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L’EDITORIALE : SALVINI – DI MAIO : PROVE TECNICHE DI FRATTURA O DI FRITTURA

L’EDITORIALE

SALVINI – DI MAIO : PROVE TECNICHE DI FRATTURA O DI FRITTURA

Scontro sui rifiuti tra Di Maio e Salvini

Napoli, 18 novembre 2018

Sergio Angrisano

Come ben sapete, non ho mai nascoso la mia disistima nei confronti del M5S e, continuerò a nutrirla, conoscendone la “genesi”. Tuttavia, in nome della verità e della giusta informazione, mi sento in dovere di provare a mettere un pochino d’ordine sulla questione rifiuti. Argomento che sta occupando da una settimana le prime pagine dei giornali e di tutti iTg.

Cominciamo dall’inizio, cioè, dal famoso “patto” che poi ha portato al governo la strana coppia gialloverde. Cosa dice il contratto di governo M5s-Lega su rifiuti e inceneritori? Al punto 4 del documento, dove si affronta la questione ambiente, testualmente, prevede il «graduale superamento di questi impianti». Salvini: «La realtà cambia». Oramai, obsoleti e pericolosi, – nel nostro contratto di governo: c’è l’economia circolare, ci sono i cicli virtuosi dei rifiuti, c’è il grande sviluppo delle tecnologie alternative per l’energia rinnovabile e c’è il graduale spegnimento degli inceneritori», ha dichiarato il vicepremier e ministro Luigi Di Maio. Dichiarazioni che inaspriscono lo scontro tra Lega e M5s sulla questione rifiuti. Ma vediamo adesso qual è, la differenza tra termovalorizzatore e inceneritore. Ma , soprattutto dove sono gli inceneritori in Italia. Intanto, cominciamo col dire che entrambi servono per distruggere i rifiuti. Il primo, più moderno, produce anche energia. Il secondo è un tipo di impianto vecchio che negli anni dovrebbe sparire. Gli inceneritori sono impianti vecchi, che oggi non si costruiscono più: gli si preferiscono i termovalorizzatori, che permettono non solo di distruggere i rifiuti, ma anche di produrre elettricità. In Italia gli «inceneritori senza recupero energetico» sono pochi e soprattutto al Sud:  Porto Marghera (Venezia), disattivato di recente, San Vittore (Frosinone), Colleferro (Roma), Gioia Tauro (Reggio Calabria), Capoterra (Cagliari), Melfi (Potenza), Statte (Taranto) – si tratta sicuramente di una coincidenza se l’unico al Nord sia stato disattivato , mentre quelli al Sud sono pericolosamente attivi – A questo, va aggiunto che, anche in questo caso, coincidenzialmente; secondo l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), gli impianti che bruciano rifiuti in Italia sono 41, e per la maggior parte sono termovalorizzatori collocati al Nord (ma guarda un po). Le strutture maggiori che producono energia sono quelle di Torino, Milano Brescia e Parma. Inceneritori e termovalorizzatori bruciano lo stesso tipo di rifiuti, quelli solidi urbani (piccoli imballaggi, carta sporca e stoviglie di plastica, ad esempio) e quelli speciali (derivanti da attività produttive di industrie e aziende). E’ doveroso precisare che, anche se l’impatto zero non esiste, come evidenziato da studi del Cnr e dell’Ispra, questi impianti sostanzialmente sono non inquinanti, se perfettamente funzionanti e con la doverosa attenzione alla manutenzione degli impianti, hanno tuttavia il problema degli scarti, in particolare ceneri e fumi. Per sopperire a questa complicazione, i moderni termovalorizzatori hanno 4 livelli di filtraggio per i fumi e sistemi di trattamento e riciclo delle ceneri molto avanzati. Anche per questo tutte le analisi epidemiologiche recenti condotte intorno agli impianti moderni non hanno evidenziato un aumento di patologie. Nel paesi del Nord Europa i termovalorizzatori sorgono in mezzo alle città. La combustione tuttavia produce CO2 e contribuisce all’effetto serra. Chiarito ciò, ritorniamo al contratto di governo tra M5s e Lega- nel capitolo 4 Ambiente, green economy e rifiuti zero – si legge che «una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi». Ora, la domanda che mi pongo e, pongo a tutti è la seguente, se il governatore del Veneto (Lega Nord), ha più volte dichiarato: “Abbiamo tre inceneritori e non ne costruiremo altri”: siamo una Regione ‘riciclona’ e puntiamo dritti sul compostaggio”, dichiarazioni in netto contrasto con le affermazioni del ministro Salvini, che sulla questione sembra avere, legittimamente cambiato idea, da contrario , oggi è un accanito sostenitore dei termovalorizzatori e inceneritori, addirittura disposto a creare una frattura nell’esecutivo pur di realizzarli, rifacendosi (pochi si sono accorti), ad un decreto di Renzi, all’interno dello “Sblocca Italia”, lo ricordate? Che imponeva di costruire 12 nuove strutture, ma i presidenti coinvolti dissero tutti no: “Non servono”. Michele Emiliano: “Gli elettori si sono espressi chiaramente contro, anche: Crocetta, Chiamparino, Ceriscioli, Marini, De Luca. Ma, allora, perché volerli realizzare a tutti i costi? E dove? Visto che “Libero” , proprio ieri, (n.d.r) titolava, –  Canta Napoli pattumiera – Vincono i gli appassionati dei rifiuti, dimenticando di fatto, le dichiarazioni di Zaia, la posizione netta di Salvini (antes ministro), ora, mi domando? Vuoi vedere che i 12 impianti, magicamente saranno realizzati al Sud? E, vuoi vedere che il Sud, ancora una volta sarà condannato a smaltire i rifiuti del Nord? Si, i rifiuti del Nord, quelli che fino e a qualche anno fa, venivano clandestinamente sepolti , quelli che hanno creato la gigantesca polveriera ambientale, tristemente conosciuta come “Terra dei Fuochi” ? Rifiuti che hanno inquinato terreni, falde acquifere, e dìstrutto l’economia di un intero territorio? Aumentato esponenzialmente la diffusione di malattie oncologiche infantili, ma anche tra gli adulti. Se, Salvini vuole realizzare impianti per la distruzione dei rifiuti, chieda innanzitutto ai cittadini se sono d’accordo, visto che a rischiare sono proprio questi ultimi, secondo, dica esattamente dove prenderebbe gli impianti, Quelli della Impregilo? La risposta è, NO ! grazie, abbiamo già dato, Acerra docet. E, soprattutto spieghi ai suoi elettori del Sud, perché Zaia e contrario, e come mai lui ha cambiato repentinamente posizione. Per concludere, su questa questione, il contratto di governo tra M5s e Lega in tema di rifiuti parla chiaro. Parla di “Modello Treviso” che ora guida il Veneto più virtuoso, non di “Modello Brescia” (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d’Europa quello di A2A) che frena anche le tantissime eccellenze lombarde. Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne», scrive in un post sul blog delle Stelle dal titolo Il mondo è veneto, non bresciano, Gianni Girotto, presidente della commissione Industria del Senato, rilanciando il passaggio del contratto di governo. Per cui , Di Maio ha ragione e Salvini no !

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore