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MANI PULITE – MAFIA CAPITALE – CONSIP – RENZI – ROMEO L’ITALIA CHE NON VUOLE IMPARARE DAI PROPRI ERRORI ?

Tiziano Renzi, padre dell’ex Presidente del Consiglio  è stato ascoltato per quasi quattro ore dai magistrati della Procura di  Roma. Sentito per oltre tre ore l’imprenditore Carlo Russo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere.

 

Roma, 03 marzo 2017

Sulle prime pagine di “quasi” tutti i quotidiani campeggia la vicenda Consip, si fanno analisi e premonizioni (sport preferito dai giornalisti) suoi riflessi politici che ne deriveranno. “Quello che si è saputo – scrive Folli – su La Repubblica ” lascia inquieti, per non dire sconvolti. Le accuse della procura appaiono ben definite e sostenute da prove non approssimative. […] Non si renderebbe un buon servizio alla verità edulcorando le notizie che arrivano”. “Sta emergendo – continua – il reticolo di un sistema di potere forse ancora artigianale […] ma senza dubbio famelico, spregiudicato e del tutto privo di etica pubblica. Qui si misura quanta retorica ci sia o ci sia stata nell’approccio ‘nuovista’ degli ultimi anni, dietro il quale è mancato un reale rinnovamento morale del costume politico”. “Un cinismo senza valori che contribuisce a uccidere, fra l’altro, le speranze di una generazione di giovani”. Sembra un epitaffio, tale è la gravità e la solennità di queste parole. Pronunciate non da un giornalista d’assalto, che cerca l’effetto, no. Stefano Folli pesa le parole una a una, è parco, non eccede mai. È ‘grigio’ nel modo giusto.

L’interrogatorio di Renzi “padre” si è concluso intorno alle 19.30. Durato quasi quattro ore, dopo essere stato ascoltato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, Tiziano Renzi ha lasciato la procura di Roma senza rilasciare dichiarazioni. Pesanti e ben circostanziati i capi di accusa per Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta Consip, è  assistito dall’avvocato Federico Bagattini. Presenta all’atto istruttorio anche il pm della Procura di Napoli, Celeste Carrano,  presente anche John Henry Woodcock, titolare degli accertamenti in corso nel capoluogo campano.

“Quello di cui ci stiamo occupando è un classico, tipico, caso di abuso di cognome. Qualcuno, cioè, ha abusato del nome di Tiziano Renzi”, ha detto l’avvocato Federico Bagattini parlando con i giornalisti a fine interrogatorio. “Tiziano Renzi non è mai stato in Consip e non ha mai preso un soldi – ha aggiunto il penalista – Non ha mai avuto rapporti con l’imprenditore Alfredo Romeo. Non lo ha mai visto”. Bagattini ha quindi precisato che “il dottor Renzi ha risposto a tutte le domande”, dicendo di “non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda”. Nel corso dell’interrogatorio il padre dell’ex presidente del Consiglio ha escluso anche di conoscere Denis Verdini e ha negato “incontri avvenuti in ristoranti o bettole”. Quanto al bigliettino con su scritto 30mila euro associato a una T., l’avvocato ha affermato: “Non lo ha scritto il dottor Renzi, bisogna chiedere a chi lo ha scritto. Di certo lui non ha preso un soldo e non c’è stato alcun incontro con Romeo. Non esistono ‘bettole'”. “È stanco e provato, e non lo diciamo solo noi, perché questa vicenda non ha uno spettro esclusivamente giudiziario”, ha concluso il legale. Una vicenda che vede al centro dell’inchiesta l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, il quale avrebbe offerte cene e serate nel suo lussuosissimo albergo che affaccia sul golfo di Napoli, ma ci sono intercettazioni dove l’imprenditore Russo, chiama chiaramente in causa il padre dell’ex premier Renzi. Una questione controversa, anche se all’apparenza estremamente chiara, chissà se si verrà mai a capo della verità, siamo abituati ai pantani giudiziari ed hai polveroni giornalistici, alla fine come sempre accade in questo paese  non ci aspettiamo risvolti eclatanti.

Secondo il castello accusatorio dei pm, il padre di Renzi avrebbe sostenuto l’imprenditore Romeo a consolidare i suoi rapporti con la Consip in cambio di presunti regali in danaro. Questo è quanto emerso dalle parole del suo difensore avv. Federico Bagattini, “è possibile ipotizzare alcune delle domande che gli sono state poste dai magistrati”. La prima è se ha partecipato alla famosa cena nella “bettola” romana con Romeo e Russo per elaborare delle strategie sugli appalti Consip. La seconda questione riguarda le affermazioni di Luigi Marroni sulle pressioni e gli inviti di Renzi padre a prestare attenzione alle richieste di Romeo perché ne dipendeva la sua carriera. Molto importante risulta essere la questione della intercettazione in mano ai pm.  In cui Romeo parla di soldi in contanti e chiede se il “dottore ha gradito”. E’ lui il dottore in questione? Infine resta sul tavolo la questione del pizzino in cui l’imprenditore napoletano aveva appuntato la cifra 30 mila euro e la lettera T. Il padre dell’ex premier ha sempre negato ogni coinvolgimento. “Mi sembra di vivere un incubo. Non ho mai chiesto soldi. Non li ho mai presi. Mai. E credo che i magistrati abbiano tutti gli strumenti per verificarlo”, ha detto. interrogato per oltre tre ore anche l’imprenditore  Carlo Russo,  amico di Tiziano Renzi, anche lui indagato nell’inchiesta Consip per traffico di influenze illecite. Su indicazione dei suoi difensori, Gabriele e Marco Zanobini, Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del pm di Roma Mario Palazzi e di Woodcock.  “Intendiamo – hanno spiegato i suoi avvocati – far rispondere il nostro assistito quando saremo su un piano di parità ossia quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione”. La domanda è…siamo di fronte ad una nuova mani pulite? Possiamo affermare che il sistema di corruzione in questo Paese sia mai stato battuto? Le cronache sembra dar torto ai giudici che negli anni 90 affermarono di avere conferito un duro colpo alla corruzione. Solo anni dopo ammisero mestamente che la politica ..non aveva mai smesso di rubare, ma aveva solo smesso di vergognarsi.  Io mi limito a esprimere l’ovvia considerazione che tocca alla giustizia indagare, e che prima di un processo nessuno è colpevole. Ma, ciò detto, il mio sconcerto è reale. O meglio il mio scoramento, per una fase pronunciata da Matteo Renzi, “ se mio padre risulterà colpevole dovrà pagare il doppio” … ennesima Renzata.. !  Siamo giunti alla fine, oramai la sfacciataggine, la presa per i fondelli pubblica dimostra quanto la politica di questo Paese sia gravemente malata .

 

 

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore