attualità

Il Vesuvio brucia e con esso bruciano anche le bugie di chi governa!

 

 

IL VESUVIO BRUCIA E CON ESSO BRUCIANO ANCHE LE BUGIE DI CHI GOVERNA !
I Sud ha bisogno di verità, il Vesuvio brucia senza tregua da una settimana
Napoli, 12 luglio 2017
Il fronte del fuoco si estende su di un’area di almeno due chilometri. In via precauzionale alcune famiglie hanno lasciato le loro abitazioni. Primi a dare l’allarme: l’associazione “Salute e Ambiente Vesuvio” ed il parroco Marco Riccidella locale parrocchia. Da alcune ore sono state interdette le vie di accesso al Vesuvio. L’intera area è considerata molto pericolosa. E’ oramai da una settimana ce le fiamme non danno tregua. Le enormi lingue di fuoco, visibili da Napoli e dall’intera provincia. Le fiamme divampate sono evidentemente state appiccate in più punti. Diverse famiglie sono state fatte spostare dalle loro abitazioni, mentre altre, residenti in contrada San Vito ad Ercolano, hanno deciso di allontanarsi spontaneamente. A fronteggiare l’avanzare dei roghi i Vigili del Fuoco, oramai al lavoro sul posto da una settimana ma anche uomini delle Forze dell’ordine e carabinieri, alcune unità della protezione civile e gli addetti della sezione antincendio della Regione Campania. Proprio da alcuni di questi ultimi, anche se sottovoce sono sfuggite alcune importanti ammissioni: – l’autocombustione non esiste – è evidente che ad originare i focolai c’è la mano dell’uomo. Non è solo la Campani a dovere affrontare l’emergenza incendi, anche a Palermo la situazione incendi è un problema senza fine. Gran parte della Sicilia continua a bruciare. La situazione più grave si registra ancora una volta in provincia di Messina, dove continuano a lavorare instancabili i reparti dei degli Vigili del Fuoco, con l’ausilio degli uomini della forestale e volontari della protezione civile, per arginare il fronte del fuoco che dalla città in serata si è spostato verso Scaletta Zanclea e Letojanni. La Calabria come le altre due regioni Meridionali, vive giornate di fuoco, quella di ieri nella provincia di Cosenza, dove si sono registrati una serie di incendi di vasta entità. Sono stati interessati i comuni di: Montalto Uffugo , Pedace, non è stata risparmiata anche la zona tirrenica, che ha visto lambire le fiamme anche i comuni di Laino Borgo, Belvedere Marittimo e Papasidero, decine i roghi divampati. Impegnate tutte le squadre del Comando dei Vigili del Fuoco di Cosenza, mentre per gli incendi più vasti , sviluppatisi a : – Montalto Uffugo e Papasidero – è stato richiesto l’intervento di mezzi aerei. In alcune zone, complici le alte temperature e il vento forte, le fiamme si sono stati lambiti, casolari e abitazioni, destando non poca preoccupazione nei residenti. Incendi anche nel reggino, dove alcuni residenti di uno stabile nella frazione Rosalì di Reggio Calabria, sono stati fatti allontanare a scopo precauzionale dalle loro abitazioni. Numerosi i roghi divampati nella provincia dove continua ad essere operativa l’Unità di Crisi attivata dal pomeriggio di ieri dal Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari. Gli interventi più significativi oggi hanno interessato i comuni di Calanna, Galatro, Cittanova, Fiumara e alcune frazioni di Reggio Calabria. Ma facciamo un passo indietro nel tempo e cerchiamo di capire qual è la situazione e quali gli strumenti in dotazione ai vari corpi dello stato per far fronte a quella che è da sempre una vera e propria emergenza incendi. Quello di Mario monti fu uno degli ultimi provvedimenti del suo governo: “dimezzare la flotta antincendio della protezione civile”. I mezzi chiamati a spegnere gli incendi, passarono da 30 a 15. Motivo: mancanza di fondi. Come se non bastasse. Il controllo della flotta, che dal 2010 ad oggi è passato di mano per ben tre volte. Andando definitivamente nella responsabilità dei Vigili del Fuoco, che, com’è noto hanno le casse ridotte all’osso. Una volta i soldi abbondavano e Guido Bertolaso considerava quei Canadair dei piccoli gioielli, ma la assurda decisione di Monti oggi, con le casse svuotate dal governo attuale espone il Paese a rischi elevatissimi. A dare seguito alla scellerata scelta di Monti, fu il governo Renzi. Anzi, Renzi fece molto di più e peggio, confermò ufficialmente e definitivamente lo stanziamento di 13 miliardi di euro per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri F35, disattendendo non solo le richieste di dimezzamento del suo stesso governo, ma anche mortificando i sacrifici che egli stesso aveva imposto agli italiani. Ma poi, l’Italia non ripudia la guerra? Chi e cosa doveva bombardare con ben 90 caccia bombardieri il Presidente del Consiglio? Una discussa furbata quella dell’acquisto degli F35, ancora oggi non se ne comprende l’utilizzo, dovevamo forse accontentare qualcuno con quella pazza spesa? Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 si nascondeva un dato, rilevato dalla R.I.D. Rete Italiana Disarmo, che all’epoca dei fatti fece notizia: costringendo dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi ad uscire allo scoperto e ribadire ufficialmente e definitivamente lo stanziamento per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri. Ma mentre acquistiamo i tanto discussi quanto costosi F35, per bombardare chissà chi, cosa e quando, oggi ci ritroviamo con un grave problema, in caso di una seria emergenza non abbiamo sufficienti Canadair per spegnere gli incendi nei boschi. Per i quali ogni anno paghiamo cifre inestimabili ed ettari di vegetazione. A denunciare questa grave situazione sono proprio i Vigili del Fuoco, i quali si trovano ad affrontare gli incendi con soli 15 Canadair ed un solo elicottero AB412 operativi su tutto il territorio nazionale, speranzosi che funzionino sempre e non si fermino mai. Il problema lo solleva l’USB VV.F. (sindacato dei pompieri) denuncia che, se non saranno reperite risorse ed espletate le dovute procedure amministrative, queste saranno le dotazioni con cui il Corpo Nazionale dovrà supportare le richieste di concorso aereo provenienti dalle varie Regioni. Si tratta inoltre di una contrazione pesante, rispetto allo scorso anno, la flotta aerea statale che era composta da oltre 30 velivoli, oggi a causa della diminuzione delle risorse statali conta meno della metà delle unità operanti. Non è difficile capire l’allarme lanciato dai Vigili del Fuoco, che criticano la scelta di investire in cacciabombardieri quando il Paese ha altre priorità: sanità pubblica, scuola, ricerca, cultura, e appunto salvaguardia di boschi e foreste. Ma è evidente che per i 4 governi di sinistra che si sono alternati senza essere mai votati , le priorità sono altre e non la sicurezza dei territori e dei cittadini. Basta chiacchiere, basta bla…bla.. bla… il Sud ha bisogno di fatti e di interventi concreti.