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A Napoli la travolgente storia di Len Cooper, l’uomo che ha fatto di un battito di cuore lo strumento contro l’odio razziale

 

Non occorre il “Black History Month”, che celebrano negli Stati Uniti, per volgere un pensiero quotidiano a tutte le persone che, negli angoli più remoti della Terra e non, hanno combattuto per avere una vita migliore. Come non serve una ricorrenza per riconoscere il val ore di uno dei protagonisti della storia universale della lotta al razzismo, in tutte le sue forme, né tantomeno per guardarlo negli occhi e stringere una mano colma di saggezza.

Stiamo parlando di Len Cooper, perchè quando si incrocia il suo sguardo, si vien subito travolti da un misto di emozioni. La sua anima pura traspare da tutti i pori del suo corpo.
Sono sensazioni che derivano dalla sua storia, che trasmette con una singola occhiata, con il suono della sua voce ed i suoi gesti.
La sua storia, tutta racchiusa nel suo libro “The Children of My Knee”, è una storia di dolore, di angoscia, di solitudine..Ma è anche e soprattutto un racconto di rinascita, di speranza, di vittoria contro il male dilagante della malvagità umana. E, se teniamo bene a mente ogni sua frase, possiamo renderci conto del fatto che la sua vita somiglia alla nostra molto più di quanto ognuno di noi possa immaginare.
Sì, perché la capacità e la forza della sua rivalsa non sono concetti astratti, propri di una fiction, bensì vitalità che si rende carne ed ossa, e che oggi ci viene riassunta nelle pagine di un testo che non parla di una sola persona, ma di tutti noi, in quanto esseri umani, con le nostre fragilità e debolezze.

E ancor di più se la sua voce si intreccia a quelle della nostra popolazione, di noi Napoletani, che da sempre lottiamo in difesa della nostra Terra.
“Sono qui da 12 anni.” – Ha risposto Len ad una recente intervista, quando ha parlato di Napoli come la sua nuova casa. – “Adoro questa città, e quando verrà il giorno di lasciarla, sono sicuro, così come quando sono venuto, piangerò”

Len Cooper, che oggi ricopre un ruolo di primo piano presso il Dipartimento della Difesa USA, che non solo è un autore di successo, un giornalista per il Washington Post ma anche e soprattutto un uomo di una spiccata lungimiranza, amato e stimato da chiunque lo conosca, racconterà la sua storia, quella di un bambino Americano nato a Birmingham (Alabama) che ha sconfitto il razzismo ed ha cicatrizzato ogni lacrima con le proprie forze, aiutato dal potere della scrittura, e lo farà giovedì 28 Febbraio, alle ore 17:00, presso il Carcere Minorile di Nisida.

L’evento, moderato dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, vedrà in primo piano anche i volti di Gianluca Guida, direttore dell’istituto Penale Minorile di Nisida; Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private di libertà personale; Antonella La Porta, Presidenza della Fiddoc (Federazione italiana donne dottori, commercialisti ed esperti contabili); Fortunata Procentese, docente di Metodologie dell’Intervento in psicologia di Comunità.

Riscatto, rinascita, rivincita ed enorme forza. E poi è proprio vero, caro Len, che a Napoli si piange sempre due volte. E noi saremo pronti a farlo con te, tra le pagine della tua storia.

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