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Italia riceve, Bruxelles trattiene

“Fondi Europei 31 Miliardi fermi a Bruxelles”, questo il titolo della manifestazione che si è svolta il 26 novembre nella Sala Mascagni dell’Hotel Vesuvio a Napoli in materia di Fondi Europei. L’evento si è presentato in quanto al momento risultano bloccati a Bruxelles ben 31 miliari di Fondi UE destinata all’Italia

Allla manifestazione sono intervenuti l’Europarlamentare Fulvio Martusciello del Gruppo PPE, On.Paolo Russo Deputato al Parlamento Europeo, componente della Commissione Agricoltura , il dott. Danilo Iervolino, Presidente dell’Università Telematica “Pegaso”, Vincenzo Caputo, Vice Presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, e il Capogruppo di FI – PPE al Parlamento Europeo. E’ Fulvio Martusciello ad entrare immediatamente nel merito della questione, senza mezzi termini denuncia  che ammontano a 31miliardi  i Fondi europei che giacciono non spesi a Bruxelles. Continua Martusciello, deputato al Parlamento Europeo, nel suo accorato intervento “cosa fare?”. “ La prima nazione in Europa per capacità di spesa è la Polonia,  noi siamo gli ultimi.

L’Italia non può permettersi uno stallo di questo genere. Stallo la cui responsabilità è dovuta all’incapacità delle amministrazioni regionali. Dobbiamo avere la forza di usare il pugno di ferro nei confronti delle Regioni che non sanno e non vogliono spendere. Si aggiunga per legge tra i motivi per cui il Ministro dell’interno può chiedere lo scioglimento di un Ente anche quello di non spendere i fondi europei. L‘utilizzo di questi fondi europei consentirebbe all’economia campana di ripartire. Per poter utilizzare i Fondi Europei, conclude Martusciello, bisogna avere strutture dedicate ad hoc, la capacità di dialogo e di interrelazione anche personale. Se manca tutto ciò continueremo ad essere scavalcati dalle altre nazioni.”Dagli interventi che si sono succeduti è emerso che, ad un anno e mezzo dall’approvazione dei programmi regionali e nazionali del periodo 2014-2020, i rubinetti dei fondi della politica di coesione Ue (FERS e FSE), per l’Italia, restano tutt’ora chiusi.

A parlare della situazione di “stallo” è l’On. Paolo Russo, che nel suo intervento precisa che affrontare e decidere in materia di Fondi Europei è una necessità improcastinabile per evitare di far deragliare il treno degli investimenti. Un giudizio disastroso quello dell’On. Russo sulla capacità di gestione delle Regioni in materia di Fondi Europei, spulciando numeri ricorda che sono 100 i milioni di euro a disposizione per dei Bandi, rispondendo a chi afferma che il PIL ha fatto registrare piccoli segnali di crescita, i segnali sono dovuti esclusivamente ad una accelerazione della spesa quindi non imputabile ad una vera e propria ripresa.

Nonostante l’Italia sia il secondo Paese beneficiario nell’Unione, con un pacchetto di 31 miliardi di euro da spendere per creare crescita e occupazione, la Commissione UE si trova attualmente nella condizione di non poter rimborsare un solo euro grazie all’inerzia delle regioni e ministeri che tardano a completare la procedura di designazione. Va detto che la situazione dell’Italia è tra le peggiori nell’ambito dell’UE”, fonti ufficiali indicano la Polonia (primo beneficiario Ue con oltre 70 miliardi) come uno degli esempi più virtuosi, con 20 programmi chiusi su 21. delle autorità di gestione, di certificazione e di controllo necessarie per i 30 programmi concordati. Chiude il cuore vedere una regione come la Campania, vedersi sottratti Fondi di cui avrebbe un assoluto bisogno,  questo è quanto afferma Elisabetta Gardini, molti imprenditori, sbagliando, ritengono che quella dei Fondi sia una materia complessa, qualcosa di irraggiungibile, in realtà è come imparare una lingua straniera, bisogna impararla, solo così poi diventa veramente facile usarla.

Fonti da Bruxelles citate dalle agenzie, delineano quella dell’Italia come “una delle situazioni peggiori della UE, Quel che c’è di vero – aggiunge è che un barocco iter burocratico del Governo Centrale e quello locale della Regione che rallenta le procedure di accreditamento delle pratiche, creando non pochi danni allo sviluppo locale non solo di quelle italiane ma di tutti i Paesi europei“.