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Colpo di grazia al commercio di via Duomo – Noi commercianti siamo stanchi –

COLPO DI GRAZIA AL COMMERCIO DI VIA DUOMO – I COMMERCIANTI SIAMO STANCHI –
Quella che fu il salotto buono dimenticata dall’amministrazione in segno di protesta la via è stata tappezzata di manifesti funerari che annunciavano la morte del commercio.

Di Gennaro Cinquegrana
Napoli, 15 luglio 2017
Via Duomo è una strada del centro storico di Napoli, lunga circa 1200 metri, che parte da via Foria e termina in via Marina, incrociando poco prima corso Umberto I tramite piazza Nicola Amore. Non possiamo sottrarci dall’evidenziare l’importanza storica della importante arteria napoletana, un tempo via Duomo era il “cardo maior”, il più lungo e grande degli antichi cardini cittadini. Nome derivato dal fatto che la strada incrocia i tre Decumani principali: il Decumano maggiore, quello superiore (Via dell’Anticaglia) e quello inferiore (Spaccanapoli). Va detto che la strada che dal porto va verso via Foria non ha avuto da sempre le odierne dimensioni. Solo in epoca recente fu sottoposta ad un importante intervento urbanistico, prima di allora era un comune vicolo simile ai tanti altri, che veniva chiamato vico del “Tarì “ oppure vico del “pozzo bianco” fino al decumano superiore e da qui definito fino al Duomo “vico Gurgite”. Nel Medioevo veniva chiamata “vicus radii solis” (cioè strada del raggio di sole) in onore di Apollo che sotto la basilica di Santa Restituta aveva il proprio tempio. Solo in età borbonica si progettò l’allargamento del vecchio cardine per creare un diretto collegamento nord-sud tra via Foria e via Marina. Nel 1853 Ferdinando II di Borbone approvò il tracciato proposto da Luigi Cangiano ed Antonio Francesconi, mentre si richiedevano notevoli modifiche al precedente progetto del 1839 elaborato da Federico Bausan e Luigi Giordano, ma non si ebbe riscontro fattuale dei progetti. Finché nel 1860, Francesco II di Borbone stabiliva che la strada, portata a 60 palmi di larghezza, raggiungesse il vescovado e che la direzione fosse affidata a Cangiano e Francesconi.