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«A un tratto poveri, soli e impotenti». L’emergenza COVID-19 raccontata dal Maestro ESPEDITO DE MARINO

Esausti forse dovremmo ricercare più intensamente l’Infinito, in questo momento, per molti aspetti funesto, dovremmo guarire anche l’anima nella quale è incisa una frattura letale che come il coronavirus avvelena la nostra esistenza con l’aggravante che dipende solo ed esclusivamente da Noi.

Dal Coronavirus ad un mondo migliore
di Espedito de Marino                                                  

Bentrovato, Maestro.  Come sta vivendo questo periodo?


«Continuo il mio lavoro di Insegnate di Chitarra Classica al Liceo Statale “Alfano I°” di Salerno con la didattica a distanza, studio per i Concerti annullati per il Coronavirus ma che spero di realizzare alla ripresa. Fra i più importanti “MORIBA YASSA”, uno spettacolo che parla dell’Immigrazione e dell’Amicizia fra i popoli, che da Napoli parla all’Oriente e all’Africa, e poi c’è quello che ricorda Roberto Murolo. Inoltre seguo molto il Papa, lo ritengo fra i riferimenti più affidabili, come lui credo che questo che sta accadendo, che sicuramente riguarda anche l’aver deturpato l’ambiente e dissacrato il Creato, deve servirci ad immaginare davvero una ‘ vita nuova’, a un cambiamento d’epoca. »


Quali crede siano le emozioni e le sensazioni che, più di tutte, non possono essere recepite a distanza di uno schermo?

«Oggi tutti, o quasi tutti, stiamo familiarizzando con la telematica, restiamo infatti ‘Distanti ma CONNESSI’ ed è certamente cosa buona, innovativa, moderna e soprattutto necessaria. Tuttavia il ‘Balsamo dell’animo’ per un artista è il Pubblico. Venuto meno quello, viene meno la Spiritualità del Concerto. Quindi bisognerà riprendere il contatto umano, se pur inizialmente con distanze di sicurezza e con le dovute precauzioni, bisogna tornare ad esibirsi ‘de visu’, mentre un suono o una corda vibra, bisogna avvertire le sensazioni e le emozioni che solo l’afflato del contatto può darti.»

Quale sarà la conseguenza della fruizione online di contenuti gratuiti? Avrà un impatto sul futuro del pubblico?

« Come sempre tutto dipenderà dal giusto equilibrio che solo la coscienza di ognuno di noi potrà definire. Mentre da un lato sarà positivo l’aver ricreato una opportunità più equa, più giusta, perché è chiaro che il web è più teso alla pari opportunità, dall’altra bisognerà pur capire che il diritto d’autore, la creatività, l’arte, il lavoro del musicista, dell’esecutore e delle maestranze che ruotano intorno allo spettacolo, vanno retribuite, perché è il risultato di studio, sacrificio, rinunce, abnegazione e altro, al pari di un medico, di un insegnante, di un cuoco, di un infermiere, ecc. »

In questi giorni, grandi sono le difficoltà che il mondo dello spettacolo sta affrontando. Sono nate innumerevoli petizioni e lettere aperte alle Istituzioni..

« L’ho detto chiaramente nella mia lettera al Presidente Vincenzo De Luca. Ho risposto al suo appello alle Associazioni, alle Istituzioni, al mondo delle professioni. Gli ho scritto il 19 Aprile, giorno del mio onomastico. Gli ho ribadito che il nostro comparto è già di per se atipico e oggi in grande sofferenza. Gli ho chiesto di tutelare i musicisti, i danzatori, tutte quelle figure che lavorano in maniera occasionale, i turnisti, i fonici, gli attrezzisti, i registi, le produzione cinematografiche campane, i burattinai, tutto l’indotto che funziona anche da ‘attrattore turistico’. Gli ho raccomandato anche i gli animatori della ‘Antica POSTEGGIA’, il nobile ‘Chansonnier napoletano’. Bisogna prevedere per loro un INDENNIZZO, un sussidio, bisogna altresì utilizzarli facendogli realizzare spot e altro inviandoli in streaming e sulle piattaforme internazionali legate al turismo. Sono tutte strategie possibili, basta crederci e rispettare gli operatori del settore e quindi tutelarli. »

Avrebbe delle proposte per far ripartire l’enorme settore dello spettacolo?

« Certo: Concerti all’aperto da Maggio – Giugno con le dovute precauzioni. In primis distribuire il pubblico immaginando un posizionamento d’ascolto. Cioè il pubblico deve assolutamente star seduto, indicando due metri per le distanze di sicurezza, indossare le mascherine e prima e dopo la manifestazione disinfettare le mani e le cose in possesso dell’ascoltatore come il telefonino, le chiavi, la borsa, altro. Inoltre prevedere l’adeguato controllo e vigilanza.
Si otterranno altresì benefit di vario tipo. Non solo si sanificherà lo spazio attrezzato per l’evento ma si avrà più ordine, più predisposizione all’ascolto, più SICUREZZA. E poi si potrà iniziare a curare l’aspetto sociale, torno alle indicazioni di Papa Francesco.
Dovendo immaginare repliche e impegno di tante forza – lavoro, si dovrà pensare a “Compensi sociali” e mi rivolgo soprattutto alle grandi produzioni e ai grandi nomi, un po’ come per i calciatori.
Ma dove sta scritto che alcuni devono arricchirsi ed altri non possono sfamare le famiglie? È il tempo giusto per capire che il guadagno va più equamente redistribuito, bisogna creare le condizioni affinché tutti abbiano a poter essere impegnati in una produzione. Se il costo si abbassa (ovviamente per chi guadagna somme ingenti) si utilizza più personale, quindi la sicurezza, i tecnici, il live e tutto l’indotto. »

Una melodia della nostra arte partenopea capace di risollevare i nostri animi in questa tempesta?

« Terra mia, di Pino Daniele. È la sigla dello spettacolo di cui parlavo prima “MORIBA YASSA” (Il ritmo della terra). È un inno e un auspicio a poter essere una ‘terra sola’ dove tutti i popoli e le genti vivono felici e sereni, senza invidia sociale e senza odio, senza egoismi e senza cattiveria.
Terra mia, terra mia, comm’è bello a la penza, terra mia, terra mia, comm’è bello a la guardà”. »