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CLAUDIO CARLUCCIO, le note di ‘Chiari di luna’ risuonano contro il COVID-19

Chiari di luna” di L. Bovio e N. Valente del 1934.

Bentrovato, Claudio. Come vive questi giorni un artista come te? Fai parte del popolo dei ‘live da casa’ o preferisci dedicarti a cose per le quali, nella vita di tutti i giorni, è difficile trovare il tempo?

« Posso ritenermi fortunato. Rispetto a tanti artisti che non hanno raggiunto i 30 contributi nel 2019, posso accedere a un minimo di disoccupazione, quindi rientrare nella categoria per cui lo Stato possa intervenire in aiuto ai lavoratori dello spettacolo. Pertanto, essendo fatalista di natura cerco, per quanto mi sia possibile, di affrontare questo momento con ottimistica speranza.

Purtroppo la nostra categoria è sempre stata considerata un ‘di più’, quindi non essenziale ai fabbisogni giornalieri di ognuno. Normalmente, al di là del Covid, il nostro non è considerato dai più come un vero lavoro ma come divertimento, un passatempo oppure un hobby da condividere con gli amici. Nulla di tutto questo! Oggi più che mai, chi sceglie di vivere unicamente e solo di musica o è un pazzo o un eroe. Riguardo ai live, personalmente non sento la necessità di mostrare la mia immagine artistica. Sto passando le mie giornate a montare vecchi video di spettacoli e partecipazioni televisive che ritengo tra le più belle della mia carriera, cosa che non ho mai avuto il tempo di fare. »

La realtà però è tutt’altra. Un live da casa o un concerto in streaming non è la stessa cosa. Quali sono le emozioni e le sensazioni che più di tutte non possono essere recepite a distanza di uno schermo?

  « Qui entriamo in un altro campo. Posso usare il termine “energetico”.

Uno spettacolo dal vivo, al di là dell’esibizione stessa, crea un rapporto e uno scambio di energie e sensazioni insostituibili tra il pubblico e l’artista. È tutta lì la magia. Un disco o una esibizione vista sullo schermo non scatenerà mai l’emozione di uno spettacolo dal vivo! Questo è fuori discussione!

Creare un video, che comunque ha i suoi costi, per poi diffonderla online, può essere sicuramente un buon canale pubblicitario ma alla fine emerge la naturale speranza di incontrare tanta gente in piazza, in teatro, in un’arena con il dovuto sbigliettamento. »

Tasto dolente. Il Decreto Cura Italia è stato sotto i riflettori in quanto pare non abbia considerato la grande difficoltà che il mondo dello spettacolo sta affrontando in questo momento. Se fossi ora, davanti alle Istituzioni, cosa chiederesti chiaramente?

« Chiederei di dare a tutti la possibilità di vivere dignitosamente, assegnando a ognuno un’indennità personale e adeguata a tutti i lavoratori dello spettacolo. Artisti, tecnici, allestitori rientrano tutti in questa categoria, in attesa che tutto ritorni alla normale attività.

È impensabile diversamente. La gente ormai vive con la psicosi del contagio e fin quando non uscirà fuori un vaccino non sarà possibile tornare ad assistere a uno spettacolo dal vivo.

Proviamo solo per un attimo a pensare che vita sarebbe la vita senza la musica, il cinema, il teatro. »

Hai delle proposte per far ripartire l’enorme settore dello spettacolo a seguito di tale grande depressione?

« Lungi da me l’idea di fare uno spettacolo online a pagamento come alcuni stanno pensando di fare. Nel mio caso specifico lo escludo totalmente per i motivi che già ho specificato.

Io sono un cantante chitarrista confidenziale, quando finisco uno spettacolo scendo fra la gente e abbraccio tutti quelli che posso. È la più grande emozione!

Una buona proposta sarebbe quella di fare spettacoli all’aperto questa estate, in luoghi abbastanza ampi mantenendo le distanze di sicurezza, meglio di niente! »

Prima di salutarci, ci intoneresti qualche secondo di una canzone da dedicare all’Italia intera in questo momento così difficile?

« Con piacere! Da esponente della canzone classica napoletana voglio ricordare che Roberto Murolo mi impartì lezioni di canto e dizione e poi mi fece da padrino di Cresima.

Ho scelto questa canzone di uno degli autori più grandi del nostro patrimonio artistico: Libero Bovio!

In questo momento così difficile molti non hanno manco i soldi per fare la spesa, siamo segregati in casa e non abbiamo rapporti ravvicinati anche sotto quell’aspetto che avrete già compreso.

Il titolo della canzone in questione è “Chiari di luna” di L. Bovio e N. Valente del 1934.

Qui la traduzione in italiano:

Ho sonno e voi dite: “Vai a letto”.Vai a letto? E’ una parola.
Ma un letto che ristora,ma un letto che consola,chi me lo presta, chi me lo da?
Sotto le colonne di San Francesco di Paola,
posso sognare una boccuccia di fragola.
Fior di pisello, mentre mi sogno te, la mia fanciulla,
mi sveglia la guardia col manganello.
Fior di pisello, fior di pisello, col manganello, col manganello.
Ho fame e voi dite: “E quando mangi?” Quando mangio? E’ una parola.
Ma un piatto di vermicelli col formaggio e il pomodoro,
chi me lo presta, chi me lo dà?
La forza scende, mancano i quattrini.
La pancia si è attaccata ai reni.
Fiore di ogni fiore, io entro e esco da Giuseppone al mare,
non per mangiare, ma per sentire l’odore.
Fiori di ogni fiore, fiori di ogni fiore, senti che odore, senti che odore.
Ho sete ardente di baci, così ardente che ci vuole una bocca di fuoco.
Ma una bocca provocante, che abbia ancora tutti i denti, chi me la presta, chi me la dà?
Non mi lamento se vengo morso, visto che il cane morde lo straccione.
Fior di banana, se il cuore mi brucia per pensieri osceni,
lo prendo e lo metto sotto a una fontana.Fior di banana, fior di banana, sotto alla fontana, sotto alla fontana »