da parte della Commissione d’inchiesta di Mosca, nel mondo del web è partita una energica petizione, nel tentativo di portare alla dimissione dei poliziotti coinvolti nell’accaduto.

L’istanza, in sole poche ore, ha raggiunto una cifra importante di partecipanti, contando circa diecimila firme e la conseguente sollevazione di dibattiti, domande e nuovi retroscena, scaturiti dall’accusa riferita al padre del bambino e alla moglie Cristina, incolpati rispettivamente di abbandono di minore e di aggressione nei confronti degli agenti di polizia.

Dalla Russia agli occhi del mondo

La controversia è dunque aperta e desta innumerevoli pareri discordanti, non solo tra i concittadini dei protagonisti, ma tra la totalità della popolazione internazionale, proprio come generalmente accade quando un fenomeno diventa di dominio pubblico tramite il web; e, come tutte le tematiche, quest’ultima non si esime dall’essere valutata e considerata in relazione alla cultura, alle usanze ed alle leggi di ciascun popolo.

Pertanto in Italia potrebbe sembrarci assurdo che venga arrestato un individuo per il solo fatto di parlare a voce alta in luogo pubblico ed aperto – a maggior ragione se minorenne e con evidenti difficoltà linguistiche – ma non sono poche le segnalazioni di persone di altro clima e bagaglio culturale che la pensano in modo diverso, e che condannano fermamente l’atto compiuto come mancanza di rispetto delle leggi e del buon vivere civile.

Ma, in una realtà in cui ogni giorno bisogna affrontare lotte ben peggiori, un giovane che trae diletto e sano beneficio nel recitare Shakespeare, seppure in una piazza davanti allo sguardo di tutti, dovrebbe unicamente regalarci un sorriso e spezzare il tedio, nonché la paura giornaliera a cui siamo costantemente sottoposti, inermi.

E se qualcuno ha pensato di premiarlo con una esigua offerta monetaria, pur essendo consapevole delle leggi vigenti nel proprio territorio, probabilmente non è una trasgressione o un oltraggio alle leggi e/o direttive. Forse vuol soltanto dire che, nonostante tutto, esistono ancora esseri umani in cui batte un cuore indulgente e caritatevole.