Politica

Brigate Rosse: I “cattivi maestri” son tornati, per istruire le nuove leve.

Lorenzo Canti detto “Dibì”

E’ ancora la “rossa Emilia”, è ancora Modena il crogiuolo dove i “figli” della Balzerani e della Faranda nascono e crescono in quella stessa placenta fatta di odio che 40 anni fa diete vita alle Brigate Rosse. A ricordarcelo la vergognosa scritta apparsa oggi sulle mura della città emiliana a 16 anni dal vile assassinio del giuslavorista Marco Biagi.

Non è un caso che modenese sia anche quel Lorenzo Canti il 23enne meglio conosciuto come ‘Dibi’, richiuso oggi nel carcere piacentino di San Lazzaro, balzato ai “disonori” delle cronache per aver massacrato insieme ad altri “compagni”, durante una manifestazione antifascista a Piacenza, il brigadiere fiorentino Luca Belvedere. Il Canti che circa un mese fa, attraverso una missiva dello Studio Legale Marina Prosperi di Bologna ci richiedeva 30 mila euro di risarcimento per aver riportato i fatti di Piacenza e pubblicato la una sua foto che lo ritraeva durante i disordini in Francia di qualche anno prima,  scrive una lettera pubblicata da InfoAut, portale di informazione anarchica e antagonista dove ricorda la “memorabile giornata di lotta collettiva” e sottolinea: “Abbiamo vinto tutti noi che abbiamo conquistato le piazze a spinta per non permettere i comizi fascisti e l’equiparazione democratica dell’antifascismo militante con il fascismo. Noi ora dentro il carcere siamo come ostaggi nella rappresaglia dello Stato contro i poveri, in una battaglia persa da Minniti, e che ora si serve dei tribunali per reprimere ciò che era giusto e naturale fare: scendere in strada e lottare”.

Un vecchio adagio recitava: C’è un giudice a Berlino? A noi è sufficiente sapere che ci sarà una magistratura capace ed efficiente a Modena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La missiva dello Studio Prosperi con la quale ci vengono richiesti 30 mila euro a titolo di risarcimento.