Napoli

NAPOLI – ULTIMO ABBRACCIO A LUIGI NECCO

Avrebbe compiuto tra qualche settimana 84 anni, volto storico della trasmissione 90° minuto. Indimenticabili i suoi collegamenti dallo stadio San Paolo.

Napoli, 14 marzo 2018

di : Sergio Angrisano

 

Una folla composta, si accalca davanti alla chiesa dei Fiorenti, nei pressi di piazza degli Artisti al Vomero, quartiere dove da anni risiedeva Luigi Necco. Molto volti noti del giornalismo, moltissimi gli amici e colleghi Rai, tantissimi gli amici presenti per dare l’ultimo saluto all’amico di sempre, il professionista maestro di vita, sempre disponibile, una parola ed un sorriso per tutti. Il popolare giornalista napoletano è morto all’età di 83 anni. Icona di un calcio d’altri tempi, raccontò gli scudetti di Maradona, al quale strappò la verità sulla rete fatta di mano dal Pibe de Oro, coniò in uno spagnolo molto napoletano la frase “la mano de Dios e la gabeza de Diego”. Nel 1981 subì anche un attentato di camorra, ad opera di affiliati al clan Cutolo, all’uscita di un ristorante ad Avellino, tre uomini gli si avvicinarono e gli spararono alle gambe. Alternava i suoi collegamenti sportivi dal San Paolo di Napoli e dal Partenio di Avellino per 90° Minuto. Luigi Necco, 83 anni, ultimo di una classe di primi, allievo di una vecchia scuola di gionalismo, qualcuno lo ha definito il migliore tra i giornalisti napoletani. Insieme ai Paolo Valenti raccontava un calcio ruspante che razzolava come predicava. Era solito chiudere i collegamenti con lo studio con una frase, che lo aveva reso famoso, un vero e proprio marchio di fabbrica “Milano chiama – Napoli risponde – la pronunciava mentre salutava con la mano aperta, come Ruggero Orlando. Impossibile dimenticarlo, difficile scindere il “Necco” uomo, dal professionista. Uomo di straordinaria umanità, amante dell’archeologia, fu anche amministratore dell’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo di Pompei. Raccontò il dramma del terremoto dell’80  a Napoli, del bradisismo, senza mai trascurare il suo grande amore per l’arte, trasmissioni indimenticabili sul patrimonio storico culturale campano, portò Ercolano nel mondo, raccontandola con una grazia lessicale non comune ai più. Con la sua dipartita, il mondo del giornalismo, ma della cultura in generale perde un tassello importante che compone il muro della conoscenza.Un lunghissimo applauso saluta  la bara che portata a spalla dagli amici esce dalla chiesa… Ciao Luigi

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore