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LA PRECARIETA’ “IMPOSTA” UCCIDE COME UNA GUERRA!

Il prezzo più alto sono ancora una volta i giovani a pagarlo! 19 anni si toglie la vita per aver perso il lavoro di commessa!

Di Sergio Angrisano
Balsorano (L’Aquila)
E’ successo ancora, una giovane di 19 anni si è tolta la vita nel bagno della sua abitazione. Una ragazza di 19 anni si è suicidata nel bagno di casa. Il gesto estremo sarebbe arrivato dopo la perdita del lavoro. La sua morte allunga la drammatica lista di giovani travolti dalla disperazione. La tragedia è avvenuta questa mattina a Balsorano (AQ). Ancora non si conoscono i motivi che hanno spinto la giovane al tragico gesto. Il gesto potrebbe essere riconducibile al fatto che, al mancato rinnovo del contratto in un negozio di casalinghi dove lavorava come commessa a Sora (Fr) . C’è chi sostiene che esista un legame tra i due episodi, gli inquirenti stanno vagliando tutte le piste con le dovute cautele. La 19enne era rimasta sola in casa, cosa che accadeva frequentemente, i genitori si erano recati al lavoro. Dopo numerosi tentativi da parte della madre di raggiungere telefonicamente la ragazza, non ricevendo riposta ha pensato ad un malore della ragazza, è andata a casa, nessuna risposta nemmeno dopo aver suonato il campanello, quindi ha sfondato la porta, entrata in bagno si è trovata davanti il corpo senza vita della giovane. L’abbandono dei giovani, completamente lasciati a se stessi e senza la possibilità di costruirsi un futuro, costituisce senza dubbio uno dei tratti più inquietanti dell’attuale società capitalistica occidentale. Da una indagine condotta nel 2014 , si è rilevato che è più che raddoppiato rispetto al 2012 anche il numero dei tentati suicidi. Protagonisti sempre più i giovani, senza grosse differenze per area geografica. È la fotografia del fenomeno secondo una ricerca dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre tre anni studia il problema.Secondo lo studio condotto nel triennio 2012-2014 complessivamente sono stati 439 i suicidi per motivi legati alla crisi economica. Secondo i dati della ricerca dell’Università degli Studi Link Campus, la classe d’età più a rischio è quella che va dai 35 ai 44 anni, passata dal 13,5% del 2012 al 21,4% del 2014. Appare altrettanto preoccupante il numero dei suicidi legati a problematiche e difficoltà economiche tra i più giovani: tra il 2012 e il 2014, il 5,5% delle vittime ha infatti un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (4% nel 2014) mentre l’1,4% ha meno di 25 anni (2,5% nel 2014 a fronte di una percentuale pari a 0 registrata nel 2012). Secondo la ricerca, inoltre, il fenomeno non conosce più differenze geografiche: al Sud come al Nord. L’analisi complessiva dei dati relativi al triennio 2012-2014, pur confermando il primato del Nord-Est, che registra complessivamente il 25,3% del totale dei suicidi, rileva una progressiva uniformità della distribuzione del fenomeno nelle diverse aree geografiche. Le regioni dell’Italia centrale infatti dal 2012 al 2014 contano il 22,3% dei suicidi, il Sud il 20,3%, il Nord-Ovest il 20% e le Isole l’11,8%. Le regioni più colpite dal fenomeno appaiono in ogni caso quelle del Veneto e della Campania che dal 2012 al 2014 fanno registrare rispettivamente il 17,7% e l’11,6% del totale dei suicidi per crisi economica. Numeri drammatici, raddoppiati rispetto al 2012. Un’escalation che ben rappresenta un apocalittico scenario imposto dalle scellerate scelte politiche dai vari governi che si sono avvicendati nel tempo, in cui debiti, fallimenti, licenziamenti, stipendi non percepiti, disoccupazione diventano il movente di stragi che si consumano quotidianamente”. «L’analisi complessiva dei 3 anni – aggiunge – evidenzia un fenomeno che sta interessando in maniera trasversale strati sempre più ampi della popolazione senza alcuna particolare caratterizzazione geografica, investendo con la stessa forza Nord, Sud ed Isole, e che sta trascinando prepotentemente verso la disperazione non più solo imprenditori e titolari di azienda ma un numero sempre più considerevole di disoccupati: 45% gli imprenditori suicidi, 42% i disoccupati”. A pagare saranno sempre i più fragili, i giovani più di ogni altro.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore