AfragolaCaivanoCarditoCASALNUOVOCasoriaCrispanoCronaca esteraFrattamaggioreFrattaminoreGiugliano in CampaniaGrumo NevanoInchiesteNapoliPoliticaSan Giorgio a CremanoSant'Antimo

Colpo di stato in MALI tra povertà, oro ed uranio

Da poche ore in Mali c’è stato l’ennesimo colpo di stato militare. Anche questa volta una parte dell’esercito non ha avuto difficoltà ad arrestare l’ex Presidente Ibrahim Keita. Keita ha dichiarato nei notiziari di stato che il governo è sospeso e comandano, in questo momento, i militari.

Fuori i francesi e dentro i turchi ?

Fonti interne al Mali e fonti politiche dei paesi confinanti sostengono che agenti del MIT ( i “servizi” turchi ), siano dietro a questo golpe, soppiantando quelli del DGSE francesi. Erdogan spiazza con forza Macron dopo pochi giorni che navi da guerra francesi si erano schierate nel Mediterraneo a fianco di quelle greche. Le navi da guerra franco-greche hanno fronteggiato quelle turche poco lontano dalle coste di Cipro, facendole allontanare.

Il Mali è un altra ex colonia francese. Il Mali è di quei paesi i cui confini e governi furono costruiti a tavolino per gli interessi dei paesi occidentali. Anche qui hanno messo assieme etnie del tutto diverse per esigenze coloniali in un gioco pericoloso e mortale. Per Parigi, come per altri paesi occidentali, ciò che conta davvero è soltanto la possibilità di sfruttare questi popoli. Il Mali possiede il terzo bacino minerario di oro del mondo, e da anni trapela anche la notizia della presenza di giacimenti di uranio. Nonostante questo, in Mali vi sono solo 16 Mln di abitanti, il PIL pro-capite ammonta a circa 1000 $ americani all’anno. Meno di 3 $ al giorno. E la repressione dei servizi segreti verso i competitori democratici è violenta e diffusa, con l’occidente che si guarda bene dall’intervenire su questo piccolo e fastidioso problema.

La Francia arrivò da quelle parti nel 1864 e nel 1895 questo territorio divenne il “Sudan francese”, e comprendeva anche il Senegal, che però quasi subito si distaccò. Nel 1960 il Mali proclamò la sua indipendenza dalla Francia, anche se i governanti erano di fatto una longa manus di Parigi in quello stato.

Nell’ultimo ventennio si sono succeduti diversi colpi di stato, anche con “elezioni democratiche” svolte sotto gli occhi ed il controllo dei militari.

I Tuareg ed il Nord indipendentista del Mali

Tra i principali fautori della guerra interna al Mali sono i Tuareg, che abitano il nord del paese. La differente etnia, con tutto quel che comporta a queste latitudini, e lo sfruttamento minerario esteso e brutale sui loro territori, senza che ne abbiano benefici, ha portato i Tuareg a ribellarsi contro il governo di Bamako e contro i loro alleati militari stranieri. E’ vero che i Tuareg sono stati sostenuti da Gheddafi e dagli islamici di diversi stati confinanti, ma è anche vero che gli stranieri si sentono padroni delle sorti e degli affari interni anche di questo stato.

L’operazione “Serval” dei francesi nel 2013

Nel 2013, a dare una svolta alla guerra civile che durava da quasi un anno ci pensarono le truppe speciali francesi, forti di due risoluzioni dell’ONU.

L’allora presidente francese Hollande mandò i Legionari del 1° REI, del 2° REP, i Fucilieri di Marina a caccia di tuareg. La propaganda francese fece il resto: una lotta tra il Bene (la Francia) e il Male (i jihadisti).

Le truppe francesi usarono metodi spicci e brutali, alternati alla solita teoria del conquistare cuori e menti. Ci furono anche bombardamenti di civili inermi da parte delle truppe maliane tra l’indifferenza internazionale. Finita questa fase con una pacificazione forzata e transitoria, si è arrivati alla crisi del 2015 ed oggi ad un colpo di stato improvviso, anche se la regia sembra che sia stata molto organizzata.

L’operazione “Takuba” del 2020 sembra saltata

Takuba in lingua Tuareg significa “spada”. E’ una operazione di intervento pianificata da truppe straniere nel Mali per “debellare” la resistenza dei Tuareg, privi di Gheddafi da tanto tempo ma determinati a cambiare il loro destino. Gli occidentali, a causa del “problema terroristico islamico”, a marzo del 2020, ancora una volta a tavolino, hanno deciso di intervenire militarmente nel Mali. In questo paese i precedenti tavoli politici hanno provocato solo guerre e povertà, come si rileva dalla storia e dai dati economici.

Il patto di guerra a Napoli del 2 marzo 2020

Macron, nel vertice bilaterale di Napoli, ha chiesto al Governo italiano il supporto delle sue Forze Speciali e di elicotteri (assieme a contingenti di Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Estonia e Repubblica Ceka), nelle regioni sub-sahariane ( il MALI ). Altro che visita di cortesia, si trattava di una vera e propria copertura, festosa ed amorevole, per accordarsi su come portare truppe e guerra in una delle sue neo-colonie. Il contingente italiano avrebbe dovuto ammontare a circa 200 militari ed 8 elicotteri. Adesso sembra tutto congelato. Per la cronaca, l’intervento delle truppe occidentali in Mali, in particolare quelle francesi, ha provocato molti più morti, feriti e distruzione di quanto abbiano provocato oltre 20 anni di guerra civile interna tra i maliani.