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VERGOGNA !!!

angeloLacrime di “coccodrillo” dopo la tragica morte di Angelo. «Non si può morire per il freddo. Perdonaci»

Avellino, 07 gennaio 2017

Abbiamo deciso di non parlare subito della tragica fine di Angelo, non volevamo essere parte della mischia mediatica, volevamo raccontare la drammatica storia Angelo con la giusta indignazione, e non spinti dalla rabbia che casi simili ingenerano. L’indignazione, siamo ancora capaci di indignarci? Nella società in cui viviamo, dove tutto accade ad una velocità incontrollabile riusciamo per una manciata di minuti ad indignarci, ma lo facciamo velocemente, il tempo di scrivere un post su di un social, una frase ad effetto, consapevoli che anche il dolore è a scadenza, lo è come lo sono i tanti prodotti deteriorabili. Anche davanti alla morte non possiamo fermarci, abbiamo altro a cui pensare, ai problemi del quotidiano, alla partita della squadra del cuore, a come trascorrere la serata del sabato sera. Ma la domanda rimbomba nelle nostre coscienze « Si può morire di freddo nel terzo millennio? »  Angelo Lanzaro questo era il suo nome, aveva solo 43 anni, una vita di stenti, aveva perso il lavoro da poco più di un anno, aveva chiesto aiuto, lo aveva fatto in tutti i modi, anche presentando denunce alle istituzioni, aveva provato in tutti modi a risollevarsi, ma non era riuscito a trovare nulla,  aveva una compagna e tre figli piccoli. Oggi i giornali e le Televisioni hanno derubricato la morte di Angelo tra le tante “ morti di stagione”, si quelle provocate dal gelo, dal freddo, letali per chi come Angelo quelle notti le passava all’addiaccio, in rifugi di fortuna. Ed è proprio in uno di questi ricoveri improvvisati che la vita di Angelo ha trovato fine, insieme ad Antonio e Sergio compagni di sventura, con i quali aveva scelto di riparare in quello che fu il Mercatone, struttura abbandonata da oltre trent’anni, attualmente ritrovo di clochard di diseredati e qualche tossicodipendente, Antonio prima dormiva in auto su alla collina dei Cappuccini, Sergio che fino a ieri dormiva vicino ad Angelo per tenersi al caldo era il terzo ospite del Mercatone, luogo non nuovo a disgrazie del genere, dieci anni fa si verificò una tragedia simile, un’altra vita fu  spezzata dal freddo, l’ennesimo invisibile fu trovato morto. Alla luce di tutto questo, possiamo affermare che la morte di Angelo Lanzaro sia imputabile solo al freddo? Oppure egli è l’ennesima vittima di una contingenza male affrontata, forse nemmeno considerata. Queste morti sono l’evidente fallimento di un sistema assistenziale inesistente, morte pesante come un macigno quella di Angelo, che grava sulle coscienze di tanti, di chi doveva vigilare, di chi amministra ma soprattutto su quelle di chi governa, un governo che ha fallito in tutte le direzioni, che salva le banche con i soldi dei contribuenti e lascia morire di stenti i cittadini, non è né speculazione e neppure sterile polemica, è quanto registriamo quotidianamente e che abbiamo il dovere di denunciare, dovremmo farlo tutti, ma quella di Angelo non è una morte che fa clamore, non porta voti né altro, Angelo Lanzaro era un anonimo cittadino, fosse stato nordafricano, avremmo forse assistito a  funerali di stato , passerelle di ministri e presidenti, a corone di candidi fiori, ma per Angelo non sarà così, ai microfoni di una emittente locale il collega Ottavio Giordano che lo aveva intervistato il giorno prima della sua morte, aveva detto in lacrime, commosso per l’aiuto inatteso di portare la storia alla ribalta delle cronache, disse: “che desiderava vedere i propri figli…e in lacrime disse ..scusatemi” . Siamo Noi tutti che ti dobbiamo delle scuse Angelo, ma soprattutto quelle istituzioni che si sono dimostrate sorde alle tue richieste di aiuto insieme ai tuoi amici del Mercatone. Ironia della sorte un edificio che si trova a due passi dal Comune, una amministrazione che si è dimostrata insensibile alle denunce dei mezzi di informazione. Un sistema incapace di trovare una soluzione adeguata. Ora ci resta il dolore la rabbia, sui social impazzano i commenti che tardivamente parlano di chi è invisibile e che quotidianamente deve fare una scommessa con la vita. La morte di Angelo crea sgomento e scatena la protesta. Come sempre accade c’è stato bisogno del morto per rendere e tragicamente visibile la triste esistenza di un uomo, uno dei tanti abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni. Aveva tre figli, aveva chiesto aiuto alle istituzioni, aveva implorato, ma tutto era risultato inutile. Lanzaro viveva di stenti in condizioni al limite dell’umano, in quella struttura cadente e abbandonata da circa trenta anni, diventata ricovero per barboni, disperati e tossicodipendenti. Tardiva ma importante scatta la macchina della solidarietà, i cittadini sgomenti per la tragica fine di Angelo Lanzaro vogliono scendere in campo in prima persona, dare il loro contributo di umanità, quella umanità spesso assente nella mente di chi amministra. La proposta è di creare un fondo destinato ai senza tetto in città, realizzare un centro per fornire soccorso e rifugio a chi come Angelo è meno fortunato e che certe assurde disgrazie non abbiano a ripetersi, una soluzione che gli avrebbe salvato la vita. Uno schiaffo pesante alle istituzioni. Senza quel tetto sulla testa, senza il calore di una casa, aveva confessato all’amico Sergio di sentire freddo. In un gesto di incontenibile nobiltà, sconosciuta a chi governa, Sergio aveva dato il suo cappotto all’amico, rischiando anche lui in queste notti di gelo polare. In un gesto di straordinaria solidarietà avevano accolto anche un terzo clochard, uno straniero, più anziano di loro.  Il Maledetto Mercatone ha ucciso ancora, ma il colpo di grazia lo ha inferto sicuramente la : burocrazia? Il cinismo? La distanza siderale che separa la politica dalle esigenze reali dei cittadini?  L’ultima immagine di Angelo Lanzaro, le sue ultime parole sono  in un video di dicembre, in una intervista rilasciata all’emittente irpina Tele Nostra, aveva chiesto aiuto al Sindaco per la drammatica  situazione in cui versava .più che un appello un vero e proprio grido di dolore, una supplica  rimasta inascoltata. Sono molti a  chiedere le dimissioni del sindaco Foti e della sua giunta: un atto dovuto se a questa politica è rimasto un barlume di dignità e di umanità.

Ilaria M.C. Angrisano

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