Uncategorized

Teodoro d’Errico, il talento fiammingo della Napoli del ‘500

Napoli, 21 Maggio 2023

Una pala d’altare nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina

di : Antonio Russo

Napoli. Nella chiesa di Santa Maria del Parto cela al suo interno, nella prima  cappella gentilizia sul lato sinistro,  uno dei capolavori di un maestro fiammingo, Teodoro d’Errico, detto anche Dirck Hendricksz. Nacque ad Amsterdam tra il 1542 e il 1544. L’artista faceva parte della colonia fiamminga napoletana negli anni ’70 del ‘500. La ricostruzione della sua carriera di star della pittura è assai difficile: dobbiamo molto per la comprensione del pittore alla monografia di Vargas e agli studi di Giambattista D’Addosio e Leone De Castris. Nel nono decennio del secolo XVI il pittore intraprese un’impresa enorme: la decorazione del soffitto cassettonato del monastero di San Gregorio Armeno a Napoli, sotto la supervisione la badessa di Beatrice Carafa. E anche un’opera nella chiesetta di Santa Maria del Parto si trova una sua opera di fronte al celeberrimo Diavolo di Mergellina. La tavola è intitolata  La Crocifissione  , portando un’innovazione nello stile meridionale della penisola italiana.

La trascrizione del pagamento ritrovato nel banco AGP ( Annunziata ) e pubblicato da Giambattista D’Addosio riporta quanto segue: A Donato tafura d. sei per lui a Theodoro d’errico pittore D.o a comp.to de d. sessanta, atteso li altri li ha ric.ti in più volte da lui manualmente gionti con dua botte de vino una bianco, e l’altra rossa dela sua massaria per lo prezzo de d. dodeci già ricevutoli in suo potere li mesi passati, quali d. 60 sono per lo prezzo d’una ancona tonna di palmi setti e mezzo, et alta dodeci in circa pintata sopra tavole con il s.mo crocifisso morto, e da destro la gloriosa vergine maria, da sinistro san Gio: apostolo, et evangelista, et appiede ala croce s.ta maria madalena, quale ancona cel’have consignata, et resta sodisfatto, et saldo da lui per la predetta causa, E per lui ad Aniello camardella per alt.ti, et sono in conto de d. quindeci atteso li altri d. nove cel’ha pagati contanti, et detti d. 15 sono in conto de d. 37.1 li quali celi deve per tanti drappi ric.ti da esso, a lui contanti d. 6”. La chiesa non solo conserva il monumento funebre di Jacopo Sannazaro realizzato dagli allievi di Michelangelo  Buonarroti, che donò il suo palazzo ai servi di Maria ( OSM) per la costruzione della chiesa in suo onore tramite atto notarile. Un’opera dell’arte fiamminga del Sud Italia ancora non dimenticata e incastonata nella storia di Jacopo Sannazaro.

 

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore