Politica

MACROREGIONE AUTONOMA MERIDIONALE LA “FAMIGLIA “ SI ALLARGA –

Siglato questa mattina a Melito (Na) presso la sede di Family Point un importante accordo politico che vedrà sotto la stessa bandiera l’organizzazione Family Point e Federazione movimenti Base.

Napoli, 18 Aprile 2018

Di: Gennaro Cinquegrana

Federazione Movimenti Base, la famiglia si allarga. Questa mattina, presso la sede di Melito di Family Point, è stato siglato un patto di adesione tra i vertici delle due organizzazioni. Aderiamo con convinzione al progetto volto alla realizzazione di una Macroregione autonoma Meridionale, un primo importante segnale per il rilancio del Sud –  Così Enzo Riccio, responsabile di Family Point, organizzazione al servizio delle famiglie, con sedi a: Napoli Piazza Garibaldi; Melito, Boscoreale, a breve, anche ad Arzano. Un sodalizio importante quello di questa mattina, aggiunge Sergio Angrisano, leader storico di FMB, Movimento di ispirazione Meridionalista. – Quella della Macroregione Autonoma del Sud Una battaglia meridionalista che figura al primo punto del nostro programma politico, spiega Sergio Angrisano che portiamo avanti dal 2013, e, che annunciammo nel corso della Costituente. Lo scopo era, ed è la riduzione dei troppi enti inutili e dispendiosi, che gravano come macigni sul bilancio. Riteniamo, che i cittadini del Sud abbiano il sacrosanto diritto ad una equa distribuzione della ricchezza, ma soprattutto che siano e si sentano parte di una comunità ampia, e omogenea. Elementi che la Macroregione, così, come la concepiamo determinerebbe; una opportunità che renderebbe i popoli meridionali più forti rispetto alle tante disparità ed ingiustizie cui, da lungo tempo è sottoposto. Basti guardare al resto del Paese, per rendersi conto che l’opulento ed insaziabile Nord – continua Angrisano – si lavorano per tenere i soldi tutti per loro. Vogliamo continuare ad essere spettatori? Questo è il quesito che dobbiamo porci tutti, Noi diciamo di no! Abbiamo bisogno di un federalismo reale e non squilibrato, che renda i cittadini uguali, Meridionali o settentrionali che siano. Considerando che il Sud del Paese comprende una vasta area demografica, la popolazione residente nel Mezzogiorno ammonta a 20.793.065 abitanti suddivisa come segue: Italia meridionale: 14.156.440 Italia insulare: 6.636.625 – Numeri importanti che non possono più non considerati. Il primo passo da fare è promuovere un referendum popolare, ed a questo che stiamo lavorando. Mi piace ricordare, aggiunge Enzo Riccio, che le Macroregioni, rappresentano la naturale evoluzione delle attuali Regioni – Che vanno superate al più presto, perché   obsolete e dispendiose, conclude Riccio dei Family Point. Vanno riviste le aree territoriali demograficamente e geomorfologicamente omogene – il progetto di “Macroregioni” non è solo finanziario, di spesa: è un’esigenza organizzativa urbana confacente alla mutazione dei tempi – aggiunge Sergio Angrisano, è utile ricordare che con la Costituzione del 1948, le regioni non furono disegnate ex novo, ma in base ad una analisi delle reali situazioni del dopoguerra. Furono chiamate «regioni» delle ripartizioni territoriali di valore non giuridico, che già esistevano dal 1864 col nome di «compartimenti» (pieno periodo post-unitario): erano destinate cioè ad inquadrare territorialmente le elaborazioni e i risultati delle inchieste e delle rilevazioni statistiche nazionali.  Tuttavia, neppure quei «compartimenti» potevano definirsi di una organizzazione territoriale ex novo, perché in realtà erano stati per lo più costituiti con l’aggruppamento di un certo numero di province fra loro finitime, che prima dell’unificazione nazionale avevano fatto parte del medesimo Stato.   I «compartimenti» del 1864 risultano quindi da uno sforzo di identificazione di quelle vecchissime regioni, la cui fama era stata ribadita e divulgata nel rinascimento da una rigogliosa tradizione di studi. Però è irrefutabile che le identificazioni regionali da cui erano nati i «compartimenti» statistici del 1864, in molte zone della penisola non avevano più alcuna presa nel 1948 quando la nuova costituzione entrò in funzione. Occorre inevitabilmente mettere mano a tutto ciò, c’è bisogno di un riordino complessivo, non solo le regioni, ma anche i comuni, e le province che ancora in qualche modo persistono, questo disegno dei confini territoriali va necessariamente ripensato e concretamente rivisto. Su questo punto, stiamo ricevendo moltissime richieste di adesione, quella di questa mattina è, l’ultima solo in ordine di tempo, a breve saremo a Palermo dove incontreremo organizzazioni Meridionaliste locali con le quali contiamo di incrementare, non solo in termini di numeri, ma anche di coinvolgimento identitario. Poche e sterili le critiche, non sostenibili, e prive di qualsiasi fondamento. Tuttavia purché se ne parli, va bene qualsiasi cosa. Aprire un dibattito sulla questione si rende indispensabile, la proposta referendaria è un argomento che riguarda tutti, fingere di non accorgersi dei mutamenti è molto “italiano”, continuare a mettere la testa sotto terra non è più consentito, chi propende per questa scelta, deve essere consapevole che lascia scoperta l’altra parte del corpo.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore