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IL PD “USA” CANTONE MA LA MOSSA ELETTORALMENTE SI RIVELA UN BOOMERANG

Giosy Romano Sindaco di Brusciano e Presidente dell’ASI di Napoli.

Una norma discutibile, quella che impedisce al di la delle competenze e delle qualità dirigenziali, l’assunzione di incarico di presidente ai sindaci di Comuni che superano i 15.000 abitanti, offre la possibilità al Pd di usare Raffaele Cantone che guida l’Autority anticorruzione, come una clava contro la coalizione di centrodestra. Tutto ciò avviene a meno di ventiquattro ore dall’annuncio della candidatura al Senato di Giuseppe (Giosy) Romano sindaco di Brusciano e dal 20 aprile 2016, presidente del Consorzio ASI di Napoli, ma la mossa si rivela un boomerang.

 

Dopo circa vent’anni di commissariamento e di immobilità e con un bilancio che presentava un debito di circa 40 milioni di euro, sotto la guida di Giosy Romano in un solo anno è stato riportato in pareggio e nel secondo anno di gestione è addirittura risultato positivo.

 

Uno dei punti di forza dell’operato del Presidente Romano è stato quello di mettere al bando nuovi suoli, una scelta coraggiosa ma che ha permesso all’Asi di Napoli di offrire numerosi spazi a quelle aziende, anche multinazionali, che intendevano e continuano a richiedere di investire sul territorio della provincia di Napoli. Solo nell’agglomerato di Nola nel 2017 sono stati completati 25 decreti di esproprio per un’area di circa 70 mila metri quadrati, il tutto correlato all’insediamento di 7 nuove aziende. Sono stati emessi complessivamente 190 decreti di esproprio per una superficie di 1.200.000 metri quadrati per soddisfare le richieste delle aziende. Per ora sono stati assegnati già 350mila metri quadrati e adesso si lavora per riassegnare la restante parte.

 

La riapertura e il rifacimento della dorsale di Nola, via Boscofangone, una strada chiusa dal maggio 2011 che serve 10.000 dipendenti dell’area ASI di Nola – Marigliano con un investimento di circa 250 mila euro con fondi propri del Consorzio e la piantumazione di 500 alberi al centro dell’area industriale dell’agglomerato di Giugliano-Qualiano che è venuta fuori dall’accordo con il comune di Giugliano e il “Comitato Parchi per Kyoto”, che viaggia in sintonia con la nuova politica di green economy rappresentano esempi di buona amministrazione portata avanti dalla dirigenza dell’ASI di Napoli a cui fa capo il Presidente Romano che inoltre, insieme ad altri presidenti dei consorzi industriali del centro sud, all’Eurispes e all’Universitas Mercatorum, ha fondato la Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico, che ha sede a Roma. La CISE si propone di ricercare e attuare azioni che siano finalizzate a programmi di investimento per la creazione di imprese ma anche alla cooperazione tra gli associati per l’ottimizzazione dei servizi all’interno degli agglomerato industriali. La CISE nel suo primo anno di vita e guidato da Giosy Romano che ne ricopre la carica di Presidente, ha già ottenuto due importanti risultati: il primo è quello di aver firmato il protocollo d’intesa con il Ministero degli Interni in cui risulta essere attuatore nell’attuazione del PON legalità 2014/2020 delle 5 regioni meridionali. 98 milioni di euro, di cui un primo finanziamento di 10 milioni di euro è già arrivato permettendo di dislocare sui territori della provincia di Napoli e di Caserta più a rischio, sistemi sofisticati di video sorveglianza; il secondo è quello che lo ha visto vincitore del bando Prospex Lazio 2018 che permetterà alla CISE, di portare in giro per il mondo, con il suo Expo, i prodotti di eccellenza del  Made in Italy.

 

Un competitor effettivamente fuori portata per una coalizione che contrappone nello stesso collegio senatoriale l’ex sindaco di Frattamaggiore un “camice bianco” (due mandati consecutivi) che per 10 anni ha gestito in modo molto discutibile sia l’ordinaria amministrazione che la sua carica di presidente del Circolo del Pd frattese spaccando di fatto anche il partito, non brillando assolutamente su tematiche come quelle di sviluppo e occupazione. A testimoniarlo l’area PIP di Frattamaggiore che rappresenta oggi l’ennesima cattedrale nel deserto e sperpero di danaro pubblico (400mila euro solo per i progetti).