Politica

Intervista a SERGIO ANGRISANO, Coordinatore Nazionale di Federazione Movimenti Base

Il clima politico ed economico che stiamo vivendo in questi anni scuote e ha provocato enormi dibattiti su tutti i livelli e fronti.
Ne abbiamo parlato con Sergio Angrisano, Coordinatore Nazionale di Federazione Movimenti Base, cogliendo l’occasione per raccontarci anche della CMI (Confederazione Movimenti Identitari), in ambito di idee, iniziative e progetti futuri per il miglioramento della politica, dell’economia del Sud e del nostro Paese in toto.

Quanto è cambiato il significato del Meridionalismo nel tempo, come si è trasformato e quali sono dunque i nuovi obiettivi nella situazione politica ed economica attuale?

Quello della CMI è un grandissimo passo avanti. Sostanzialmente, siamo riusciti a metterci insieme, a mettere insieme Movimenti di ispirazione Meridionalista che fino a qualche anno fa erano se non in competizione, addirittura in conflitto.
Attualmente rientrano: Federazione Movimenti Base, Meridionalisti Indipendenti, Meridem, Movimento Duosiciliano, Nazione Napolitana Indipendente, Sud e Tavola Meridionale (a cui si aggiuneranno Autonomia Meridionale, Terre del Sud e Movimento Partite Iva)
La mutazione genetica del meridionalismo è fondamentale ed anche molto profonda, perché sostanzialmente chi pensa al Meridionalismo di Gramsci o di Angelo Manna, l’evoluzione  è un ‘salto mortale’ che è stato fatto da quel tempo ad oggi. Oggi il Meridionalismo è un concetto politico non più astratto. È una proposta politica diversa che va ad inserirsi tra le altre offerte politiche fino ad oggi rappresentate dai partiti tradizioni. Con tutto il rispetto per gli antesignani, chiaramente dobbiamo tantissimo sia agli scritti di Gramsci che quelli di Angelo Manna, soprattutto per la sua azione politica che ha scardinato un vero e proprio blocco negli anni 70/80.
Per quanto riguarda invece l’aspetto economico c’è tantissimo da fare, perché parlare di aspetto economico in una Italia divisa in due tronconi netti, da Roma in su e dal Garigliano in giù, la situazione è a dir poco drammatica. Basta guardare la mappatura dei cantieri. Il governo attuale con lo “Sblocca cantieri” che è fondamentalmente è solo uno slogan perché non sblocca assolutamente niente, ma sblocca una parte della burocrazia. Ecco vedremo dunque che vedendo una mappa dei cantieri, questi sono tutti dalla Toscana in alto, in Puglia c’è soltanto un cantiere sulla autostrada Adriatica che sblocca un troncone di autostrada.. Ma questo è tutto quello che è stato fatto per il Sud al momento. 
A tal proposito, stiamo raccogliendo firme per indire un Referendum consultivo, volto a portare i cittadini delle sei regioni Meridionali alle urne per consentirgli di richiedere la realizzazione di una Macroregione Autonoma Meridionale. Una risposta seria al regionalismo differenziato che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna stanno cercando di ottenere. Ciò comporterebbe un ulteriore limite allo sviluppo delle regioni del Sud.

Eppure a dispetto dei concetti di unità di intenti e convergenze ideologiche, attualmente viviamo in un clima di forte chiusura, di autoritarismo e, per certi versi, di perdita di identità. È possibile andare in direzione opposta e ritrovare così le nostre radici?


Personalmente non credo in una ‘piega autoritaristica’, non ci sono né le condizioni né sostanzialmente gli uomini. Al di là degli slogan non c’è nulla. Certo siamo in controtendenza, perché mentre gli altri fingono di parlare di ‘unità’ e ‘unitarismo’ per meglio dire, la realtà è ben diversa. Noi partiamo dal territorio e quindi dall’identità. Cosa che l’Europa non vuole perché la globalizzazione attecchisce maggiormente su popoli che non hanno storia, che non hanno tradizioni. Noi puntiamo alla difesa ed alla tutela della nostra storia, della nostra identità e della nostra cultura, per cui non siamo in controtendenza, quanto piuttosto è l’Europa che sta aggredendo quella che è la storia e la cultura dei popoli.

In una recente intervista, tenuta a qualche giorno di distanza dalle elezioni del 4 marzo 2018, hai parlato di necessità di investimenti per creare lavoro e sviluppo, e non di sussidi (parlo, per esempio, del Reddito di Cittadinanza) che ‘si scoprirà essere letali’. A distanza di un anno, con un RDC che ormai non è più un concetto ma realtà, in che situazione ci troviamo?

