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La sinistra antifascista minaccia querela. “Vogliamo i soldi”. Farneticanti richieste del picchiatore di Piacenza

Ci sono voluti 4 lunghi giorni prima di decidersi a costituirsi uno dei tre arrestati autori del vile pestaggio ai danni di Luca Belvedere il carabiniere di Piacenza impegnato nel servizio d’ordine per contenere la furia cieca dei collettivi di estrema sinistra che manifestavano contro l’apertura di una sede di Casapound a Piacenza.

Dopo Moustafa Elshennawi, l’egiziano 23enne fermato a Pavia, attivista del sindacato Si Cobas e Giorgio Battagliola, attivista piemontese di 29 anni, anche Lorenzo Canti del circolo Guernica di Modena, modenese che studia a Bologna dove lavora come fattorino in una pizzeria, appartenente al mondo degli antagonisti e legato al Collettivo Universitario Autonomo di Bologna, è stato tradotto nel carcere piacentino delle Novate. Mancano all’appello ancora gli altri otto complici che hanno preso parte al pestaggio del militare, ma secondo indiscrezioni, sarebbe oramai solo questione di ore. Le loro generalità sarebbero già nell’elenco dei ricercati.

Intanto nel primo pomeriggio di oggi 16 febbraio la nostra redazione registra la ricezione di  un fax da parte dello Studio Legale Associato Marina Prosperi di Bologna col quale, lo stesso ci invita a “cancellare la notizia” e le foto dell’arrestato (Lorenzo Canti) in quanto, a parere dello stesso studio legale, “i fatti riportati non corrisponderebbero alla realtà“, mentre la foto del Canti non avrebbe dovuto essere pubblicata in quanto “mancante del consenso della persona“, ovvero dello stesso Canti anche perché la sua pubblicazione avrebbe “arrecato pregiudizio all’onore, alla reputazione e al decoro della persona medesima” (testuale).

La missiva si conclude con una richiesta di 30.000 euro di risarcimento danni.

Orbene, per quanto ci sia difficile trovare “onore” in un pestaggio di un servitore dello Stato, stendiamo il più pietoso dei veli sulla questione “reputazione e decoro”, ma questo solo e soltanto per carità cristiana. Quello che ci sfugge è il motivo per il quale avremmo dovuto tacere una notizia di una gravità del genere e che, probabilmente, proprio grazie alla pubblicazione in anteprima nazionale, fatta 4 giorni fa, il cerchio si è stretto intorno alla cricca di facinorosi.

In merito poi alla farneticante richiesta di risarcimento danni, qualora un Tribunale della Repubblica Italiana ci condannasse al pagamento, fin da ora, possiamo assicurare che l’eventuale somma sarà devoluta in beneficenza poiché mai e poi mai ci renderemmo “complici” andando a sovvenzionare di fatto elementi ed associazioni che tendono a sovvertire la legittimità di uno Stato democratico usando violenza contro le sue Istituzioni.