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Forasacchi, questi sconosciuti

È una calda giornata di giugno, sala di attesa della clinica veterinaria. Numerosi quattro zampe, insieme ai loro padroni, passano davanti, chi per una semplice visita di controllo, chi per una vaccinazione, chi per una medicazione. D’un tratto, l’apparente stato di quiete che domina viene spezzato da uno schiamazzo proveniente dal parcheggio: è una donna sulla quarantina che cerca, affannosamente , di portare all’interno della clinica il proprio Cocker Spaniel, evidentemente impossibilitato a camminare ed a respirare.
I medici veterinari accorrono immediatamente, e di lì, di corsa in sala operatoria.
In tali circostanze si possono fare numerose ipotesi, ma la sorpresa si ha quando, a distanza di qualche frazione di ora, si vede comparire di nuovo la donna, questa volta col volto colmo di sollievo.
La diagnosi è “Perforazione del polmone destro causata da penetrazione di forasacchi”. L’estrazione è andata a buon fine ma occorrerà inevitabilmente un’operazione chirurgica.

Cosa sono i Forasacchi? Perché sono così pericolosi?

Sebbene il nome possa sembrare ironico, non stiamo trattando dei classici insetti che attaccano i nostri amici a quattro zampe, bensì di un nemico di gran lunga più subdolo.
I Forasacchi si presentano come spighe di frumento che, fin tanto che sono freschi e verdi, crescono liberamente ed innocuamente nei prati o per le strade, ma che, una volta seccati ed assunto il tipico colore giallastro, diventano armi letali per il cane, in quanto sfruttano il manto dell’animale per depositare e far spargere i propri semi.
Essi appaiono in concomitanza con i comuni insetti come zecche e zanzare, ovvero con l’arrivo del caldo, con picchi da giugno a settembre.

Sebbene  non sempre l’attacco di un forasacco rappresenti un pericolo mortale, la nocività della loro presenza dipende strettamente dal luogo che colpiscono e, soprattutto, dalla tempestività dell’intervento post-aggressione.

Difatti, data la loro singolare conformazione, essi possono insinuarsi in differenti siti, tra cui i più frequenti sono rappresentati dalle zampe, orecchie, occhi, gola e naso. Per quanto sia richiesta la rimozione subitanea anche nei primi tre casi (con particolare attenzione alle orecchie ed agli occhi, in quanto potrebbero provocare rottura del timpano e problemi alla vista), è negli ultimi due che la celerità dell’azione può rivelarsi fatale, come nel caso sopracitato.
Tenendo in considerazione dunque cosa siano, quali conseguenze comportino e quali siano le zone di rischio – in sostanza qualsiasi zona in cui si possa portare il proprio cane a passeggio -, ci si domanda quali siano i sintomi e quali gli interventi richiesti da parte del proprietario che, inerme, si accorge del problema.

Difesa, sintomi ed intervento

È indubbio che, per quanto detto sopra, è pressoché impossibile difendere il proprio animale dall’attacco, in quanto i forasacchi non solo possono crescere nelle parti più disparate, ma si rivelano anche di difficile riconoscimento. Ragion per cui, le uniche armi di difesa sono rappresentate dal controllo dell’intero manto del cane una volta rientrati. Fondamentale importanza è tener presente che l’attacco porta con sé numerosi sintomi, quali possono essere lo starnuto (nel caso del naso), scuotimento della testa (orecchie), zoppicamento (zampe), nonché fatica nella respirazione (gola o inalazione). Inoltre è necessario che, una volta identificata l’esistenza del problema, si ricorra immediatamente al medico veterinario più vicino, in modo da evitare la totale penetrazione del forasacco e riducendo così di gran lunga le possibili conseguenze.

Ironico o no, il termine “forasacco” fa scattare un campanello di allarme ben peggiore di quello provocato da altri insetti/pappatacei, che, sebbene siano di notevole pericolosità, sono ad ogni modo tenuti a bada dal progresso farmacologico che permette di difendere gli animali.
Per i forasacchi la strada per la difesa è ancora lunga, ma la diffusione della conoscenza della pericolosità è senza dubbio l’unico modo che abbiamo per contenere il fenomeno, che, anche – e forse soprattutto – a causa dell’inconsapevolezza di molte persone, è ben altro che raro, e che, spesse volte, si è rivelato letale.