Indubbiamente parlare di Reddito di Cittadinanza significa suicidare una classe produttiva, improduttiva, perché sostanzialmente nessuno parla più di lavoro, di finanziamenti e soprattutto nessuno parla più di giovani. Noi abbiamo un progetto perché se andiamo a candidarci in tutte le prossime fasi elettive, noi abbiamo un progetto di rilancio e di sviluppo dell’economia, partendo dal basso. E quando dico “partendo dal basso” non indico una inferiorità geografica, quanto piuttosto il ritorno a quelli che sono programmi e progetti sociali di rilievo: rilancio dell’economia, del turismo, dell’agricoltura, dell’industria e del commercio ma anche guardando in avanti, per cui cablaggio di città importanti come Napoli, Roma, Palermo.. quindi rendere appetibile questa parte del Paese affinché imprenditori anche di altri paesi possano essere attratti da questo. Quindi infrastrutture, servizi, senza parlare di straordinarie e impossibili ma tutto quello che è possibile fare.

Eppure all’inizio di quest’anno si è parlato, in ambito economico, di 0,2% di crescita nel primo trimestre, buoni risultati sull’occupazione aumentati di circa 114 mila unità rispetto al 2018. Cosa ci raccontano questi numeri? Non è abbastanza o sono solamente tutto fumo?

In ordine alla crescita io ho un dato diverso, dello 0,2 ma è 0,1..Siamo al di sotto del dato Europeo che tocca quasi il 3. Il divario è enorme e questo dimostra che l’Italia, a cavallo tra il 1999 e il 2001, è stata ceduta non soltanto per quanto riguarda l’aspetto economico ma anche dal punto di vista produttivo. Una Nazione che vende gioielli di famiglia, anzi svende l’industria pesante, ma anche il comparto chimica, caseario/lattiero è chiaro che è un paese che ha pochissima opportunità di crescita. Puntare tutti sulle eccellenze campane che si lavano le mani ormai tutti quanti certamente non potrà mantenere il paese.. Si fanno dati sul turismo e con il turismo si campa, ma sicuramente non può salvare l’economia di un paese.. Quindi c’è tantissimo da fare, rimboccarsi le maniche e ripartire dagli antichi obiettivi: lavoro, sviluppo economico. Creare opportunità di lavoro e far si che anche i giovani non lascino questa parte del paese che si sta praticamente desertificando.

In generale, che rapporto ha la popolazione con la politica? Il disinteresse è ancora grande o si stanno facendo passi in avanti? La CMI sicuramente ha avuto la capacità di sollecitare moltissimi animi..

Il rapporto cittadino-politica è un rapporto ormai perso da diverso tempo. Non lo dico io ma lo dicono i dati. Ormai il partito del ‘Non-voto’ tocca quote veramente spaventose, siamo al 47%, quindi quasi il 50% degli italiani non vota più.
C’è un risentimento oltre alla disaffezione. Un risentimento perché lo schifo che i politici e la politica non politicata, ma ‘politichese’, ha generato nell’animo dei cittadini.
Pensate che un Sindaco attualmente viene eletto solo il 31/32%? Mi riferisco ovviamente all’esito del ballottaggio. Un sindaco con il 30% è un sindaco che è 1 cittadino su 3 ha votato, per cui se anche i giornali dicono “Sindaco eletto con il 78%”, in realtà stiamo parlando sempre di quel 30%, per cui veramente di numeri molto bassi.
CMI ha avuto una capacità importantissima, perché ormai tenete presente che è un Movimento Nazionale di ispirazione Meridionalista. Non a caso il nostro ‘pellegrinare’ per le varie regioni del Meridione.. abbiamo fatto un tour straordinario, dalla Campania siamo arrivati in Basilicata, dalla Basilicata al Molise, dal Molise alla Calabria.. Tra l’altro, torneremo proprio in Calabria il 29 di questo mese e poi ci sarà un incontro tra i Movimenti più importanti. Attualmente contiamo 12 Movimenti già firmatari, altri 4 stanno sottoscrivendo in queste ore il Patto di Adesione con CMI dunque, come dicevo, presto saremo a Palermo e a Marsala per incontrare Movimenti Siciliani di importanza rilevante .
Dunque c’è un attrattore nuovo, c’è una offerta politica nuova che si propone nello scenario Nazionale. Abbiamo un progetto politico interessante, importante ma soprattutto praticabile. Non più chiacchiere e promesse disattese. La gente si lascia sempre incantare. Lo stiamo vedendo proprio con il governo attuale. “Faremo, diremo..”, e poi toglie per esempio il 56% dei fondi ai Comuni (il riferimento è al Ddl “Milleproroghe”). Di fatto questo governo sta creando solamente ulteriori disagi e danni alla economia Meridionale.

Sara Barone