CarditoPolitica

Polemica continua. Un giornale on line tifa per la nomina del portavoce e, come tradizione, destabilizza la maggioranza

Chiacchio, Fusco e Russo puntano il dito contro Mazza e Amirante, ma dimenticano la propria storia

CarditoDopo un anno di consiliatura passato a crogiolarsi nel nulla, la politica carditese si risveglia dal letargo. È bastato poco. È stato sufficiente che nell’ultima seduta del civico consesso, quella dedicata all’approvazione del bilancio, dai banchi della maggioranza si alzasse un velo di dissenso su un atto di gestione. Apriti cielo, è successo il finimondo. I due consiglieri in questione, per la cronaca Marco Mazza del Partito Democratico e Enzo Amirante, sono stati immediatamente etichettati come traditori della patria. Nulla di più insensato. I due consiglieri hanno palesato le loro perplessità rispetto ad un mero atto di gestione e non certo su un punto programmatico della coalizione guidata dal primo cittadino. Si sarebbe compresa l’agitazione di alcuni esponenti della maggioranza, ma è difficile credere che Cirillo abbia chiesto la fiducia ai carditesi sulla nomina di un portavoce. Allora perche tutto questo clamore? Sono arrivati addirittura a chiederne l’uscita dalla maggioranza ad attribuire a Mazza ed Amirante la volontà di far terminare in anticipo l’amministrazione Cirillo. Il vero problema di Cirillo non sono i consiglieri che legittimamente e apertamente dichiarano il proprio punto di vista, cercando magari di dare un contributo, il sindaco deve preoccuparsi delle teste di legno, degli yesman, di quelli che con la mano destra approvano tutto senza batter ciglio e con la sinistra gli presentano il conto. I consiglieri Fusco, Chiacchio e Russo si sono affrettati a rilasciare interviste al vetriolo contro i colleghi “cattivi”. Sanno di non poter essere utili in altro modo e allora cercano di ritagliarsi spazio mettendo in cattiva luce gli altri. Un po’ come fanno i calciatori scarsi che per giocare cinque minuti devono aggraziarsi l’allenatore in tutti i modi. Una scena patetica oltre che antidemocratica. Ma le dichiarazioni, soprattutto in politica, assumono un peso differente in considerazione di chi le pronuncia. Chiacchio, ad esempio, dice che questa maggioranza paga la scelta di aver inglobato in coalizione chi semplicemente saliva sul carro del vincitore. Parla di coerenza rispetto al mandato elettorale. Proprio Chiacchio che nel 2012 si è candidato in una lista a sostegno di Pisano contro Cirillo.  Che appena tre anni dopo si è candidato in una lista a sostegno di Cirillo contro Pisano. Che un minuto dopo aver beneficiato della struttura partitica dei socialisti, ha lasciato un partito storico senza rappresentanza consiliare. L’ha usato come taxi. Chiacchio è stato un turista della democrazia. Chiacchio vuole sfasciare la bancarella per rimettere in piedi il ragionamento sulle poltrone. Vuole la presidenza del Consiglio, credendo possa lanciarlo nella futura corsa a sindaco. Si vede che se ne intende di scommesse perse in partenza. E poi insieme a Russo vuole fare gruppo per liberarsi dell’assessore Peppe Di Micco (detto o merican). L’altro campione che non ha perso tempo per ritagliarsi il ruolo di difensore del primo cittadino è il consigliere Fusco. Anche lui parla di coerenza con gli elettori, anche lui dimentica però che è approdato in consiglio grazie ad un partito che poi ha rinnegato subito dopo le elezioni. Ma Fuscova addirittura oltre, e facendo sfoggio della sua riconosciuta lungimiranza politica si lancia in una analisi dettagliata della situazione :“quella di Mazza e Amirante è una mossa perminare nel medio periodo la coalizione alle fondamenta in modo da poter costruire l’alternativa al sindaco in carica”.Quanta grazia e che capacità di individuare i possibili sviluppi di una situazione. Fusco, per intenderci, è uno che in un anno di consiliatura non ha preso la parola neanche per chiedere di andare in bagno. Lui in Consiglio non parla, preferisce farlo in separata sede. Anche se fa gruppo da solo ha ottenuto la carica di vice preseidente dell’Assise. Una poltrona soltanto simbolica. Anche il consigliere Andrea Russo ha la sua piccola storia d’incoerenza politica. Nel 2012 era ad un passo dal candidarsi a sostegno di Pisano contro Cirillo, il materiale elettorale già pronto, ma all’ultimo momento, è passato tra le filadell’attuale primo cittadino. In Consiglio approdò grazie alla civica Cardito Libera, ma in poco tempo, per dissidi sulle posizioni di sottogoverno (voleva persone sue), decise di lasciare la civica. Nell’ultima tornata elettorale, invece, pretese di presentarsi con una lista tutta sua. Da commercialista fece bene i conti e, complice il meccanismo elettorale della doppia preferenza di genere, si è fatto portare in consiglio da una lista di donne “caricate” su di lui. Nonostante la sua lista sia stata la più scarsa di tutta la coalizione, pretese un assessore in giunta. Insomma, dire che per il consigliere Russo in politica contano solo le poltrone sembra appropriato. Nella sua carriera politica c’è tutta una serie di privilegi e poltrone ottenute anche dalla sua famiglia che ad elencarli non ci sarebbe spazio su un giornale. Ma al di là della scarsa credibilità che hanno questi soggetti nello scagliarsi contro Mazza e Amirante, è la polemica in se che non sta in piedi. I due consiglieri hanno semplicemente palesato la volontà di destinare maggiori fondi alle tante problematiche che attanagliano il paese, sottraendoli a quelli previsti per la nomina di figure esterne di cui, almeno per il momento, i cittadini non sentono l’esigenza. Non è un problema di nomi o di professionisti, il problema è prettamente politico-economico. Cardito adesso ha altre e più importanti priorità. Chi vuole personalizzare lo scontro è in mala fede. Innanzitutto perché significherebbe che ancor prima di essere previsti in bilancio questi soldi hanno già un destinatario, e  quando si parla di soldi pubblici questa non è mai una cosa buona. Secondo perché si vuole distogliere l’attenzione dal vero problema. Cardito si trova probabilmente nella fase più buia degli ultimi decenni. Le strade sono ridotte a un colabrodo, le fognature sono un disastro, le zone verdi sono nel degrado, le periferie abbandonate, il commercio va a rotoli. La gente è stanca. Questi sono i veri problemi di Cardito e, non me ne voglia nessuno, almeno in questa fase, non li risolve neanche il miglior portavoce.