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SAVIANO. ALTRO FANGO SU NAPOLI

L’ultimo articolo apparso su Repubblica a firma Roberto Saviano è qualcosa di delirante e, nel contempo, di chiaro disprezzo verso i napoletani tutti. Nell’articolo è stata ricostruita una vergognosa immagine di un popolo prono alla sudditanza, impoverito di ogni diritto e senza dignità. Quel baciamano di Afragola a Salvini,  avrebbe, secondo la maldestra visione di Saviano, portato a considerare i napoletani come sudditi mafiosi del “nuovo boss”, il Ministro della Malavita come lo apostrofa lui. Un chiaro intento provocatorio e moralizzante, atto a stimolare quella presunta ignoranza e miseria che nel suo testo sottolinea più e più volte attribuendola ai napoletani. Napoletani, la sua gente. Pensate, proprio quella gente tra cui dice di essere cresciuto, la stessa gente cinicamente sfruttata a livello di immagine, dipinta nei suoi libri come una società dedita alla camorra, alla violenza e ad ogni genere di illecito. Poveri Napoletani, poveri miserabili, così li immortala nel suo testo il “grand’uomo”, il “grande scrittore” condannato per plagio, in un quadro dove dovremmo osservarli genuflessi nel chiedere senza ritegno e dignità il miracolo a Salvini. E si inchinano, lo toccano, lo baciano, lo vorrebbero abbracciare come si fa con San Gennaro nella speranza che il Santo gli faccia la grazia ponendo fine alla loro miserabile disperazione. Napoletani disgraziati, alla fame che come mendicanti chiedono e supplicano chi a suo dire fino a ieri li avrebbe solo disprezzati e chiamati terroni. Ed è vero, non si nega mai la verità! Salvini ai tempi della Lega Nord e di quella patetica figura Bossiana che la dirigeva, si era conformato al pensiero degli altri attivisti. Ma i tempi cambiano, i ragazzi maturano divenendo uomini e comprendono che forse le cose non sono affatto come si diceva ieri. Del resto chi di noi non ha mai commesso errori nella vita? Ma questo di Saviano non è un errore, questo dipinto che offre di Napoli e dei Napoletani fa orrore. E’ una punizione mediatica al popolo partenopeo che ha a suo avviso tradito e rotto il patto con la comune intolleranza. Fa orrore perché nega al popolo napoletano la verità. Quella verità che lo contraddistingue fra tutti gli altri popoli della penisola. L’orgoglio; La dignità; La genuina sincerità; la riconoscenza! Saviano infatti nel suo prolisso testo omette di citare gli interventi di polizia che hanno avuto luogo ad Afragola dopo la visita del Ministro degli Interni.. La terapia d’urto finalizzata a contrastare la criminalità organizzata. Evidentemente non era interessante scrivere su Repubblica l’ennesimo successo dello Stato è delle forze di polizia impegnate nell’arginare quella criminalità di cui il Saviano si limita a parlare. Il problema di Afragola resta quello che qualcuno abbia baciato la mano a Salvini, non il traffico di droga, non la criminalità organizzata che si vuole estirpare.

Eppure il saccente Saviano dovrebbe sapere che a volte la mano si bacia anche in segno di rispetto o per l’onore riconosciuto in una figura istituzionale o ecclesiastica, per la carica che ricopre un uomo per il quale Saviano non hai mai dimostrato rispetto. Mi chiedo cosa direbbe mai l’autore di Gomorra nel vedere un uomo che bacia l’anello di un cardinale o peggio al Papà? Sarà mafia pure quella?

Personalmente credevo che quella di Saviano fosse una logorante ossessione per Salvini, ma ultimamente mi sono ricreduta. Non è ossessione, è “intenzione”! È l’intenzione disdicevole e spregevole di screditare un uomo che sta cercando di fare qualcosa di buono per il nostro paese. L’intenzione di abbattere l’immagine di chi sta evidentemente minando proprio quegli interessi che hanno contribuito per decenni a mantenere il sud nell’ignoranza e nel pregiudizio. Perché ammettiamolo, da 50 anni nel nostro paese si è pontificato su queste condizioni, perché “un popolo ignorante” cosi come vorrebbe dipingerlo Saviano, è un popolo facilmente controllabile e incapace di reagire, difendersi, affrontare quel nemico che ha una faccia e un nome e che è cresciuto proprio tra le strade di Napoli.

Non fa bene sputare nel piatto dove si mangia signor  Saviano. Non si morde mai la mano di chi ti ha nutrito e arricchito pagandone tra l’altro le spese con la propria immagine annichilita e vilipesa a livello internazionale. Napoli non è solo camorra e mafia. Che tu lo voglia accettare o no, c’è un popolo pronto a voltare pagina. C’è voglia e desiderio di giustizia sociale. Rifiorisce quell’ambizione a Napoli, di migliorare la propria condizione, e né Saviano, nè la camorra, nè le sinistre colluse, riusciranno mai a fermarla.

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