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COVID-19, il Prof. Francesco D’Andrea (Sicpre): «Occorre rassicurare i pazienti oncologici sulla sicurezza dei presidi ospedalieri»

Intervista al Prof. Francesco D’Andrea, Presidente SICPRE e Direttore del reparto di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell’ospedale Policlinico Federico II di Napoli.

A cura di Sara Barone

Prof. D’Andrea, che impatto ha avuto l’emergenza nei reparti di Chirurgia plastica?

«Nel rispetto delle direttive istituzionali che in periodo di emergenza prevedono l’espletamento delle sole patologie urgenti e indifferibili, l’attività continua con l’impegno di sempre per la cura di tumori cutanei, melanomi, tumori mammari e urgenze quali traumi e ustioni»

Eppure, viene segnalata una riduzione notevole di pazienti oncologici, frutto della paura di contagio da Covid-19 negli ospedali..

«Innanzitutto occorrerebbe una comunicazione diversa da parte dei media. Oggi sembra che esista solo il coronavirus con messaggi che spesso creano psicosi. Bisognerebbe rassicurare i pazienti non Covid. In tutti gli ospedali è garantita in sicurezza la cura di tutte le patologie, con misure per prevenire il contagio. L’accesso agli ambulatori è regolamentato e i ricoveri sono controllati. I pazienti vengono valutati prima telefonicamente con un questionario per evidenziare sospetti di infezione e di nuovo all’atto del ricovero misurando la temperatura e se disponibili eseguendo test sierologici rapidi»

Prof. Francesco D’Andrea

Il ruolo del medico viaggia tra rischio personale e fonte di contagio se non preventivamente isolato. Con l’attuale emergenza su assenza di tamponi e incertezza sul test sierologico, come tutelare voi e i pazienti?

«Bisogna attenersi scrupolosamente alle disposizioni. Rispetto dei percorsi, distanziamento, evitare affollamenti, uso di guanti, mascherine e occhiali protettivi. L’optimum sarebbe testare gli operatori sanitari con test validati e sicuri una volta a settimana per isolare infetti asintomatici»

Crede che le misure adottate in Campania siano sufficienti a sorreggere il sistema sanitario, in vista della ‘fase 2’?

«Credo che la Campania si sia finora comportata egregiamente, differentemente dal nord. I numeri sono incoraggianti e le strutture hanno risposto eccellentemente. Non bisogna però abbassare la guardia per arrivare presto alla fase 2 ed evitare una seconda ondata»

Parlando del Covid-19 ha citato il colera del 1973. Quest’ultimo evidenziò problemi sedimentati nella società già prima dell’epidemia. Il Covid-19 smuoverà anch’esso la coscienza collettiva?

«Sicuramente la nostra vita cambierà. Da medico spero che non ci si dimentichi della sanità e delle criticità emerse in questa emergenza. Oltre a una riorganizzazione del sistema sanitario, con adeguamento di risorse umane e strutturali, auspico che la colpa medica venga depenalizzata e che gli stipendi degli operatori sanitari vengano adeguati al notevole impegno di lavoro che affrontano ogni giorno»